Rimini-Juventus Next Gen 0-2, il dopogara
Le dichiarazioni al termine di Rimini-Juventus Next Gen 0-2 (leggi notizia).
Massimo Brambilla, allenatore della Juventus Next Gen. "Per noi sono tre punti importantissimi perché arrivavamo da due sconfitte dove avevamo preso otto gol, oggi non prendere gol è stato per noi importante. Poi, entrando nella disamina della gara, abbiamo sofferto molto nella prima mezzora, siamo stati costretti a fare una partita sporca perché il Rimini ha messo agonismo, ha messo ritmo, ci pressava, e noi non siamo riusciti a pulire la palla per poi provare un po' a giocare, quindi siamo andati in difficoltà. Poi, col passare del tempo, nel secondo tempo, abbiamo impostato un po' più ordine, abbiamo rischiato qualcosina dietro, però tutto sommato siamo stati più compatti e poi abbiamo colpito nei momenti della gara in cui siamo riusciti a portarla a casa. Probabilmente avremmo potuto fare il 2-0 prima e avremmo rischiato meno, alla fine l'abbiamo chiusa proprio dopo il 90°".
Decisivi gli ingressi di Vacca e Okoro. "Noi abbiamo molte alternative davanti, abbiamo giocatori di qualità. Oggi il problema del primo tempo era che la palla non riuscivamo a reggerla davanti perché la maggiore fisicità dei difensori del Rimini non ci permetteva di regger palla e la scelta è stata in quella direzione: Okoro e Vacca hanno fatto un grande lavoro, al di là dell'azione del gol, in cui hanno messo qualità, ma l'idea era quella di mettere due attaccanti più fisici che reggessero palla per poi andare a giocare sotto".
Nel secondo tempo la sua squadra si è mossa meglio, con più leggerezza. "Nel secondo tempo noi abbiamo fatto meglio, ripeto, abbiamo anche gestito la palla molto meglio, i due attaccanti davanti ci hanno aiutato a tenere la palla alta, poi anche il ritmo del Rimini è un po' calato, perché nel primo tempo la palla era sempre pressata, obiettivamente facevamo fatica a palleggiare, a muovere palla, nel secondo tempo invece calando un po' le pressioni, calando l'intensità della pressione avversaria siamo stati bravi a muovere palla per cercare di allentare per andare poi a colpire negli ultimi venti metri".
Filippo D'Alesio, allenatore del Rimini F.C. "Forse il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, però è teoria. La pratica dice che abbiamo perso: di conseguenza incassiamo il colpo, analizzeremo i motivi. L'importante è essere consapevoli di aver fatto ancora una volta la prestazione. Poi, queste sono partite che mantieni sull'equilibrio. Come ci è successo a Perugia la partita equilibrata siamo stati bravi noi a portarla dalla nostra, questa volta c'è successo il contrario. In una condizione di equilibrio accade questo. Di certo è che ci sono state anche partite che abbiamo vinto dove abbiamo subito molto di più da un punto di vista dalle occasioni, questa volta abbiamo subito secondo me poco, però dopo cinque minuti del secondo tempo abbiamo subito quel gol. Poi c'è stata secondo me anche una buona gestione di quel momento, perché altre volte siamo stati una squadra che si è fatta prendere dalla fretta, spesso e volentieri abbiamo subito il secondo gol. Ne avevamo parlato con i ragazzi e siamo stati in equilibrio, abbiamo avuto pazienza, loro si sono abbassati, ci sono venuti a prendere con una punta in meno, e siamo stati bravi a liberare determinati giocatori, a creare poi le nostre occasioni. La bravura secondo me in quel momento è stata proprio quella: capire che non serviva avere fretta, buttare la palla su e fare la guerra. In quel momento serviva avere le idee e avere lucidità, e ci abbiamo provato. Non sono entrate determinate occasioni. Il secondo gol fa male perché va ad aumentare un passivo che secondo me non meritavamo".
Quando si è in parità il Rimini dà l'idea di poterla anche portare a casa, quando è sotto fa invece più fatica a trovare la via per un recupero del risultato. "La Juve ha fatto un po' la partita che noi abbiamo fatto a Perugia: nel momento in cui sono andati in vantaggio hanno spezzato un po' il gioco, si sono abbassati un pochino, però secondo me noi avevamo capito quale poteva essere la via, che era quella di liberare uno dei nostri difensori, o a destra o a sinistra, e nel momento in cui li attiravamo fuori cercare di entrare da dentro. Abbiamo riempito un paio di volte l'area bene, con l'occasione di Moray, l'occasione di Ferrarini, l'occasione di Asmussen. Eravamo stati bravi anche a disordinarli. Voglio tornare proprio lì: ci siamo arrivati con le idee, che è la cosa che a me dà più fiducia. Poi arriverà anche la situazione di buttarla dentro, se questa partita finisce 1-1 avremmo parlato di tutt'altro, di una prestazione in equilibrio dove il pareggio era il risultato migliore".
La sensazione è che, a differenza di quelli della Juve, i vostri cambi non abbiano dato la spinta sperata. "Non credo, nel senso che non era facile giocare in una situazione in cui la Juve era molto blocco basso, quindi avevi pochi spazi. Di conseguenza chi è entrato era in una condizione un pochino più difficile, perché quando giochi a spazi un po' più ampi, in transizione, a campo aperto, chi entra è un po' più facilitato. L'atteggiamento che hanno avuto è stato positivo: l'atteggiamento di chi vuole dare un contributo. Sicuramente un attaccante come Boli ha bisogno più di spazi, quando gli si chiudono può andare un po' più in difficoltà. Però Fiorini è entrato, ha dato ordine, ha dato geometrie. Ferrarini ha avuto poche occasioni per incidere. Era una partita che secondo me dovevamo gestire in questo modo. I cambi non mi va di giudicarli in maniera positiva o negativa, io giudico l'atteggiamento, l'atteggiamento di chi vuole entrare e dà l'anima. Poi l'errore tecnico, l'errore di scelta non li giudico, io giudico prima di tutto l'atteggiamento e l'atteggiamento è stato positivo. Sarei stato più incavolato se qualcuno fosse entrato e non avesse dato il contributo di cui avevamo bisogno in quel momento. Poi la qualità tecnica, quelle sono tutte cose che una volta può andarti bene a una volta meno bene, come oggi".
Quando le partite sono così in equilibrio la qualità fa la differenza. "Noi siamo a mio parere una squadra molto abile a difendersi. Anche in occasione del loro gol avevamo perso palla, siamo ripartiti, ci siamo abbassati, eravamo in una situazione di blocco basso, per scardinarci hanno trovato una giocata a mo' di futsal: la velata di Okoro. Sono stati bravi lì. Avremmo potuto fare meglio in alcune cose, ci sono due dettagli che secondo me avremmo potuto fare, però il più delle volte l'attaccante lì la tiene. Noi avevamo già l'uomo addosso, invece ha trovato una giocata individuale che in questo momento avremmo fatto difficoltà a trovare. La qualità lì c'è stata non solo per il primo controllo ed il tiro, ma la qualità della scelta, del pensiero. Sono stati anche bravi loro lì. C'è anche la bravura dell'avversario da riconoscere. Per il secondo gol sì la qualità, però era l'ultima azione, siamo andati all'arrembaggio. Lì la qualità centra meno, c'erano un po' più di spazi".
Il problema della Juve di questo avvio sono stati i tanti gol subiti. C'è rammarico per non essere riusciti a fare gol a una difesa non insuperabile? "Sicuramente nel percorso di crescita di una squadra come la Juve c'era la voglia di migliorarsi. Noi avremmo potuto sfruttare meglio alcune occasioni, sono completamente d'accordo, però le occasioni le abbiamo avute. C'è un po' di rammarico perché non meritavamo questo risultato. Adesso questo rammarico, questa rabbia dobbiamo trasformarla in energia. Avevo detto alla vigilia di non perdere questo entusiasmo. Come dico sempre, è facile avere entusiasmo dopo una vittoria, la bravura nostra deve essere quella di mantenere questo entusiasmo, questo attaccamento anche dopo una sconfitta a mio parere immeritata, però c'è e ne prendiamo atto".
Un giudizio sull'arbitraggio e siete preoccupati per la situazione societaria sempre più precaria? "Per mia natura e per mia forma mentis preferisco non appigliarmi a cose positive o negative dell'arbitro, a meno che non ci siano cose clamorose. Non è qualcosa su cui voglio avere un focus giudicare l'arbitraggio, c'è chi di dovere. Non ci sono state cose clamorose, al di là di qualche decisione che sicuramente un po' pendeva verso la Juve, soprattutto nei cartellini. Per l'aspetto societario idem, nel senso che arbitraggio e società sono due cose che non possiamo controllare, su cui non possiamo fare niente, e di conseguenza possiamo solamente evitare di sprecare energie per pensare a queste cose, e pensare al nostro obiettivo, a quello che ci diciamo dentro lo spogliatoio, a quello che ci siamo promessi, e di conseguenza proteggere quello che siamo noi".
D'Agostini è uscito per scelta tecnica? Come sta questa squadra da un punto di vista fisico? Questa volta qualche errore tecnico ha costretto a correre su e giù per il campo tanti giocatori. "Per D'Agostini è stata più una scelta per dare un po' più di forza, di brillantezza, nel senso che D'Agostini è un ragazzo che fa un lavoro incredibile, a volte perde un po' di lucidità. Mettendo Boli metti un po' di forze fresche, era solo cercare di mettere un pochino più di forze in quel momento, anche su qualche palla sporca, com'è capitato in occasione dell'episodio sul quale poi abbiamo chiamato la card, quindi cercare anche con Boli di giocare sui loro difensori, che sarebbero potuti andare in difficoltà su questo aspetto. Per quanto riguarda la condizione fisica onestamente non credo che eravamo rispetto alle altre partite sottotono, era proprio la partita che era spenta: era una partita in cui durava due minuti l'azione, poi un fallo, poi altri momenti a spezzettare troppo il gioco, eravamo meno brillanti, meno dentro la partita. Anche loro dopo il primo gol sono stati bravi a spegnerla, ma anche nel primo tempo si giocava, poi ci si fermava. Non siamo riusciti ad essere con la nostra solita intensità. Non voglio giustificare i ragazzi, però secondo me era quella la motivazione. Per quanto riguarda il tasso tecnico era una partita diversa rispetto alle altre volte, meno aperta, gli spazi la Juve tendeva a toglierteli difendendo bassa. Noi dovevamo portare il gioco dalla parte opposta e poi cercare di rompere lì dentro. Poi, si può migliorare ed è il nostro obiettivo. Ogni partita è una verifica e dove ci sono degli aspetti da migliorare mettiamo il focus e cerchiamo di migliorarli nel nostro percorso".
A fine gara la Curva Est ha intonato il coro: "Siamo tutti cani randagi!", riprendendo una sua citazione di qualche settimana fa. "È una cosa bella che ci identifica non come squadra, ma come ambiente, come città, come persone che in questo momento un po' stanno soffrendo. Perché no? Creare un collegamento con tutti con una metafora è un qualcosa che ci lega. Io credo che per farcela, per tentate l'impresa, è proprio l'ambiente che ci deve credere, che ci deve spronare. Ci crediamo tutti, non Rimini come squadra, ma Rimini come città. Ben venga, al di là della metafora, è proprio l'intento che abbiamo tutti noi di provare a salvarci".
Alessandro De Vitis, centrocampista del Rimini F.C. "Il primo tempo è stato secondo me molto positivo, abbiamo affrontato una squadra che sapevamo di qualità e di struttura, di gamba. Però penso che avevamo preparato la partita nella maniera corretta, infatti la sensazione dopo il primo tempo era di fare bene e di poter portare a casa anche il bottino pieno. Il secondo tempo l'abbiamo iniziato con questo gol a freddo, che ci ha un po' fatto calare, però solo qualche minuto perché poi la reazione c'è stata, abbiamo avuto qualche buona occasione, mi viene in mente Asmussen, Moray, Bellodi. Abbiamo creato delle situazioni per poterla pareggiare, però hanno fatto bene loro la fase difensiva nel secondo tempo. Sappiamo che in queste partite, dove regna tanto equilibrio, sbloccarla può essere determinante, come abbiamo fatto la settimana scorsa noi a Perugia. Però io penso sia stata una prestazione positiva, che ci deve comunque dare delle certezze perché a mio avviso abbiamo fatto una partita gagliarda, una partita dove abbiamo tenuto bene il campo, dove alla fine a parte l'episodio del gol, un bel gol hanno fatto, di qualità, ma non mi sembra avessimo corso altri pericoli. Quindi il 2-0 è frutto di essere un po' sbilanciati alla fine, ci sta, però io penso che usciamo da questa partita rammaricati, perché c'era grande voglia di portare a casa quanto meno un punto, ma dobbiamo essere secondo me consapevoli che siamo sicuramente sulla strada giusta. E affrontando le partite con questo atteggiamento secondo me ne perderemo poche. Quindi, a parte il risultato, c'è da essere abbastanza soddisfatti".
Cercate di chiudervi il più possibile nello spogliatoio e di non guardare quello che succede fuori. Ma come riuscite a non pensare al fatto che si sia passati dalla fase di confusione alla fase di deserto? "Esatto, quindi la cosa importante è cimentare tra di noi ed essere compatti tra di noi come gruppo squadra, con staff tecnico e tutto. Anche perché il resto non c'è, a parte, come ho detto la settimana scorsa, la figura di Giammarioli, che sta cercando di dare una mano, sta cercando di risolvere determinati problemi. La cosa su cui dobbiamo continuare a battere il ferro è trovare la gioia e la voglia di continuare a migliorarci quotidianamente, perché penso che nel percorso che stiamo facendo si stiano vedendo dei miglioramenti. Anche dal campo si ha la sensazione che siamo squadra, che siamo vivi, ce la giochiamo con tutti. Abbiamo affrontato a viso aperto una squadra come l'Arezzo che sta demolendo il campionato: ha vinto anche oggi 3-0 a Ravenna, mentre qua ha fatto molta fatica. Queste sono tutte cose che a me personalmente danno forza. Confermo quanto ho detto dopo Perugia: noi crediamo fortemente di poter risalire la classifica. È chiaro che dobbiamo essere anche aiutati, questo sicuramente, però in questo momento noi cerchiamo di non pensarci e di focalizzarci sul campo".
Siete la faccia bella di un Rimini con mille problemi. Questa è una cosa che vi dà anche la forza di andare avanti? Perché immagino vi sentiate sostenuti dai tifosi. "Lo percepiamo, è una cosa che ci grafitica perché comunque vuol dire che anche gli sforzi che stiamo facendo vengono notati dall'esterno. Sentiamo la vicinanza dei tifosi, della curva, della città. Sappiamo che in questo momento abbiamo questa responsabilità e ci dà carica, ci dà forza, sicuramente, e deve darci un'ulteriore spinta affinché poi le cose possano mettersi in maniera positiva anche all'esterno del campo. Però ci tengo a sottolineare che a noi questo affetto, questo calore, anche da voi addetti, è una cosa che ci fa piacere, la percepiamo, è assolutamente gratificante. Cerchiamo di portare avanti questa fiducia che comunque sentiamo".












