Indietro
menu
rapporto sull'economia

Allarme CGIL su invecchiamento in provincia. Il 28° comune è quello degli 85enni

In foto: la presentazione del rapporto
la presentazione del rapporto
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Gio 19 Giu 2025 17:54 ~ ultimo agg. 18:10
Tempo di lettura 2 min

E’ un lavoro precario, con redditi bassi e minacciato da invecchiamento e denatalità, quello che emerge dall’analisi di IRES Emilia-Romagna e CGIL Rimini che hanno presentato i dati del 13° rapporto sull’economia ed il lavoro in provincia di Rimini. A preoccupare più di ogni altra cosa è proprio il quadro demografico. In provincia di Rimini ormai c’è un 28° Comune, quello degli ultra ottantacinquenni. É una città di medie dimensioni, dove i residenti hanno tutti più di 85 anni e sono circa 14.000! Per Roberto Battaglia (Segretario generale SPI CGIL Rimini) in tema di invecchiamento della popolazione la povertà sociale dilagante rischia di sommarsi a quella delle relazioni, con persone anziane sempre più sole (solo a Rimini in 10.180 vivono sole) e con esigenze sociali crescenti che rischiano di esplodere entro il 2040. La ricerca si suddivide in 4 macro capitoli: la struttura e le dinamiche demografiche, le dinamiche economiche e d’impresa, il mercato del lavoro ed il benessere sociale, l’ambiente ed il territorio. Ma i punti critici rimangono quelli ormai strutturali, come la media degli stipendi molto più bassa rispetto a quella regionale e il lavoro nero. La retribuzione media annua dei dipendenti privati si attesta a 17.809 euro lordi, fanalino di coda in Emilia-Romagna. Per la segretaria generale CGIL Rimini Francesca Lilla Parco, i dati sui redditi dichiarati e sulle retribuzioni medie sono la cartina di tornasole di un lavoro nero e irregolare dilagante. Nel settore turistico inoltre pesa in maniera considerevole l’assenza di un’indennità di disoccupazione specifica. Turismo, che è ancora il settore trainante dell’economia provinciale. Il 2024 segna infine un dato positivo: +6,3% di occupati rispetto all’anno precedente, performance superiore a quella regionale. Tuttavia, cresce il numero degli inattivi (+4,8% dal 2019). Solo il 32,5% dei lavoratori dipendenti ha un impiego stabile (tempo pieno e 52 settimane lavorative): tra le donne, la percentuale crolla al 20%, segno di un’occupazione ancora fragile e discontinua. 

Altre notizie