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martedì 30 aprile 2024
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Calcio Giovanile

Riflessioni e proposte di Valter Sapucci dopo la diretta di Domenico Magrini (FIGC)

In foto: Valter Sapucci, coordinatore Scuola Calcio Garden
Valter Sapucci, coordinatore Scuola Calcio Garden
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 16 apr 2020 10:34 ~ ultimo agg. 17 apr 20:18
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Ricevuto, pubblichiamo una lettera di riflessioni sul calcio giovanile di Valter Sapucci, coordinatore Scuola Calcio Garden Accademia Juventus, dopo l’intervento del presidente della FIGC Delegazione di Rimini, Domenico Magrini, a “Un caffè con…” (sulla pagina Facebook Icaro Sport).

“Buongiorno, Roberto! Ti scrivo alcune considerazione e proposte in merito al lucido intervento del Presidente
Magrini per portare un mio contributo nell’ambito del futuro prossimo dell’attività giovanile.

Il calcio di base in questo momento è come un atleta che, avendo subito un brutto infortunio, deve trovare
un equilibrio tra la preoccupazione di proteggersi e di diminuire i fattori di rischio e la gran voglia di tornare a esprimere la propria passione per soddisfare i propri desideri e realizzare i propri sogni.

Anche noi tecnici viviamo un momento di grande incertezza anche perché, soprattutto in ambito sportivo, si è
sempre pensato di poter trasformare un limite in opportunità e si è ritenuto possibile superare le difficoltà
attraverso la volontà, l’impegno, la costanza e la forza interiore.

Ora invece ci siamo accorti che questo assioma funziona solo se il limite è auto imposto, ma davanti ad un ostacolo assoluto e specifico come quello che stiamo affrontando non possiamo usare le nostre competenze e le nostre armi.
All’improvviso dopo che per anni siamo stati orientati sull’attenzione del bisogni sociali e dei bisogni del sé
ricercando stima appartenenza, auto-realizzazione, ci siamo trovati a dover considerare sotto attacco bisogni
primari come la libertà personale, la sicurezza e addirittura l’approvvigionamento alimentare, tutte certezze,
fino a ieri, della nostra quotidianità.

Abbiamo scoperto una fragilità che dobbiamo accettare e affrontare scegliendo con consapevolezza una posizione e una direzione. Resistere, incassare, assorbire tutte le difficoltà aspettando il momento per ritornare “al mondo di prima” è, a mio parere, una posizione limitante perché “il mondo di prima” difficilmente a breve ci si presenterà.

In una situazione di così improvviso, inaspettato e violento shock è probabilmente più utile un cambiamento evolutivo nella metodologia e nelle relazioni. Dovremo quindi superare stereotipi, luoghi comuni e vincoli mentali che nell’attività sportiva sono particolarmente radicati, procedere eliminando tutto ciò che non è più funzionale alla sfida che dobbiamo affrontare e motivarci verso un cambiamento inevitabile.

Ecco perché ritengo indispensabili alcuni interventi che dovranno essere tempestivi e lungimiranti.

Per aprire un dibattito che va affrontato adesso, mi permetto di proporre alcune indicazioni riguardo l’organizzazione generale e le scelte tecnico operative da delineare:

1) il settore giovanile e scolastico della Figc deve indicare linee guida chiare sulle condizioni logistiche,
strutturali e organizzative per lo svolgimento corretto e sicuro dell’attività alla sua ripresa.

2) Le delegazioni Figc e l’Associazione Allenatori, di concerto con i Medici Sportivi, devono organizzare
aggiornamenti riguardo le procedure che tutti saremo chiamati a conoscere, rispettare e trasmettere ai nostri
ragazzi e ai loro genitori.

3) La Figc dovrebbe prorogare tutti i tesseramenti annuali, che scadrebbero il 30 giugno, al 31/12/2020, per dare continuità alle iscrizioni effettuate e rendere possibile sul piano assicurativo eventuali iniziative estive o
autunnali evitando alle Società e alle famiglie costi e burocrazia. Si potrebbe prevedere una finestra a settembre solo per eventuali svincoli, rimandando i nuovi tesseramenti a gennaio 2021 con scadenza giugno 2021 contenendone il più possibile le spese.

4) Per l’attività di base nella prima fase eviterei tornei e/o partite in modo da favorire una graduale ripresa.
Occorre superare una naturale sfiducia che si può manifestare verso l’esterno e contrastare la probabile paura
iniziale del confronto. Ogni Società dovrebbe essere libera di organizzare amichevoli di vicinato senza vincoli
particolari ,sempre chiaramente nel rispetto delle indicazioni tecniche della Figc. In questa fase a mio parere andrebbero mantenute bloccate le modalità di gioco (chi giocava il 9vs9 mantiene il format e a scendere tutti vengono regolati allo stesso modo). Solo successivamente (gennaio 2021?) si potrà riprendere una attività tradizionale con tornei e confronti, adeguando solo in questa seconda fase il regolare passaggio di categoria.

5) Particolare attenzione va riservata dalla Figc alla situazione delle visite mediche agonistiche non rinnovate o
non effettuate nonostante il compimento delle 12 anno a causa delle limitazioni. Rischiamo di trovarci con
tanti ragazzi in difetto e senza interventi mirati (posticipo validità o certificazioni intermedie), tanti saranno
impossibilitati a partecipare ad allenamenti.

6) I campionati giovanili agonistici, Giovanissimi e Allievi, fermo restando il normale percorso di categoria,
dovrebbero iniziare non prima di due/tre mesi dall’inizio della ripresa in campo, in ragione delle motivazioni
espresse precedentemente.

Concludo con un un piccolo appello e un auspicio: mi auguro non venga sottovalutata l’assoluta necessità motoria, cognitiva e relazionale dei bimbi e dei ragazzi, potenzialità che sono fortemente sviluppate dall’attività
sportiva giovanile e che occorre, appena ci saranno le condizioni, continuare a formare e stimolare. Sono
convinto che i nostri giovani andranno da subito responsabilizzati e investiti della nostra fiducia perché hanno
una capacità adattiva straordinaria e una grande intelligenza pratica.

Altrettanta fiducia dovremo essere in grado di conquistarci e meritarci noi istruttori ed educatori. Attraverso lo sport e la scuola potremo attivare e consolidare i nuovi e corretti comportamenti sportivi e sociali, recuperando quel ruolo educativo che, soprattutto in questo momento, non dobbiamo assolutamente delegare.

Valter Sapucci”

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