D'Alesio: "Chiedo scusa. Oggi è stata più una questione di cuore, di anima"
Le dichiarazioni al termine di Rimini-Bra 1-2 (leggi notizia).
Fabio, Nistico, allenatore Bra. "Sono contento dell'osservazione del meritata perché secondo me abbiamo fatto un primo tempo importantissimo, dove siamo riusciti a portare sul campo tutto quello che avevamo provato in settimana, siamo andati sul 2-0 e con una grossa serenità c'era la sensazione di riuscire a non prendere gol. Devo fare i complimenti ai ragazzi perché purtroppo i miei tre cambi sono stati per infortunio, prima Minaj, poi Sinani e Nesci, non avevo più cambi. Questa situazione del regolamento si potrebbe correggere. Siamo riusciti a portare in partita con tre cambi contro un avversario che, l'ho già detto in settimana ai miei ragazzi, ha valori assoluti all'interno della rosa, l'allenatore, che non conoscevo, ci siamo conosciuti oggi, è preparatissimo, mette dei concetti. Questa vittoria è ancora più importante per l'avversario che abbiamo trovato. L'infortunio di Nesci è sconvolgente: frattura scomposta del perone e lussazione della caviglia, probabilmente la frattura del perone è anche scomposta".
Quanto pesano questi tre punti? "A livello di morale, di energia, nello spogliatoio è una vittoria che conta tantissimo. Per la penalizzazione che ha questa squadra tenerla a 11 punti sono tanti. A livello emotivo chi vive negli spogliatoio sa che sono mazzate importanti. In funzione di quello che stiamo facendo nell'ultimo mese dobbiamo andare a riprendere altre squadre, siamo consapevoli che il nostro campionato è questo".
Solo nei venti minuti finali avete un po' mollato. "Anzi io sono un po' arrabbiato perché quella mancanza di possesso negli ultimi 20 minuti è stata dovuta anche a delle situazioni che hanno destabilizzato il gruppo squadra. Vedere un compagno con una gamba spezzata è sconvolgente. Nesci è all'ospedale di Rimini: perone scomposto e lussazione della caviglia. Adesso è da capire se riescono a stabilizzarlo e a portarlo a Torino per l'operazione".
Filippo D'Alesio, allenatore del Rimini F.C. "Sicuramente il morale: noi siamo molto aggrappati in questo momento ai risultati, che ci danno delle volte quella spinta in più, a questa partita tenevamo in maniera particolare, effettivamente non tanto per una questione di classifica perché sappiamo che non possiamo pensare di vincere tutte le partite, questa era una partita, giocandola, alla nostra portata. Io mi prendo le responsabilità, ai ragazzi non è da dare nessuna responsabilità, hanno dato tutto, forse ho sbagliato io in alcune cose, e di conseguenza la colpa è tutta mia, i ragazzi hanno fatto quello che gli avevo chiesto. Chiedo scusa a tutto il popolo di Rimini perché so che ci tenevano tutti a questa partita, ci tenevamo anche noi a dare una gioia alle persone che sono qui allo stadio e che ci seguono".
Oggi si è visto un atteggiamento diverso, al di là dei limiti della squadra, che sono sempre gli stessi. È successo qualcosa a livello societario che vi ha destabilizzato? "Diciamo che qualcosa succede sempre. Ci sono sempre situazioni societarie che sappiamo che un pochino possono spostare. Però non dobbiamo prenderci questo alibi. Eravamo più spenti. Torno a ripetere, la responsabilità è mia perché se altre volte sono riuscito a dare un segnale, anche a comunicare per accendere quel fuoco, oggi eravamo un pochino più spenti, quindi, torno a ripetere, la colpa è mia, avrei dovuto fare di più".
Ha giocato con il solo Boli in attacco, con Leoncini tra le linee. "Una scelta dovuta a quello che poteva essere il piano gara per avere un centrocampista in più molto fuori, quindi mettere in difficoltà con Leoncini, piuttosto che alzare un attaccante avere un centrocampista che svariava tra le linee. A tratti secondo me è stata anche una buona soluzione. E non nego che era anche un modo per fare un centrocampo più maturo e al tempo stesso tenere delle armi da usare a partita in corso, come Capac, che sia che la partita si mettesse bene sia che si mettesse male poteva essere quel giocatore che ti avrebbe potuto dare qualcosa di diverso. Torno a ripetere: l'avevamo pensata così. Oggi non è andata. Faremo un'analisi su quello che non è andato, però torno a ripetere: secondo me è stata più una questione di umore, di cuore, di anima, eravamo meno Rimini di quello che effettivamente siamo stati fino adesso".
È mancata in effetti quell'esuberanza che si era vista nelle gare precedenti, una squadra che è sembrata più preoccupata rispetto alle altre uscite. "Quella fiamma che abbiamo tenerla sempre alimentata non è facile, un po' è fisiologico che ogni tanto cali, non può essere costante sempre nello stato d'animo, nell'intensità, nelle vibrazioni che hai. Devo dire che comunque se dovessi ripensare alla partita abbiamo avuto delle sbavature: il primo gol penso a un rinvio del portiere, quindi una situazione di controllo, quindi sappiamo già dove abbiamo sbagliato. Quello mi fa pensare a una situazione più di disattenzione, poco focus su quello che sono le nostre cose. Abbiamo steccato forse per la prima volta la partita da un punto di vista dell'atteggiamento, da un punto di vista dell'abnegazione, dell'attenzione. Poi è vero che altre volte anche abbiamo fatto errori su questo aspetto, penso che anche a Campobasso: se nei primi cinque minuti ci avessero fatto gol su quel cross forse la partita si sarebbe messa in un altro modo. Noi abbiamo ad oggi nel nostro percorso la sensazione che nel momento in cui abbiamo un calo di attenzione, un momento in cui non anticipiamo quello che potrebbe essere l'azione e reagiamo, arriviamo sempre un momento dopo e possiamo rischiare di prendere gol, com'è successo oggi, che ne abbiamo presi due, ma è successo uguale anche a Ravenna, dove comunque vuoi o non vuoi la prestazione l'avevi fatta, ma gli avversari sono stati più bravi, più furbi, hanno anticipato prima di noi quello che stava per accadere. Quindi questa è una cosa di cui prendiamo atto, per portare avanti il nostro percorso dobbiamo sicuramente migliorare questa situazione, io in primis trovare il modo e la chiave per far sì che non accadano queste situazioni".
Il rammarico è che il Rimini visto in altre occasioni aveva le caratteristiche giuste per portare a casa un risultato diverso. "Sono d'accordo perché effettivamente non abbiamo scuse. Era una partita che avremmo potuto giocarci molto meglio. Anche il fatto di aver preso il secondo gol, saremmo potuti rimanere sull'1-0, la partita era ancora lunga. Non abbiamo alibi. Io in primis mi prendo le colpe, i ragazzi sono anche giustificabili perché non possiamo chiedergli ogni volta un rendimento alto dal punto di vista mentale, non giudico l'errore tecnico, non giudico l'errore tattico, giudico un'attenzione, un focus sempre alto, uno stato emotivo sempre importante. Non lo fa nessuno e non possiamo pretenderlo nemmeno noi con le problematiche che abbiamo".
Fa un po' specie perché sembra essere il momento clou per la cessione. "L'analisi che faccio è che quando parti vivi di quella novità, quella voglia di uscirne fuori con cattiveria, con foga. Poi è naturale che quel tipo di passione si potrebbe affievolire e potrebbero venire fuori delle situazioni psicologiche che un pochino ti svuotano. Oggi eravamo un pochino svuotati. Non so se è una questione societaria o nostra di approccio. La partita di oggi non è giustificabile".
A fine partita avevate intenzione di "Lepri ha sentito una strattonata, ma lieve. Ci siamo resi conto che avremmo solo allungato i tempi e abbiamo desistito".












