
Il Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti - CNCA Emilia-Romagna esprime la propria solidarietà e vicinanza al Comune di Bologna, ai SerDP e agli Enti del Privato Sociale che in Regione attuano interventi di Riduzione del Danno (RdD) e Limitazione dei Rischi (LdR), per gli attacchi politici ricevuti in merito alla distribuzione in strada di pipe destinate alla tutela della salute delle persone che fanno uso di crack.
"Questi attacchi - si legge in un comunicato dell'Esecutivo CNCA Emilia-Romagna a firma di Cristian Tamagnini, Silvia Salucci, Fabio Salati, Giorgia Olezzi, Nello Calvi - stupiscono ancora di più oggi, quando le politiche e gli interventi di RdD e LdR risultano ormai consolidati e validati da decenni all’interno della comunità scientifica e tra gli operatori della prevenzione; tant’è che gli interventi di RdD dal 2017 sono inclusi a pieno titolo nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che lo Stato dovrebbe garantire ad ogni cittadino e cittadina.
Alla base di questi interventi non c’è una “resa”, né tanto meno un “favorire” il consumo di sostanze, ma vi sono principi validati scientificamente ed eticamente, prima ancora che di buon senso:
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gli interventi di RdD in generale e la distribuzione di materiali sterili e di profilassi (tra cui anche le pipette per il crack) in particolare aiutano a tutelare la salute dei consumatori (prevenendo e/o riducendo l’incidenza di infezioni, alcune anche letali, e lesioni) e a diminuire la frequenza dell’uso/abuso; tant’è che oggi possiamo dire che questi interventi hanno salvato la vita di migliaia di persone nel corso degli anni;
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aiutano a tutelare la salute della comunità, riducendo le occasioni di diffusione di malattie a trasmissione sessuale, ematica, salivare e limitando i costi sanitari e sociali annessi, e la sicurezza dei cittadini, contenendo le situazioni di degrado legate ai fenomeni di spaccio e consumo;
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aiutano ad instaurare relazioni significative coi consumatori (molti dei quali invisibili ai servizi sanitari), primo passo per avviare un eventuale percorso di fuoriuscita dalla dipendenza e/o da situazioni di disagio e degrado;
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riconoscono dignità a persone che, al di là della loro condizione di dipendenza o della loro scelta di usare sostanze, hanno il diritto imprescindibile e costituzionalmente riconosciuto alla salute fisica e mentale.
Per questo un'ulteriore polemica sugli interventi di RdD ci pare pretestuosa e frutto di un dibattito arretrato.
Crediamo invece che la sfida dovrebbe essere opposta, ovvero garantire in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale servizi e interventi che, seppur riconosciuti dai LEA, risultano allo stato attuale ancora implementati a macchia di leopardo sui diversi territori.
Auspichiamo che le politiche di RdD e LdR tornino ad essere a pieno titolo incluse e riattualizzate all’interno del dibattito sul fenomeno delle dipendenze (a cominciare dalla prossima Conferenza Nazionale sulle Droghe del 7 e 8 novembre); un fenomeno oggi quanto mai complesso e sfaccettato e che, proprio per questo, richiede approcci multidimensionali (non paternalistici o moralistici) e proposte di cura e presa in carico della persona tossicodipendente che non possono essere legate esclusivamente ad una condizione di astinenza dall’uso.
Riuscirà la politica ad essere adeguata a questa sfida? Almeno una parte di essa ci sembra proprio che ancora oggi non lo sia".
Cristian Tamagnini, Silvia Salucci, Fabio Salati, Giorgia Olezzi, Nello Calvi