Affitti brevi, proprietari, albergatori, politica. Vivace confronto su Icaro TV


Erano 50 nel 2017, sono passati a 500 nel 2019 e a 1.185 nel 2023, oltre 1500 nel 2024. E’ questa la fotografia scattata dal comune di Rimini sugli immobili dedicati agli affitti brevi turistici. A Riccione si contano invece 552 annunci con alcuni host che arrivano ad affittare fino a 16 appartamenti. Un trend in espansione spinto soprattutto dallo sviluppo della piattaforma Airbnb. A livello nazionale si contano circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate, di cui 496mila sono presenti sulle piattaforme online (dati gennaio 2025) e ne beneficiano direttamente circa 500mila famiglie. Il 96% di queste abitazioni è di singoli proprietari privati; il 25% è promosso online con gestione professionale di operatori specializzati. In Italia l’impatto degli affitti brevi sul PIL è in crescita: dai 57 miliardi del 2023 ai 66 miliardi del 2024, di cui 13 da prenotazioni dirette, 52 i miliardi dell’indotto e 1 miliardo da ristrutturazioni, arredi e manutenzioni.
Un fenomeno sempre più diffuso e diventato croce e delizia per tante città con vocazione turistica. Delizia proprio per l’indotto e il giro d’affari generato, croce perché contestualmente viene additato come una delle principali cause delle difficoltà nel trovare alloggi in affitto tutto l’anno. La Regione Emilia Romagna, ad esempio, ha avviato l’iter per una legge che disciplini gli affitti brevi trovando un punto di equilibrio tra il diritto all’abitare e le esigenze del settore turistico. In Emilia Romagna, dati Istat, ci sono oltre 136mila abitazioni non occupate a fronte di 5.169 case in affitto breve sulle piattaforme online. A Rimini sono 14.222 quelle sfitte con 513 invece in affitto breve.
Intanto sono scattate da alcuni mesi anche nuove norme a livello nazionale: stop ai lucchetti esterni con codici per le chiavi (le cosiddette keybox) e ai self check-in con l’obbligo invece di identificare gli ospiti di persona e di comunicazione in Questura con inserimento nel portale “Alloggiati Web” entro 24 ore dall’arrivo. Secondo una recente ricerca di Fondazione ISSCON e Federconsumatori però nel riminese il 34% delle strutture continuerebbe comunque a ricorrere ai self chek-in. Dal 1° gennaio è diventata poi obbligatoria l’esposizione del CIN, un codice identificativo, sugli immobili destinati agli affitti brevi con sanzioni fino ad 8mila euro per chi non si registra. Quattro gli alloggi che si possono gestire, al momento, senza dover ricorrere alla forma imprenditoriale.
Il tema è stato affrontato nella puntata di Fuori dall'Aula su Icaro TV. Ospiti la consigliera regionale del Pd Emma Petitti, la presidente dell'Unione dei Piccoli Proprietari Immobiliari Paola Zoli e il presidente di Promozione Alberghiera Antonio Carasso e in collegamento ci sarà il vicepresidente dell'Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab) Michele Ridolfo.