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la società ancora silente

Post diffamatori sulla pagina della Curva est: il sindaco Sadegholvaad querela

In foto: Sadegholvaad in Municipio con la Coppa Italia
Sadegholvaad in Municipio con la Coppa Italia
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Sab 26 Lug 2025 11:08 ~ ultimo agg. 22:02
Tempo di lettura 4 min
In una situazione sempre incerta dal punto di vista societario, si accende la tensione tra il sindaco di Rimini e parte della tifoseria dopo un pesante messaggio pubblicato dalla pagina della Curva Est.
"Ieri nel tardo pomeriggio ho dovuto leggere qualcosa che non avrei mai immaginato in vita mia. Uno choc come forse non mi è mai capitato in tanti anni da amministratore pubblico, lo ammetto", esordisce il sindaco sulla sua pagina.
"In un post su Facebook nella pagina del gruppo "Curva Est Rimini", in merito alla possibile cessione della Rimini Calcio da parte della famiglia Petracca-Di Salvo, si affermava che io avrei fatto da facilitatore e avrei steso il tappeto rosso all'ingresso della "criminalità organizzata"..."la camorra"....alla quale io avrei dato la "benedizione".
Affermazioni indegne, deliranti, false, vergognose alle quali questa amministrazione comunale non può piegarsi sia sotto il profilo di dignità personale (a chi, come e quando sarebbero state aperte le porte alla criminalità organizzata???) sia per quanto riguarda il clima d'odio che si è venuto a creare intorno alla Rimini Calcio che hanno già portato nei giorni scorsi i Petracca a dover rinunciare alla presenza in commissione consiliare in seguito alla gravissime minacce ricevute, così come gli epiteti sessisti irripetibili (chiaramente uditi da tanti presenti) subiti da alcune consigliere comunali in commissione da cosiddetti tifosi".
Prosegue Sadegholvaad: "C'è un limite a tutto, e il limite è stato abbondantemente superato. Non esistono 'zone franche' a Rimini in cui bugie, minacce, offese, pressioni violente possano essere accettate con rassegnazione e paura.
Con i 'galantuomini' autori delle dichiarazioni di ieri e con gli amministratori della pagina facebook Curva Est Rimini ci si guarderà adesso negli occhi nelle aule di Giustizia, abbandonando il vile anonimato di una tastiera. Vedremo se in un Tribunale, davanti a un Giudice, avranno buoni argomenti per sostenere le loro farneticazioni".
Per ciò che riguarda invece il futuro della Rimini Calcio "siamo tutti in attesa di capire in queste ore se vi sarà passaggio di proprietà e soprattutto chi saranno gli eventuali acquirenti. Sappiano i tifosi che i signori Petracca se effettivamente venderanno la società lo faranno in un rapporto privatistico in cui un Sindaco è (ahimè) semplice spettatore. In queste settimane ho più volte cercato i signori Petracca per capire cosa stesse accadendo. Decine di contatti, in varie occasioni caduti a vuoto, in cui chiedevo conto a nome della città di Rimini della situazione. L'ho fatto in occasione del ritardo dei pagamenti e poi quando è stato chiaro a tutti che non ci sarebbero più state le forze economiche per andare avanti. Tutto questo, non dimentichiamolo mai a distanza di pochi mesi dalla vittoria della Coppa Italia, giorni in cui si respirava un clima di festa e grande fiducia. Poi il tracollo in poche settimane. Circa 48 ore fa vengo informato da Petracca e dal Presidente della Lega Pro Matteo Marani che potrebbero esserci imminenti notizie perché un acquirente (non specificato) potrebbe garantire la continuità della Rimini Calcio. Questa è la storia in pillole di queste ultime settimane.
Rimini chiede chiarezza e trasparenza su questo.
Prima di tutto la chiede ai Petracca, la chiede ai vertici di Lega e Federazione che dovranno valutare l'onorabilità e solidità finanziaria della società acquirente, la chiede alle istituzioni e organi deputati per legge e competenza alla verifica del rispetto legale e morale di ogni legge non solo sul calcio ma italiana".
Conclude il sindaco: "Come ho scritto lunedì 21 luglio alle ore 17.30 in uno dei tanti messaggi whatsapp al signor Petracca: "Buongiorno Stefano, ho provato a cercarti. Ho bisogno urgentemente di sentirti. Ho bisogno di sapere cosa sta accadendo. All'ultima telefonata ci eravamo lasciati che saremmo rimasti in stretto contatto. Non ho sentito più nessuno. La Rimini Calcio è un patrimonio collettivo, della Città. Sono molto preoccupato di questi silenzi".
Ecco, appunto, I colori biancorossi non sono proprietà esclusiva di nessuno ma sono patrimonio della città. Dunque come tale va trattata questa vicenda e pretendiamo da tutti venga trattata.
Come Comune faremo tutti i passi necessari per tutelare la storia del Rimini e i valori della città".
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