Adescava minori regalando gettoni, giostraio condannato


Con la promessa di regalare gettoni per l’autoscontro o per altre giostre, adescava minorenni ai quali in un secondo momento chiedeva nelle chat di WhatsApp o Messenger foto e video intimi. L’imputato è un giostraio di 57 anni della provincia di Bergamo, dove risiede tuttora, è stato condannato dal tribunale monocratico di Rimini a un anno e 10 mesi di reclusione per detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni. La richiesta del pubblico ministero era stata di 2 anni e 3 mesi.
I fatti risalgono agli anni 2018-2019 e l’adescamento di minori sarebbe avvenuto in concomitanza con un’importante fiera di paese che si svolge nel Riminese. E’ lì, nella zona del luna park dove lavorava, che il 57enne ha avvicinato alcuni ragazzini di 13-14 anni offrendo loro dei gettoni in regalo per le giostre. Un modo, secondo l’accusa, di entrare in confidenza con le vittime e ottenere così il loro numero di cellulare o l’amicizia su Facebook.
Attraverso le chat di Messenger o WhatsApp, il giostraio, dopo essersi scambiato con i minori alcuni messaggi, chiedeva degli incontri per avere con loro rapporti sessuali oppure li sollecitava ad inviargli foto o video che li ritraevano nudi. Sono stati i genitori di due ragazzini a scoprire nello smartphone dei figli le chat con il 57enne. Scioccati dalle richieste dell’uomo, che in cambio prometteva di regalare ai minori la chiavetta dell’autoscontro o biglietti gratis per altre giostre, papà e mamme si sono precipitati in caserma per denunciarlo.
Le indagini dei militari dell’Arma, coordinate dal magistrato riminese Davide Ercolani su delega della Procura distrettuale di Bologna, avevano portato al sequestro del telefonino del giostraio, all’interno del quale era stato trovato del materiale pedopornografico. A distanza di anni dai fatti contestati, l’imputato, difeso dall’avvocatessa Cinzia Bonfantini del foro di Rimini, era finito a processo e di recente è stato condannato. Il tribunale di Rimini, infatti, su perizia del consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice, lo ha ritenuto capace di intendere e volere, nonostante il tribunale di Bergamo lo scorso giugno lo avesse assolto per fatti analoghi, commessi nel febbraio 2019 in un piccolo comune della Bergamasca, perché non imputabile per vizio totale di mente. Al giostraio era stato riscontrato in passato un ritardo mentale di grado medio, che, secondo la tesi difensiva, lo renderebbe incapace di intendere e volere. Non per il tribunale di Rimini, evidentemente. Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni, ma l’avvocatessa del 57enne ha già preannunciato ricorso in Appello.