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nel 2022 utile di 2,4 milioni

Bilancio Diocesi: contrazione del debito e crescita dell'aiuto per i fragili

In foto: la Basilica cattedrale
la Basilica cattedrale
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
gio 16 mar 2023 14:06 ~ ultimo agg. 17 mar 14:44
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Continua il percorso di risanamento dei conti della diocesi di Rimini. I numeri del Bilancio 2022 ne sono la testimonianza. Un esercizio che vede scendere in maniera sostanziale il debito bancario, mentre continua la contrazione dei costi.

I ricavi nell’anno passato sono stati 4.492.039 euro, a fronte di 2.029.000 euro di costi, per un utile di gestione di 2.462.000. Le entrate hanno avuto una contrazione di circa 250mila rispetto al 2021, ma contemporaneamente anche le spese sono in continua diminuzione, con un risparmio di oltre 328mila euro rispetto all’anno precedente. Questa oculata gestione ha portato così a limare ulteriormente il debito verso banche, che si è ridotto da 15.993.074 a 11.304.567 euro. 4.688.507 euro in appena una stagione. I debiti erano 36 milioni nel 2014 da quel momento è iniziata l’inversione di rotta, 25 milioni in meno in 10 anni. La situazione debitoria non fu a quel tempo frutto di scelte azzardata ma di costi relativi a investimenti di nuova edilizia, restauri e manutenzione, e al mantenimento di enti pastorali necessari alla evangelizzazione. Tra quelli sostanziali il restauro del vecchio seminario (12 milioni), la costruzione del nuovo seminario (11,5 milioni), la costruzione del ccomplesso parrocchiale Villa Verucchio (4,5 milioni).

Qualcuno potrebbe pensare che questa contrazione abbia influito sull’impegno caritativo e pastorale, ma non è così perché l’unica “impresa” che la Diocesi può organizzare, è quella di spendersi per il bene delle persone e del territorio nel quale opera. L’utilizzo dei beni materiali mobili e immobili della chiesa riminese va dunque in questa direzione, partire dal suo compito primario: favorire e incrementare l’annuncio del Vangelo. “Anche la dimensione più strettamente economico-amministrativa concorre a questo fondamentale compito della Chiesa. – illustra così la filosofia che anima il suo ufficio, l’economo diocesano don Danilo ManduchiOgni euro è dunque profuso nell’attenzione della cura e nell’attenzione dei più piccoli e dei più poveri che sono e restano i veri ‘tesori.’ I beni della Chiesa – come ricordava papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate – sono soprattutto dedicati alla vita della comunità cristiana, alle opere educative e pastorali, ai poveri e ai bisognosi”.

L’attività caritativa ha avuto un incremento significativo, con la voce più sostanziosa tra quelle delle uscite di 510mila euro come si è intervenuto in aiuto alle parrocchie. Senza dimenticare che molti costi che la Chiesa riminese sostiene (come tutta la Chiesa italiana) sono spesso supplenza di ciò che lo Stato dovrebbe fare ma di fatto non fa o non riesce a fare.

I bilanci, così come la vita della Chiesa, sono alla luce del sole” commenta sul settimanale ilPonte l’economo diocesano. Per continuare a fare bilanci virtuosi occorre, però, incrementare i ricavi e diminuire i costi. I 2milioni di entrate garantite dagli affitti, anche a causa dai alcune alienazioni, nei prossimi anni diminuiranno e nella cifra è compresa anche l’ultima rata dal diritto di superficie che la Diocesi ha incassato per la scuola ‘Marvelli’ di Covignano”.

Vengono messi in evidenza da don Danilo anche gli alti costi di gestione della cattedrale, oltre 150mila euro, con le offerte che non coprono neppure i costi degli arredi liturgici. “Alcuni suggeriscono di far pagare un biglietto di ingresso, – come in molte chiese italiane ed europee – soluzione ritenuta per ora inadeguata perché questa misura ne scoraggerebbe la fruizione libera, danneggiando commercio e servizi della città”.

La nota stampa della Diocesi

Scende in maniera sostanziale il debito bancario, continua la contrazione dei costi, e per il nono anno consecutivo l’esercizio si chiude in attivo.
Sono alcune delle voci che caratterizzano il Bilancio 2022 della Diocesi di Rimini.
Anche la dimensione più strettamente economico- amministrativa concorre al fondamentale compito della Diocesi di Rimini, che è quello di favorire e incrementare l’annuncio del Vangelo. E i beni della Chiesa “sono soprattutto dedicati alla vita della comunità cristiana, alle opere educative e pastorali, ai poveri e ai bisognosi”. (papa Benedetto XVI, Caritas in veritate)

I numeri del Bilancio 2022 parlano di 4.492.039 euro di ricavi, a fronte di 2.029.000 euro di costi, per un utile di gestione pari a 2.462.000.
Da un’analisi con i bilanci delle ultime stagioni si evince che le entrate si sono leggermente contratte: dai 4.751.257 della stagione scorsa si è passati a 4.492.039 del 2022, cioè 259.218 euro in meno.
Anche le spese, però, sono in continua diminuzione: da 2.357.037 nel 2021, fino ai 2.029.000 euro della stagione scorsa, con un risparmio di 328.037 euro.

Questa oculata gestione ha portato ad abbassare ulteriormente il debito verso banche, che si è ridotto nell’ultima stagione da 15.993.074 a 11.304.567 euro. 4.688.507 euro in appena un anno, grazie anche ad un’importante alienazione.
Il debito bancario nel 2014 ammontava a 36.000.000. Considerato che la previsione è di ridurlo a meno di 10.000.000 di euro circa a fine 2023, significa che in dieci anni la Diocesi di Rimini è rientrata di 26.000.000 di euro.
Senza dimenticare che molti costi che la Chiesa riminese sostiene (come tutta la Chiesa italiana) sono spesso supplenza di ciò che lo Stato dovrebbe fare ma di fatto non fa o non riesce a fare.

E tutto questo senza che “la Chiesa riminese venga meno al suo compito precipuo. – fa notare l’Economo diocesano, don Danilo Manduchi – Infatti, nonostante la crisi, le difficoltà di questi anni e la pandemia, la proposta pastorale ed evangelizzatrice della Diocesi, scopo fondamentale della sua esistenza, non ha subito tagli e limitazioni. E sono stati salvaguardati tutti i posti di lavoro”.

Nel dettaglio, alcuni fra i costi principali:
– pastorale ed evangelizzazione: € 123.800
– promozione umana e servizio alla persona e alla società (carità): € 510.000
– costi di gestione della diocesi, utenze e manutenzione: € 284.622
– ristrutturazioni delle parrocchie: € 210.000 (costo parziale, l’intero nel 2023)
– comunicazione della diocesi (IcaroTV, Radio Icaro, ilPonte, Issr…): € 160.000
– formazione permanente a favore di laici e preti della diocesi: € 75.000
– costi per il personale: € 296.755
– oneri e interessi bancari: € 172.772
– imposte e tasse: 172.592

Quali sono le fonti di reddito della Diocesi di Rimini?
– 8xmille ordinario: € 1.500.00
– 8xmille straordinario: € 222.000
– affitti attivi: € 2.117.615 (È importante leggere con attenzione questa cifra alta: vi è compresa l’ultima rata del contratto di affitto della Scuola Media “Marvelli”)
– donazioni (testamenti) ed offerte: € 655.384

La situazione debitoria non è frutto di azioni e scelte scellerate ma di costi relativi a investimenti di nuova edilizia, restauri e manutenzione, e al mantenimento di enti pastorali necessari alla evangelizzazione.
“Il cammino di sostenibilità prosegue e non ci si può certo sedere sui risultati, peraltro molto importanti, conseguiti in queste ultime dieci stagioni. – continua l’analisi don Manduchi – Gli 11.304.567 € che ancora restano da saldare alle banche e la situazione socio-economica sconsigliano distrazioni e sottovalutazioni. Senza dimenticare la necessità di continuare a finanziare le attività pastorali della diocesi.”.

Si tratta di tante attività, diversificate tra loro:
– evangelizzazione e carità
– gestione (utenze, ecc)
– media diocesani
– Istituto Superiore di Scienze religiose “A. Marvelli”
– parrocchie in difficoltà
– Basilica Cattedrale
– Casa del Clero
– rata di restituzione di un prestito infruttifero ricevuto da una diocesi viciniora

Solo nel 2022, per la Basilica Cattedrale sono stati spesi € 157.000.
La cifra più alta sostenuta dalla Diocesi di Rimini anche nel 2022, è stata quella destinata alla promozione umana e servizio alla persona e alla società (carità), che ha visto un incremento significativo nelle attività (Emporio Solidale, Albergo solidale, ecc…) e nei servizi alle persone più deboli: € 510.000.