Hashish e cocaina. GdF sgomina traffico che toccava anche il riminese

Un maxi giro di droga che dall’Umbria si spingeva fino alla provincia di Rimini. Nei guai sono finite cinque persone nei confronti delle quali i finanzieri del Comando Provinciale di Perugia hanno dato esecuzione ad alcune misure cautelari: una in carcere, una ai domiciliari e tre con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Si tratta di tre cittadini di origine marocchina, residenti in provincia di Perugia, Ancona e Pesaro Urbino, e due italiani, uno di origini campane che risiede a Città di Castello, l’altro riminese, 49 anni, residente a Misano Adriatico. Quest’ultimo lavorava come corriere per una società di trasporto e logistica.
Le indagini, scattate un anno fa, hanno appurato che la figura centrale del gruppo criminale era un pluripregiudicato marocchino, stabilitosi a Umbertide, che teneva i canali di approvvigionamento di hashish e cocaina dalla Spagna e dal Lazio. La droga, nascosta in aree di campagna e in impervie zone boschive, veniva poi immessa sulle principali piazze di spaccio sia di Perugia e dell’Alta Valle del Tevere sia delle province di Rimini e di Pesaro/Urbino, attraverso una consolidata rete di spacciatori.
Le indagini hanno consentito di trarre in arresto, in flagranza di reato, un componente del gruppo e sottoporre a sequestro oltre 2,5 chili di hashish e cocaina. Gli investigatori hanno anche ritrovato un’agenda gialla, contenente appunti in lingua araba, nella quale veniva tracciata la contabilità dell’attività di spaccio con tanto di indicazione degli acconti percepiti e dei saldi ancora da riscuotere. Grazie all’agenda i finanzieri sono riusciti a ricostruire i flussi finanziari per centinaia di migliaia di euro e i rapporti esistenti tra il principale indagato ed i suoi ‘collaboratori’.
La mente del gruppo è l’unico attualmente in carcere perché il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha ritenuto ci fosse “il rischio di reiterazione del reato” e l’esistenza di “un quadro cautelare di allarmante pericolosità sociale emergendo la personalità di costui come quella di chi è dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti in modo prevalente ed esclusivo e con modalità che denotano una inclinazione a delinquere fortemente accentuata”. Nei confronti del 49enne riminese, che secondo gli inquirenti rivestiva un ruolo minore, di semplice spacciatore nella zona tra Marche e Romagna, è stato disposto l’obbligo di dimora. Nelle perquisizioni delle abitazioni e delle pertinenze dei cinque indagati sono state trovate cospicue somme di denaro, appunti riconducibili ai traffici illeciti, numerosi telefoni cellulari ed una sofisticata apparecchiatura per la rilevazione di microspie.
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