Concessioni demaniali, ok al decreto ma con poche modifiche
Dopo l’inatteso stop della seduta precedente, le commissioni Finanze e Giustizia della Camera dei deputati hanno dato lunedì sera il via libera al decreto “salva-infrazioni” che comprende al suo interno anche il cosiddetto decreto Fitto relativo alle concessioni demaniali. Il testo approvato non introduce modifiche sostanziali rispetto a quanto deliberato dal Consiglio dei Ministri e dà il via libera alla messa a gara delle concessioni da parte degli enti locali entro il 30 giugno 2027. Appena un paio i cambiamenti. Il primo prevede l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva per le società e le associazioni sportive dilettantistiche, titolari di concessioni balneari, che svolgano le attività no-profit in via stabile e principale, e “che perseguono esclusivamente finalità sociali, ricreative e di promozione di benessere psicofisico”. Secondo la norma approvata, le associazioni e le federazioni sportive interessate devono svolgere attività “considerate non economiche in base al diritto dell’Unione europea” e sono tenute a continuare a versare il canone previsto. L’altra modifica approvata, su proposta della Lega, prevede che i “manufatti amovibili” presenti sulle concessioni, fino alle nuove aggiudicazioni, potranno essere mantenuti e quindi non dovranno essere smantellati anche durante la stagione invernale. Niente da fare invece per le proposte ipotizzate dalle forze di centrodestra sul riconoscimento del valore aziendale ai gestori uscenti. Il decreto dunque prevede che i nuovi gestori riconoscano ai titolari uscenti un corrispettivo economico pari agli investimenti non ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Aspetto fortemente contestato dalle associazioni di categoria che chiedevano invece di veder riconosciuto il valore aziendale come previsto nel precedente provvedimento del Governo Draghi. Ipotesi però esclusa dalla stessa UE. A calcolare l’indennizzo sarà un perito o un collegio di periti, sulla base dei criteri che il Ministero dovrà emanare entro il 31 marzo 2025. Eventuali modifiche potrebbero essere introdotte nel passaggio in aula. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 16 novembre.
I commenti
Andrea Gnassi, deputato PD
“Il decreto salva-infrazioni passerà alla Camera senza modifiche alla direttiva Bolkestein e non conterrà nessuna delle tante promesse fatte in questi giorni ai balneari, a partire da quelle della presidente del Consiglio Meloni che, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale di Bucci, aveva annunciato nuove misure e strategie per rispondere alle forti contestazioni del settore. Nulla di tutto questo si è concretizzato; anzi, la maggioranza, con la Lega in testa, ha ritirato gli emendamenti e ha votato addirittura contro un suo emendamento che non aveva fatto in tempo a ritirare e che il Pd aveva sottoscritto. Un atto che descrive lo stato di soggezione di questa maggioranza a un Governo che ha prima illuso i balneari con promesse mirabolanti e poi, più realista del re, si è diligentemente allineato ai diktat della Commissione, senza intavolare nessuna vera negoziazione per venire incontro alle richieste legittime di migliore un testo pessimo“. Così in una nota i deputati democratici Andrea Gnassi, Federico Gianassi, Piero De Luca e Claudio Stefanazzi, che stanno seguendo nelle commissioni Giustizia e Finanze della Camera il decreto e che hanno ripresentato alcuni emendamenti ritirati dalla stessa maggioranza relativi alle gare e agli investimenti finanziati dagli attuali gestori degli stabilimenti balneari.
“Ogni proposta migliorativa proposta dal Pd è stata bocciata. Lo spirito per noi era e rimane quello di guardare al tema con appropriatezza e rigore, individuando per le gare criteri che potessero dare una visione al Paese per sostenere il turismo e riqualificare le coste. Spirito costruttivo dimostrato proponendo e votando gli emendamenti riguardanti una disciplina diversa dalla direttiva Bolkestein per le associazioni sportive senza fini di lucro. Quest’ultimo punto, approvato dopo un confronto e una verifica puntuale con l’Europa che prevede nello specifico non un’eccezione “salva furbetti o privilegiati”, ma, come per altri Paesi europei, una disciplina diversa solo per quelle attività considerate non economiche secondo il diritto europeo”.
Marco Croatti, senatore M5S
“Eccolo il vero volto del governo Meloni e dei partiti di destra che lo sostengono, cade la maschera e lascia emergere le bugie politiche di chi fingeva di essere dalla parte delle piccole e micro imprese balneari ma che, con la sua inerzia, ha messo in ginocchio un intero comparto e liberato il campo ad amici faccendieri e a grossi affaristi.
Mentre noi del M5S in questi anni chiedevamo di agire subito per trasformare la Bolkestein in una opportunità e scrivere un nuovo futuro per il turismo balneare, i partiti di destra hanno raccontato ai concessionari che nulla sarebbe cambiato, privilegi inclusi. E mentre noi prevedevamo tutele per incentivare i piccoli imprenditori, valorizzare le tipicità e le vocazioni, aumentare i diritti dei cittadini, il governo Meloni, FdI, Lega, FI con l’ennesima capriola politica portavano avanti la specialità politica della casa: abbandonare i più deboli e far vincere i più forti. In ogni campo in questi due anni è stato così: dalla sanità alla giustizia sociale, dalla giustizia all’economia.
Continueremo a dare battaglia in senato, non per proteggere gli interessi di pochi ma quello di tutti i cittadini, i veri proprietari delle nostre spiagge”.