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Parte l'iter legislativo

Affitti brevi, la legge regionale: variante urbanistica semplificata per comuni

In foto: affitti brevi (creato da IA)
affitti brevi (creato da IA)
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Ven 24 Ott 2025 08:36 ~ ultimo agg. 08:51
Tempo di lettura 4 min

Parte ufficialmente l’iter legislativo per l'approvazione del progetto di legge regionale sugli affitti brevi. Dopo un confronto con Comuni, associazioni di categoria e stakeholder, la Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa il testo definitivo del provvedimento, che ora passa all’esame della Commissione competente. Il testo rivisto dopo le osservazioni emerse nel corso del percorso di confronto, ha recepito una serie di indicazioni relative alla semplificazione delle procedure e alla possibilità di adattare l’applicazione alle diverse realtà locali. Resta confermata l’impostazione di fondo: nessun obbligo di intervento, ma la facoltà per le amministrazioni comunali di attivare, attraverso una variante urbanistica semplificata, strumenti regolatori mirati. L’obiettivo è rispondere alle differenti esigenze dei singoli territori, sia rispetto alla necessità di regolamentare il fenomeno degli affitti brevi, sia a quella di incentivarne l’utilizzo come opportunità di sviluppo turistico. La bozza emersa nei mesi scorsi prevedeva la possibilità di introdurre nei piani urbanistici comunali una nuova destinazione d’uso, denominata ‘locazione breve’ e inserita nella categoria turistico-ricettiva, con l’obiettivo di distinguere gli immobili destinati a questo tipo di attività dal patrimonio abitativo ordinario. Gli immobili utilizzati per affitti brevi dovranno rispettare standard rigorosi di sicurezza, igiene ed efficienza energetica mentre i Comuni avranno la possibilità di richiedere ulteriori requisiti di qualità edilizia. La proposta prevedeva inoltre di consentire ai comuni il ricorso alla leva fiscale dei contributi di costruzione per incentivare o disincentivare l’insediamento delle locazioni brevi. Il “ritorno” all’uso abitativo potrebbe invece avvenire in qualsiasi momento e senza costi aggiuntivi. 

Con l’avvio dell’esame, in Commissione, del progetto di legge sugli Affitti brevi entriamo nella fase decisiva di un percorso che abbiamo costruito insieme ai territori- dichiarano gli assessori regionali alla Casa, Giovanni Paglia, e al Turismo, Roberta Frisoni- con l’obiettivo di definire uno strumento urbanistico in grado di rispondere in modo concreto a esigenze diverse, attraverso soluzioni applicabili e flessibili. Il provvedimento offre ai Comuni la possibilità di intervenire in base alle caratteristiche del proprio territorio: regolamentandolo dove necessario, oppure sostenendolo nei contesti in cui può rappresentare un’opportunità di sviluppo, come nelle aree montane e nei borghi. Abbiamo lavorato per rendere il provvedimento semplice da applicare, attento alla qualità dell’offerta e capace di valorizzare le specificità locali, contribuendo anche a garantire condizioni di concorrenza più equilibrate rispetto alle strutture ricettive tradizionali. Saranno le amministrazioni comunali, in autonomia, a decidere se e come utilizzarlo”.

Contro la proposta di legge si è già espresso Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, parlando di provvedimento "palesemente illegittimo" e annunciando l'intenzione di "chiederne l’annullamento alla Corte costituzionale perchè ”viola la normativa urbanistica vigente” che invece prevede che “le locazioni turistiche possano legittimamente essere esercitate in immobili a destinazione residenziale”. Fagnoni aveva evidenziato poi che nel tempo che intercorrerà tra l’entrata in vigore e l’eventuale annullamento della legge si produrranno danni ed effetti negativi per i proprietari tra oneri, divieti e ulteriori requisiti qualitativi.

Intanto la questione affitti brevi fa discutere anche a livello nazionale. Il testo definitivo della Manovra di bilancio 2026 varata dal Governo elimina infatti l’aumento generalizzato della cedolare secca sugli affitti brevi, ma mantiene l’aliquota al 26% per i contratti conclusi tramite piattaforme o intermediari, quali Airbnb o Booking, lasciando il 21% solo per le locazioni dirette

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