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L'omelia del Vescovo emerito

Duomo colmo di gente per l'ultimo saluto a mons. Fausto Lanfranchi

In foto: un momento della celebrazione
un momento della celebrazione
di Redazione   
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gio 16 mar 2023 18:36 ~ ultimo agg. 17 mar 10:34
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Un Duomo pieno di fedeli, amici, diaconi, religiosi, religiose e presbiteri ha salutato per l’ultima volta in maniera terrena mons. Fausto Lanfranchi. Il feretro dell’amico e biografo del beato Alberto Marvelli era disteso a terra, a due passi dall’altare, solo un tappeto rosso a non fargli toccare il pavimento.
A presiedere l’eucaristia è stato il Vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi, al suo fianco il vescovo emerito mons. Francesco Lambiasi, il Vicario generale don Maurizio Fabbri, l’economo don Danilo Manduchi, il vice direttore dell’Issr don Gabriele Gozzi e decine decine di sacerdoti.
L’omelia è stata pronunciata dal vescovo emerito mons. Francesco Lambiasi, che aveva scelto mons. Lanfranchi anche come personale confessore. “Don Fausto – ha detto – era già impostato verso Cristo, l’amicizia con Marvelli lo ha lanciato con decisione. La santità si trasmette per contagio”. “Non è stato un protagonista, don Fausto, una persona da primo piano ma riservata. È stato un testimone, che in greco è tradotto con la parola martire. Non martire nel sangue, considerata la sua lunga vita – ha proseguito mons Lambiasi – ma martire in quanto testimone di Marvelli, di Gesù. Ha imparato da un testimone come Marvelli la via per dare testimonianza su Gesù Risorto. Tre verbi del testimone: guardare, ricordare e raccontare.”
Un ricordo personale e commosso di don Fausto è stato quello di Nino Liuzio, suo collaboratore nella parrocchia di San Domenico Savio e poi dal 2008 al Centro di Documentazione A. Marvelli.
Una lunga folla ha reso omaggio alla bara al termine della celebrazione.