Aggressione al PS di Rimini. La CGIL chiede presidio fisso di polizia


Dopo l'aggressione ai danni di una OSS del Pronto Soccorso dell'Ospedale Infermi di Rimini avvenuta nella notte tra domenica e lunedì la Funzione Pubblica della CGIL interviene con grande preoccupazione chiedendo che ci sia un presidio costante delle forze dell'ordine. "Da tempo denunciamo la crescente insicurezza negli ambienti di lavoro ospedalieri, in particolare nei Pronto Soccorso, dove le condizioni di attesa prolungata, il sovraffollamento, gli spazi inadeguati, la promiscuità tra pazienti agitati e presunti psichiatrici, e la carenza di personale costituiscono un terreno fertile per l’escalation di episodi violenti. L’episodio di Rimini non è un caso isolato, ma solo l’ultimo di una lunga serie di eventi". CGIL e FP CGIL sottolineano che: "Nonostante la situazione fosse di estremo pericolo, il personale sanitario ha pensato prima di tutto a mettere in sicurezza i pazienti presenti. Ancora una volta, medici, infermieri e OSS hanno dimostrato un senso del dovere e una professionalità encomiabili, ma non possiamo più permettere che la loro incolumità venga sacrificata sull’altare della mancanza di misure di sicurezza adeguate."
In un contesto dove non esistono percorsi separati per i pazienti psichiatrici e in stato di agitazione, né misure pienamente adeguate di prevenzione, la sicurezza degli operatori e degli utenti è seriamente compromessa. "È inaccettabile che medici, infermieri e operatori socio-sanitari debbano continuare a svolgere la propria attività professionale in condizioni di insicurezza. Chiediamo con forza l’istituzione di un presidio di polizia permanente all’interno del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rimini. Tale misura rappresenterebbe non solo un deterrente efficace contro futuri episodi di violenza, ma garantirebbe anche un intervento immediato in situazioni di emergenza. Riteniamo necessario che i soggetti istituzionali inizino a ragionare in termini concreti, dando piena applicazione alla legge n. 113/2020 in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, anche attraverso uno specifico protocollo in sede prefettizia".