A tu per per tu. Claudio Cecchetto si racconta su La Stampa


“Vivrò al massimo altri 50 anni e ho ancora due o tre cose che mi piacerebbe fare“. Claudio Cecchetto, nell’edizione domenicale de La Stampa, si racconta in un una lunga intervista della giornalista Clarissa Domenicucci. Cecchetto ricorda la sua infanzia, il desiderio di fare da grande “qualcosa che non ha fatto nessun altro“. Commosso parla del padre che a 4 anni gli regalò il primo giradischi e gli donò anche la voglia di ballare. L’incontro per l’intervista è a Riccione, nel suo quartier generale. “A Riccione ci sguazzo: qui mi sono sposato, ho creato il progetto Aquafan, aperto le piscine di notte, portato il Festival Bar e Un disco per l’estate“. Un passaggio rapido anche sulla politica, la sua candidatura a sindaco e le dimissioni da consigliere in polemica con il consiglio comunale.
Ora, a 72 anni, è ambasciatore di VisitRomagna “e in estate trasforma la Riviera in un dance floor a cielo aperto con la sua Notte Rosa“. La più grande figata? scoprire Jovanotti. Viene poi raccontata la sua carriera, da quando Mike Bongiorno vide in lui un talento, il tormentone Gioca Jouer, la radio, i talenti, a sua volta, scoperti: da Fiorello ad Amadeus, da Gerry Scotti a Fabio Volo. I suoi ispiratori sono stati Adriano Celentano e Renzo Arbore.
Cecchetto viene poi sollecitato sulla tecnologia, i social, la musica. Lo sguardo è sempre rivolto al futuro. L’estate 2024 come sarà gli viene chiesto: molto italiana per gli italiani. Gli artisti del momento che preferisce: Annalisa, Elodie a Angelina Mango.
La domanda conclusiva è di quelle che fanno pensare. Un numero uno ha amici sinceri? La risposta: i numeri uno sono sempre da soli perché il numero due si allea con il numero tre. Questa è la regola