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Cattolica Newsrimini

Alla Galleria S. Croce in mostra le ‘Immersioni’ di Stefano Ronci

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Ven 7 Nov 2003 15:05 ~ ultimo agg. 10 Mag 12:52
Tempo di lettura 2 min

mostra è organizzata e curata dal Centro Culturale Polivalente del Comune di Cattolica.

informazioni allo 0541 967802
Ingresso libero – orario: aperto venerdì, sabato, domenica dalle 16 alle 19

La scheda della mostra a cura dell’organizzazione:

Piantumazioni sulla spiaggia, esplosioni di verde, giardini che evocano eden caraibici, sono improprie apparizioni per queste latitudini e per queste nostre nebbie che specie d’inverno si addensano allo sfocio della pianura padana; una fascia litorale sempre più innaturale è quella che compare senza soluzione di continuità su questa nostra sponda adriatica accanto a quella metropoli di costa che dal secondo dopoguerra è deflagrata senza freni. Nella spiaggia antropizzata le esotiche presenze botaniche devono far dimenticare che dopotutto siamo sulle rive dell’Adriatico.

D’inverno, come per un incantesimo maligno, diventano giardini raggelati e ” il variegato verde vivaistico” profusamente disseminato sulla spiaggia, come osserva Fabio Fiori nella sua presentazione alla mostra, si trasforma in un “meta-paesaggio balneare”.
Le ectoplasmatiche sagome delle piante esotiche incellophanate diventano il tema centrale della ‘rappresentazione’ pittorica di Stefano Ronci e del suo indagare il rapporto uomo-natura: ne deriva una inedita lettura del paesaggio, si propone una nuova tassonomia di reperti balneari.

L’idea – idea in parte consumata anche da una recente campagna pubblicitaria riminese per il nuovo ‘piano di spiaggia’- da cui nasce questa mostra è densa di riferimenti sottili e problematici. Si tratta di rileggere ancora una volta il volto del nostro litorale e riflettere ancora una volta sugli eccessi che su di esso si addensano, antropici, cementizi, economici e sociali o semplicemente di mode e di arredi invasivi.
Stefano Ronci, architetto trentenne riminese, indaga e ritrae macroscopicamente l’aspetto estraniante e incongruo di queste strane vegetazioni di spiaggia, lo fa con occhio indagatore e astrae un universo inquietante. L’estrema fusione, la sintesi fatale è quando l’artista stesso si tramuta, celandosi nel cellophane, in una creatura arcana e ambigua.
Il riferimento lontano può essere l’espressione artistica della land art anni ’70, o le emblematiche impacchettature dell’artista Christò; il riferimento vicino è una pittura iperrealista e conscia di tutti i mezzi tecnici di cui può entrare in possesso per la ‘vivisezione ‘ del dato di natura. Il senso complessivo del lavoro è quello di svelare una lettura incrociata tra arte, uomo e paesaggio.
Abbiamo intervistato Stefano Ronci.

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