Calciatore fermato per sequestro di persona e tentato revenge porn


In sette giorni si sarebbe macchiato di una serie di reati gravissimi: rapina pluriaggravata e tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni personali, furto aggravato, estorsione e tentata diffusione illecita di video sessualmente espliciti, il cosiddetto revenge porn. Il presunto autore è un calciatore semiprofessionista di origine africana, che milita in una squadra marchigiana, sottoposto a fermo l’altro ieri (martedì) dalla polizia ferroviaria di Rimini mentre si trovava in città.
Due le denunce sporte nei suoi confronti tra il 12 e il 19 giugno, una a Marotta, l’altra Napoli. La prima vedrebbe protagonista il calciatore di rapina pluriaggravata nei confronti di un amico, che ha dichiarato di essere stato minacciato con un coltello per 30 euro. La seconda, invece, lo vuole responsabile di sequestro di persona nei confronti di una ragazza conosciuta casualmente in treno. Entrambi, secondo il racconto della giovane, sarebbero scesi alla stazione di Napoli e avrebbero trascorso alcuni giorni insieme. Durante la loro frequentazione, però, il calciatore sarebbe improvvisamente diventato aggressivo, tanto da segregarla nella camera di un bed and breakfast, dove l’avrebbe presa a schiaffi, le avrebbe strappato i vestiti e confiscato lo smartphone.
Non solo, perché l’avrebbe minacciata di diffondere sul web dei video intimi che la riguardavano, se lei non gli avesse consegnato almeno 300 euro in contanti. Con la scusa di uscire per cercare un bancomat e prelevare il denaro, la vittima sarebbe riuscita a chiedere aiuto ad una passante. Il calciatore, a quel punto, se ne sarebbe andato con il telefono della ragazza e la sua piccola valigia.
Rintracciato martedì scorso in un albergo di Rimini dalla Polfer, è stato sottoposto a fermo. Con sé aveva una borsa – probabilmente appartenente alla ragazza che era stata con lui a Napoli – dove all’interno sono stati rinvenuti circa 7 grammi di cocaina suddivisi in dosi. Il calciatore ha negato di aver sfiorato anche solo con un dito la giovane, spiegando che se ne sarebbe andata di sua spontanea volontà, senza dare spiegazioni, lasciando lì le sue cose. Lui, che non sapeva della presenza di sostanze stupefacenti nella borsa, le avrebbe prese per restituirgliele. Il suo difensore, l’avvocato Flavio Moscatt del foro di Rimini, durante l’interrogatorio avvenuto questa mattina nel carcere riminese dei Casetti ha chiesto la non convalida del fermo, mancando a suo dire i presupposti del pericolo di fuga (l’indagato infatti ha un domicilio preciso che lo renderebbe rintracciabile) e della pericolosità (essendo totalmente incensurato). Il gip deciderà nelle prossime ore.