Buoni segnali dall’export delle imprese riminesi nel primo trimestre 2023

Buoni segnali dall’export delle imprese riminesi nel primo trimestre del 2023. Una crescita legata all’aumento sia del numero che del valore delle esportazioni. Lo rileva il rapporto Sace elaborato dalla Camera di Commercio della Romagna.
Nel 1° trimestre 2023 le esportazioni in provincia di Rimini risultano pari a 700 milioni di euro, con un incremento dell’8,4% rispetto al 1° trimestre 2022, superiore alla variazione regionale (+4,5%) ma inferiore a quella nazionale (+9,8%). Le importazioni ammontano a 384 milioni di euro, in aumento tendenziale del 6,9%. Positivo il saldo commerciale
(differenza tra esportazioni e importazioni) fatto registrare nei primi tre mesi dell’anno:
+316 milioni di euro (+10,3% rispetto al saldo gennaio-marzo 2022).
Aumentano le esportazioni di molti dei principali prodotti: +21,9% i macchinari e gli apparecchi meccanici (29,4% del totale), +23,3% gli articoli di abbigliamento (18,2%), +8,1% i prodotti alimentari e le bevande (9,9%) e +1,6% gli apparecchi elettrici (6,7%). Calano, al contrario, i mezzi di trasporto (-8,9%, 6,4% del totale), di cui le navi e imbarcazioni (-14,9%, 5,3%), i prodotti in metallo (-1,3%, 8,4%) e gli articoli in gomma e materie plastiche (-16,8%, 4,5%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, gli Stati Uniti (13,2% del totale), la Francia (9,0%), la Germania (7,8%), il Regno Unito (6,4%), la Spagna (4,5%), la Polonia (3,7%) e la Russia (3,7%); è proprio la Russia a far registrare la crescita più alta (+42,0%), a cui seguono Stati Uniti (+8,8%), Francia (+7,5%), Polonia (+3,9%) e Spagna (+1,9%). In calo, invece, Regno Unito (-4,1%) e Germania (-4,0%). Quindi, pur con le sanzioni derivanti dalle decisioni dell’Unione Europea per la guerra con l’Ucraina, si assiste ad un aumento dell’export verso la Russia, con un aumento della relativa incidenza sulle esportazioni complessive di ben 0,9 punti percentuali (dal 2,8% del 1° trimestre 2022 al 3,7% del 1° trimestre 2023).
“L’export si conferma ‘un solido motore di sviluppo’ dell’economia italiana, come emerge dal rapporto Sace pubblicato ieri, ma anche della nostra economia. Secondo il rapporto, quest’anno le esportazioni cresceranno del 6,8% e supereranno i 660 miliardi di euro. Nei primi 3 mesi, l’incremento rispetto all’analogo periodo 2022 è stato di +9,8% – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna – Nelle nostre province l’aumento nel primo trimestre è stato del 7,5%, superiore alla variazione regionale, pari a +4,5%. L’inflazione ancora relativamente alta, da un lato, e il sensibile deprezzamento dell’euro, dall’altro, hanno giocato un ruolo importante nell’aumento del valore delle esportazioni. Cresce il valore esportato di molti dei principali prodotti, in particolare di quelli afferenti al settore nautico, alimentare e agricolo. Crescono anche le esportazioni verso i principali Paesi, con l’eccezione del Regno Unito. In questo contesto è particolarmente significativo quanto evidenziato da Sace, che ‘le imprese che investono in sostenibilità e in digitalizzazione sono anche quelle che esportano, di più e meglio’. A confermare questa analisi, dal seminario odierno di Fondazione Symbola, è emerso che le imprese coesive, le imprese che investono nel benessere economico e sociale, nelle competenze e nella cura dei propri lavoratori, nella sostenibilità, nel territorio, esportano di più: il 55,3% contro il 42,3% di quelle non coesive. Digitalizzazione, innovazione, responsabilità sociale sono linee strategiche su cui la Camera della Romagna investe e lavora, anche con la propria Azienda speciale Cise”.
La variazione dell’export può dipendere da molti fattori (tasso di cambio, vantaggio comparato tra Paesi, domanda estera dei nostri prodotti), tra i quali una certa rilevanza può assumere il tasso di inflazione; si ritiene, quindi, utile fornire una rappresentazione grafica del trend annuo, nel medio periodo, del valore delle esportazioni, da un lato, e dell’indice ISTAT NIC (indice dei prezzi per l’intera collettività)