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l'allarme di morolli

Genitori in quarantena, ma i figli vanno a scuola lo stesso. Segnalazioni in Procura

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 19 nov 2020 14:12 ~ ultimo agg. 20 nov 14:17
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Genitori che non solo si rifiutano di sottoporre i figli al tampone quando in classe è risultato positivo un compagno o, peggio ancora, quando in famiglia è emersa una positività, ma continuano addirittura a mandarli a scuola, perché “altrimenti, a chi lascio mio figlio?”. A sollevare il caso è l’assessore alla Scuola del Comune di Rimini, Mattia Morolli, che questa mattina intervenendo alla nostra trasmissione Tempo Reale ha raccontato come in Comune arrivino decine e decine di segnalazioni in merito, “al momento circa una trentina e non sono poche”. Insomma, ci sarebbero genitori incoscienti che decidono di mettere a rischio la salute collettiva.

“Quello di mandare i figli a scuola e non fargli fare il tampone nonostante l’invito dell’Ausl, quando magari la classe è stata interessata da una positività, è un malcostume che esiste – denuncia pubblicamente Morolli -. Purtroppo, situazioni del genere sono in aumento. Gli uffici comunali ricevono sempre più segnalazioni via mail e per telefono. Io stesso sono stato fermato per strada o alla cassa del supermercato. In alcune chat scolastiche alcuni genitori segnalano la propria positività e poi il giorno dopo mandano a scuola i figli come se nulla fosse, invece di farli stare a casa in quarantena”.

In questi casi, del resto, uno studente che è stato a contatto con un altro studente positivo o che magari ha un positivo tra le mura domestiche, non può essere obbligato a sottoporsi al tampone, ha però l’obbligo di restare in isolamento domiciliare per 14 giorni. A tal proposito, spiega l’assessore, è stato fatto firmare un patto di corresponsabilità tra scuola e genitori, invece qualcuno sta venendo meno. Serve più rispetto delle norme collettive sanitarie, oltre che per i propri compagni e insegnanti”.

Il Comune, dopo le opportune verifiche, che riguardano scuole di ogni tipo, dal nido alle superiori, ha intenzione di inviare le segnalazioni in Procura. Per questo Morolli lancia un appello: “E’ una situazione che non possiamo più tollerare, chiediamo alle famiglie responsabilità”.