Sampierana: anche Quaranta appende le scarpette al chiodo


Non solo Glauco Lanzi. Domenica, ultimo atto casalingo contro il Medicina, la Sampierana perderà un altro dei suoi veterani: il capitano Nicola Quaranta. Classe 1986, da 13 anni veste la maglia del club tra Promozione ed Eccellenza dopo aver militato anche con Sanvitese (Prima e Promozione), Due Emme e Forlimpopoli (entrambe in Promozione). Nativo di Sarsina, dieci anni fa si è trasferito a San Piero dove lavora come stimato fisioterapista.
Nicola Quaranta, perché ha preso questa decisione?
“Da un paio di anni ragionavo su quale sarebbe stato il momento più opportuno, le mie figlie di due e cinque anni hanno accelerato la scelta. In questi anni gli impegni di lavoro ed il calcio hanno sottratto ad entrambe e alla mia compagna Daniela molto tempo: si meritano che d’ora in poi io possa dedicarmi di più a loro”.
Quando ha comunicato il suo addio al calcio?
“Qualche giorno fa, nella chat di squadra. È stato il momento più difficile perché abbandoni qualcosa che fai da quando eri bambino e a cui sei legato da una passione infinita. Gli enormi segni di affetto e stima ricevuti nei giorni seguenti mi hanno fatto emozionare e reso molto orgoglioso”.
Resterà nel mondo del calcio?
“Purtroppo no. Qualsiasi altro ruolo, interpretato seriamente, richiederebbe tempo. Mi dispiace abbandonare la società che in questi anni mi ha dato tanto, composta da persone speciali che con il loro impegno quotidiano permettono che il gioco vada avanti”.
La soddisfazione più bella?
“Non ho dubbi, la promozione della stagione scorsa in Eccellenza, la festa allo stadio, i bambini che ti fermano e ti chiedono l’autografo sulla maglia mettendoti in imbarazzo sapendo di non meritare tante attenzioni, ma che ti fanno capire l’esempio che sei per loro. Quel giorno è stata un’ enorme soddisfazione. Appendere le scarpette al chiodo lasciando la Sampierana in una categoria differente rispetto a quella in cui l’avevo trovata sarebbe stato un grosso peso”.
Il bilancio qual è?
“Il bilancio è sicuramente positivo, oltre all’aspetto sportivo il calcio penso sia stata un’ottima palestra, che mi ha insegnato valori importanti come il rispetto delle regole e dei ruoli, come la costanza ti permetta di raggiungere i risultati che ti eri prefissato e soprattutto sapere stare all’interno di un gruppo condividendo obiettivi comuni”.
Cosa le mancherà?
“Sicuramente lo spogliatoio e la domenica. Lo spogliatoio mi ha permesso di conoscere un sacco di persone che molto probabilmente non avrei mai incontrato e ognuno ti lascia qualcosa; con alcuni trascorri anni insieme e la condivisione di tanti momenti belli e altri difficili permette di creare dei rapporti talmente forti e profondi che li fanno diventare amici veri. La domenica è, invece, il centro di tutto. L’adrenalina della competizione accresciuta dalla responsabilità di rappresentare squadra, società e un intero paese che non ha mai fatto mancare il sostegno sugli spalti”.
Perché la Sampierana nel girone di ritorno ha perso smalto?
“Un cocktail di situazioni: rosa corta, infortuni, stanchezza fisica e mentale e forse con il naturale rinnovamento dei ranghi la nostra chimica di squadra non è ancora abbastanza forte per superare momenti così difficili. Contro il Medicina dobbiamo salutare il nostro pubblico alla grande, con i tre punti. Io e Glauco (Lanzi) che abbiamo vissuto tanti anni assieme, vogliamo uscire di scena da vincitori”.