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nei guai anche la titolare

Certificati medici falsi per lavorare in discoteca, medico a processo

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mer 1 Mar 2023 17:37 ~ ultimo agg. 2 Mar 13:17
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Undici certificati medici, relativi ad altrettanti dipendenti di una nota discoteca del Riminese, sarebbero stati appositamente post datati da un medico compiacente, un riminese di 61 anni, ora a processo per falsità ideologica e truffa ai danni dello Stato, in modo che il gestore del locale, all’epoca dei fatti una 44enne riccionese, potesse sottrarsi ad una sanzione di 3 mila euro.

Tutto nacque il 19 maggio del 2017 da un controllo all’interno della discoteca eseguito dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro. I militari contestarono al gestore una violazione del decreto legislativo numero 66 dell’aprile 2003, inerente all’organizzazione degli orari di lavoro del personale dipendente. Secondo l’accusa, infatti, i dipendenti della discoteca rientrerebbero nella categoria dei lavoratori notturni, per i quali in base all’articolo 14 sono previste visite mediche preventive e periodiche al fine di offrire una corretta valutazione del loro stato di salute.

Dalle verifiche dell’ispettorato del lavoro sarebbe quindi emersa la mancanza dei certificati, che ha comportato la successiva sanzione di 3 mila euro per il gestore. Per evitare la stangata – è la ricostruzione della Procura di Rimini – gestore e medico si sarebbero accordati per effettuare le visite (avvenute realmente), retrodatando però i singoli certificati di idoneità. Stando alla difesa del medico, affidata all’avvocato Piero Venturi, si tratterebbe di accuse infondate. Gli 11 dipendenti in questione, infatti, non rientrerebbero nella categoria dei lavoratori notturni poiché per essere ritenuti tali dovrebbero svolgere almeno 3 ore di lavoro giornaliero (nel periodo che va dalla mezzanotte alle cinque) per un minimo di 80 giorni lavorativi all’anno. Nei loro confronti quindi, decadrebbe la necessità del certificato medico. Che è un certificato di idoneità e non di malattia e quindi – sostiene la difesa – anche se retrodatato escluderebbe il reato di falso materiale.

Nei guai era finita anche la 44enne riccionese che all’epoca gestiva la discoteca, che nel frattempo ha patteggiato. La sentenza del tribunale di Rimini, invece, nei confronti del medico è attesa il prossimo 13 giugno.

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