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la posizione del sindaco

Autonomia differenziata. Sadegholvaad: riforma divisiva, bene il referendum

In foto: il sindaco Sadegholvaad
il sindaco Sadegholvaad
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mer 24 Lug 2024 13:10 ~ ultimo agg. 1 Giu 18:57
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Mi ritrovo nel senso e nelle motivazioni della richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli, richiesta appena approvata dalla Regione Emilia Romagna. E’ una riforma sbagliata e divisiva del Governo”. Così il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad  sul tema dell’autonomia differenziata.
Per il primo cittadino la riforma è “caratterizzata da un errore strategico di fondo:  prima di devolvere qualsiasi funzione, il Parlamento e il Governo dovevano/avrebbero dovuto definire e finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per tutto il Paese. Non sono questioni di lana caprina e non attacca, se mi permette, la grancassa che in qualche modo vuole imputare alle Regioni del Nord, Emilia Romagna compresa, il progetto originale dell’autonomia differenziata, come articolazione e messa a terra della riforma del titolo V della Costituzione voluto in primis dal centrosinistra 25 anni fa. L’Emilia-Romagna ha sempre sostenuto ogni processo di decentramento che avvicinasse le decisioni ai cittadini e ai territori, ma dentro un quadro chiaro di unità dell’Italia e in una logica di solidarietà e uguaglianza dei diritti.
Il problema della legge Calderoli a detta di Sadegholvaad è “che non mette un euro sui Lep e prevede invece che in molte materie si possa procedere all’autonomia differenziata senza alcuna garanzia di equità territoriale, rischia di spaccare ulteriormente il Paese su pilastri essenziali quali la sanità e l’istruzione. Per questo va cancellata”.
E ancora: “Con la ‘Calderoli’ si avrebbero 20 scuole differenti, con materie e insegnamenti diversi e rispondenti più al capriccio magari di questa o quella forza politica locale che a un progetto educativo generale, e una sanità così sbilanciata che sarebbe molto più di un’ipotesi su carta il ritorno a un nomadismo sanitario imponente con conseguenze sociali altrettanto consistenti”.
A questo il primo cittadino aggiunge una riflessione più politica: “perché si procede a colpi di maggioranza su un tema tanto importante e strategico? Perchè ad esempio, prima di ogni cosa, non si è cominciato a ragionare sulle motivazioni che ancora sostengono o non sostengono lo Statuto speciale per 5 regioni su 20 nel nostro Paese, a proposito di architettura istituzionale? L’idea che me ne sono fatta, magari sbagliata, è che anche stavolta oltre a una sempre più affannata ‘politica dell’annuncio’ prevalgano logiche di comunicazione identitaria per i partiti, segnali di fumo per il proprio elettorato, a prescindere dai tempi e dai modi con cui riforme di tale portata saranno realizzate con l’equilibrio necessario. Piuttosto che ragionare sull’efficacia e sulle criticità di certi provvedimenti inerenti l’architettura stessa dello Stato, si preferisce la battaglia partitica spicciola, immediata, neanche del giorno dopo ma del giorno stesso”.
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