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il racconto della vittima

Aggressione a Riccione: "Pestato da un gruppo di ragazzini per una sigaretta"

In foto: Aron, 25 anni, mostra l'occhio destro tumefatto
Aron, 25 anni, mostra l'occhio destro tumefatto
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 18 mag 2024 15:20 ~ ultimo agg. 19 mag 17:07
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E’ stato circondato, minacciato di morte e pestato a sangue per una sigaretta negata nel bel mezzo di piazzale Roma, a Riccione, alle 23.30 di sabato. Gli aggressori – dieci, forse dodici in tutto – sono con tutta probabilità minorenni. Tra loro c’era anche una ragazzina. A raccontare quanto accaduto è la vittima, un ragazzo di 25 anni di nome Aron Belfki, che vive nella Perla Verde insieme ai genitori e lavora al Canapa House di viale Ceccarini.

“Erano circa le 23.30 di sabato 11 maggio, avevo appena finito di lavorare e con il mio skateboard mi sono diretto in piazzale Roma. Mi sono fermato lì, sulla mia tavola, a fumare una sigaretta, quando nella spiaggia antistante ho notato un gruppo di ragazzini esaltati, su di giri a causa dell’alcol, questa almeno è stata la mia impressione, qualcuno di loro ha fatto addirittura il bagno – ci dice Aron al telefono -. Due o tre di loro sono venuti da me e mi hanno chiesto una sigaretta, ma io gli ho risposto che per loro non ce l’avevo. Lo stesso ho fatto dopo poco con altri due. Quando ho visto che insistevano ho detto che avrei chiamato i carabinieri se non mi avessero lasciato in pace, e così ho fatto. Al militare che mi ha risposto ho spiegato la situazione e ho chiesto se poteva restare in linea con me per qualche istante. In un primo momento il gruppetto si era allontanato, poi non appena ho chiuso il telefono è ricomparso”.

Ed è lì che la situazione è precipitata: “Mi hanno detto: ‘Perché hai chiamato i carabinieri? Volevi minacciarci?’. Poi mi hanno circondato. Ho cercato di tenerli a distanza mettendo tra me e loro il mio skate, ho provato a cercare una via di fuga ma non si spostavano. All’improvviso hanno iniziato a colpirmi con calci e pugni, sono caduto con la faccia nella sabbia. Ricordo che mi urlavano “ti ammazziamo”. Uno di loro ha preso una sedia di legno da un bar vicino, già chiuso, e me l’ha lanciata contro un paio di volte. L’aggressione – ricorda Aron – sarà durata due o tre minuti. Mentre ero a terra cercavo di ripararmi come potevo, poi ho trovato la forza di gridare aiuto e alcuni passanti sono venuti in mio soccorso. Tra questi c’era anche un carabiniere fuori servizio. A quel punto i ragazzini si sono sparpagliati e sono fuggiti. Uno di loro ha perso il cellulare e una giacca, poi sequestrati dai carabinieri”.

Il 25enne, a seguito dei colpi ricevuti, è stato dimesso dall’ospedale Ceccarini con una prognosi di una decina di giorni. Ha un occhio tumefatto, varie escoriazioni e l’obbligo di portare il collare. Ma più dei colpi ricevuti a lasciare il segno è stata il terrore vissuto in quei frangenti: “Sono un ragazzo molto solitario, giro spesso da solo, ma adesso ho paura, non mi sento più al sicuro. Qualche pomeriggio fa ero in centro a Riccione che passeggiavo e ho riconosciuto alcuni di loro, ho temuto potessero aggredirmi nuovamente, per fortuna non è successo. Non è normale essere pestati a sangue per una sigaretta negata, anche se credo che quello fosse solo un pretesto. Gente del genere nella mia città non la voglio”. 

Una volta dimesso, Aron si è recato in caserma per sporgere denuncia. I militari dell’Arma al momento hanno identificato uno degli aggressori: si tratta di un minorenne straniero, denunciato a piede libero. “Mi auguro che presto possano identificare anche gli altri – spiega il 25enne –, io nel frattempo mi sono rivolto all’avvocato Andrea Guidi per tutelarmi. Qualcuno può pensare che lo faccia per ottenere un risarcimento, in realtà vorrei avere la possibilità di parlare con questi ragazzini e con i loro genitori per far capire loro che quanto accaduto non è una bravata, ma una cosa molto grave che può avere conseguenze serie”.