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Arriverà a inizio settembre Monsignor Lambiasi. Intervista al nuovo Vescovo

di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Mer 4 Lug 2007 19:47 ~ ultimo agg. 12 Mag 03:04
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Come sta vivendo la nomina e l’attesa di venire qui a Rimini?

“Vivo questo momento con tanta pace ma anche con grande trepidazione, perché è una cosa che non viene da me e che interpreto come dono del Signore non come un premio, non come un merito, ma come una cosa bella che il Signore vuole affidare alle mie mani, che si sa, sono sempre un po’ inadeguate. Il senso della sproporzione tra l’incarico che mi attende e le mie risorse umane è grande, però è una sproporzione che sento non mi schiaccia, non mi angoscia perché sono sicuro che posso contare sull’aiuto del Signore perché è Lui che vuole questa cosa, mi conosce e sa quindi che deve fare tutta la sua parte. Questo mi dà serenità perché sono in Chi ho posto la mia fiducia.”

Lei è già stato più volte a Rimini. Come è stato il primo approccio con la nostra realtà?

“Il primo approccio risale a qualche anno fa. Ricordo benissimo che arrivai dai voi e mi vennero ad accogliere all’aeroporto il presidente diocesano dell’azione Cattolica di allora Silvia Tagliavini, l’assistente diocesano Don Guido Benzi, perché ero stato invitato dal Vescovo in qualità di assistente generale dell’AC. Il primo impatto me lo conservo con tutti i dettagli che sono ancora molto vivi nel mio cuore, fu un impressione straordinaria. Non ero mai stato nel centro storico e mi lasciai percuotere da questo passato, che sentivo come passato vivo; da quello più remoto fino a quello più recente con i martiri della resistenza in piazza Tre Martiri. Poi l’incontro con il vescovo e con i preti che è stato un incontro molto cordiale e ho avuto l’occasione dei vedere tante belle persone. E poi l’incontro con i laici. Queste cose me lo porto dentro e in questo momento mi danno tanto conforto.”

Nel suo primo messaggio lei ha fatto riferimento ad Alberto Marvelli, beato riminese di Azione Cattolica, molto caro ai riminesi. Che cosa la affascina di questa figura?

“Anche la figura di Alberto Marvelli, che io non conoscevo, è stato un dono di quella prima visita. Ricordo che mi venne regalato il libro di Monsignor Lanfranchi su Marvelli che lessi nel viaggio di ritorno in aereo e che subito mi colpì. Mi affascino la figura di questo giovane che nella sua quotidianità viveva questo grade amore per l’Eucarestia che si traduceva in un grande amore per i poveri. Credo che questo sia un messaggio molto attuale.”

Nel messaggio lei ha messo al centro i giovani, le persone in ricerca e quelle in difficoltà. Perché questa particolare sottolineatura?

“Perché i giovani sono davvero il nostro futuro, non è retorica questa. E’ un dato anagrafico che però si deve tradurre in una attenzione, in una simpatia, in una capacità di compagnia che non viene mai delusa ed è sempre ben corrisposta. Io so che il cammino di fede di tanti giovani in Diocesi è un segno di futuro e di speranza e sono sicuro che si potrà fare un bel cammino. Perché una chiesa senza giovani è come una famiglia senza figli e quindi senza futuro. Sento di aver bisogno di loro perché per far capire la bellezza del Vangelo a tanti giovani in ricerca che magari senza saperlo sentono il bisogno, la fame di Dio, di Vangelo con questi giovani credenti si può fare un bel cammino che diventi attraente e praticabile anche per tanti altri coetanei.”

Rimini, capitale del turismo, si dice sia una realtà complessa. Sente questa responsabilità?

“Questa responsabilità mi fa un po’ tremare. Nella mia vita ho avuto modo di fare diverse esperienze ma questa è una novità per me pur provenendo da una città di mare come Latina, dove ho passato tanti anni, e pur essenso stato Vescovo di Anagni e Alatri, una diocesi dove c’è Fiuggi anch’essa meta di tanti turisti. Sento che qui avrò sicuramente bisogno di imparare, e non lo dico per falsa modestia. Devo mettermi in ascolto, capire le esigenze, le possibilità. Quello che mi conforta è il sapere che anche in questo si è fatto un bel tratto di strada: io spero solo di poter fare qualche altro passo avanti con la nostra Chiesa.”

Quali sono le urgenze pastorali che sente come preponderanti per la nostra Chiesa italiana e anche per quella locale?

“Per quanto riguarda la Chiesa locale ho bisogno prima di immergermici dentro ed avere il tempo di conoscere da vicino la situazione.
Per quanto riguarda l’Italia l’urgenza si chiama Nuova Evangelizzazione perchè è importante aiutare tanta gente a riscoprire la bellezza del Vangelo. Questo si può fare solo attraverso persone capaci di contagiare gli altri con la loro esperienza. La cosa che ci incoraggia ad intraprendere o a proseguire questa opera (mi risulta infatti che Rimini ha già fatto una bella esperienza con la missione diocesana di qualche anno fa) è che non si tratta solo di un’urgenza ma anche di una possibilità e quindi è un importante cammino da portare avanti.”

Come vede il rapporto tra movimenti e chiesa locale?

“Io penso che il rapporto non possa che essere nel segno della Comunione, perchè siamo Chiesa, siamo nella stessa Chiesa e qundi non può non essere un rapporto fatto di un dialogo sincero e di sostegno. Non però tra realtà parallele, perchè non sono due realtà parallele, perchè il Vescovo ha questa responsabilità che gli viene non di essere la sintesi dei carismi, ma di avere lui, non per suo merito, ma per dono di grazia il Ministero della sintesi.”

Quale sarà, se ci ha già pensato, la prima cosa che farà quando arriverà a Rimini?

“Sinceramente ancora non lo so, perché adesso sto pensando alle cose che precederanno il mio arrivo. Vorrei essere disponibile, arrivare non tanto con idee già belle e fatte, o con dei programmi preconfezionati. Vorrei vedere un po’, ecco. Mi auguro che la prima cosa sia quella che piace soprattutto al signore, allora sarà la prima cosa giusta.”

Qual è il periodo in cui le piacerebbe arrivare a Rimini?

“Vorrei arrivare a Rimini nel periodo più opportuno. Il periodo più opportuno per me sarà quello più opportuno per la Diocesi, e quindi mi auguro e sono sicuro che ci sarà questa coincidenza. Certamente sarà dopo il grande pellegrinaggio dei giovani a Loreto, nel periodo di settembre, settimana più settimana meno. Non sono ancora in grado di precisare la data, perché questa va concordata con il Vescovo e con il Presbiterio.”

Insomma, festeggeremo tra il suo compleanno, il 6 settembre, e l’anniversario della sua ordinazione, il 23?

Lambiasi ride. “Sì, settembre è un mese significativo nella mia vita per queste date e anche per altri eventi. Ripeto, io adesso non lo so perché il futuro è sempre nelle mani del Signore, comunque dovrebbe essere in quel periodo”

Monsignor Lambiasi, per finire: che augurio le possiamo fare?

“Io mi sento sempre nelle mani del Signore. La preghiera che oggi faccio è la preghiera di Papa Luciani, non è mia ma la sento molto mia: che il Signore mi tenga le mani sulla testa ma che anch’io tenga la mia testa sotto le sue mani. Questo è l’augurio di cui sento il bisogno”.

(intervista di Simona Mulazzani)

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