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il prossimo a settembre

Concessioni demaniali. I commenti dopo il nuovo incontro del tavolo tecnico

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 26 lug 2023 11:42 ~ ultimo agg. 14:48
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Si è svolto a Palazzo Chigi il terzo incontro del Tavolo tecnico consultivo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fornito ai partecipanti al Tavolo nuovi dati – non ancora definitivi – per arrivare ad una prima proposta dei criteri per la definizione della scarsità o meno della risorsa. Durante l’incontro è stata presentata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze la piattaforma Siconbep che costituirà il nuovo strumento di mappatura digitale delle concessioni dei beni pubblici. Ai primi di settembre si terrà il prossimo incontro.

Per Mauro Vanni, Presidente di Confartigianato Imprese Demaniali “siamo arrivati al momento decisivo in cui dobbiamo fare uno sforzo comune per arrivare ad una proposta condivisa tra tutti gli attori al tavolo per risolvere una questione storica e vitale per il futuro delle nostre imprese”.

Assobalneari Italia – spiega Ezio Filippucci di Assobalneari Federturismo Confindustria Emilia-Romagna-, ha presentato il secondo dossier fotografico questa volta riguardante concessioni storiche fluviali e lacuali, quale contributo tecnico ed efficace per fare comprendere, anche a chi non conosce talune realtà, che la balneazione in Italia ha radici antiche anche su fiumi e laghi. Ciò per rafforzare inequivocabilmente la necessità di raccogliere oltre al dato marittimo anche quello fluviale e lacuale relativamente alle aree ancora disponibili. Ho la ferma convinzione che anche con questo paziente lavoro saremo in grado di dimostrare che in Italia ci sono abbondanti aree da attribuire per nuove concessioni prima di farlo con quelle esistenti. La direttiva Servizi, che noi non vogliamo eludere ma applicare correttamente, non si propone di creare disoccupazione o sostituzione di impresa, bensì nuove opportunità di lavoro. Confidiamo nel Governo Meloni per applicare nel modo più corretto i principi della Bolkestein a livello nazionale e nel grande mercato unico europeo, quindi anche il parametro della scarsità del bene. Solo in questo modo si può raggiungere la Coesione Sociale unico vero obiettivo della direttiva. La dimensione europea del mercato sarà anche la chiave di volta per far accettare la riforma alla commissione, visto che non potranno certo loro smentire i principi approvati il 12/12/2006 in Parlamento europeo. Un attimo dopo aver approvato la riforma del demanio, il confronto tra categorie e governo dovrà continuare per creare strumenti concteti, e non i soliti proclami già sentiti dai precedenti governi, da usate per rilanciare il turismo nazionale. I dati disponibili ad oggi parlano di un calo a doppia cifra da nord a sud. Tutto questo ci fa capire che non c’è più un attimo da perdere in polemiche e schermaglie politiche”.

E’ stato un incontro più produttivo del precedente,” riferisce Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio Operatori Balneari Marina Riminese di Confesercenti, “da cui però non è emerso ancora nulla di certo e definitivo“. “In linea generale, dai dati emerge la possibilità concreta di affermare che non vi sia scarsità del ‘bene spiaggia’ nel nostro Paese – spiega Pagliarani –. I dati non sono comunque definitivi e i criteri sulla scarsità o meno della risorsa saranno decisi nella prossima riunione del tavolo, convocata per settembre. Poi, sulla base dei dati, l’Italia interloquirà con l’Unione Europea per cercare di raggiungere una soluzione più corretta ed equilibrata sulla questione Bolkestein, senza eludere alcun principio comunitario”. Nel tavolo è stato inoltre ribadito che deve essere il Governo a tracciare la rotta, e che non spetta alle singole Regioni definire la percentuale di spiagge libere. “Auspichiamo che la strada intrapresa dal Governo in questi mesi sia quella giusta – conclude il presidente del Consorzio di Confesercenti –. Temiamo che sia una strada pericolosa, visti i tempi strettissimi. Incombono delle scadenze e abbiamo bisogno di sapere al più presto se l’UE sarà d’accordo sui criteri che deciderà l’Italia, e non è escluso che vengano chiesti ulteriori approfondimenti. Il rischio è che non ci siano i tempi e che, come già accaduto, i Comuni aprano i bandi a macchia di leopardo. Senza una regia nazionale sarebbe il caos totale”.