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i tanti contributi

Ucraina. Gianfreda: da Rimini un anno di aiuti importanti ma ora serve la pace

In foto: l'assessore Gianfreda
l'assessore Gianfreda
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 20 feb 2023 17:15 ~ ultimo agg. 23 feb 08:57
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“Non mi piace fare elenchi anche perché il risultato, spesso, è riportare una panoramica asettica e arida della situazione, togliendo il lato umano alla solidarietà, alle formule di aiuto. Ma questa volta lo faccio, per rendere bene l’idea dell’altruismo e dello spirito di generosità che contraddistingue Rimini e i suoi cittadini, dai singoli all’associazionismo, passando per le imprese, soprattutto nei momenti più estremi, difficili”. Mentre si avvicina la data che segna un anno di guerra in Ucraina, a Rimini l’assessore alla Protezione sociale, Kristian Gianfreda, rimette in fila i grandi sforzi fatti a livello locale per dare, come si poteva, aiuto alle vittime del conflitto.

“Approfitto per ringraziare ciascuna persona che, nella maniera a lui o lei più congenita, ha provato dare a una mano, ad essere d’aiuto. Ora la speranza è che la parola ‘pace’ torni ad essere contemplata. Si parla tanto di armamenti da inviare e sempre meno sulle possibili soluzioni allo scenario bellico. Io penso che questo non sia possibile e non faccia che mettere ancora di più in ginocchio il popolo ucraino”, avvisa Gianfreda. Fin qui, intanto, quello di Rimini è stato tra i territori “che ha accolto più famiglie in fuga, scappate dai bombardamenti, a cominciare da molte madri ucraine arrivate da noi con bimbi al proprio fianco da portare in salvo, in un posto al sicuro”. Ragazze e famiglie sono stati accolti nei centri (Cas, Sai) e in non poche famiglie, “un’ospitalità diffusa, trasversale”. Protezione civile e terzo settore hanno raccolto alimenti, indumenti e molto altro.

Di fronte al dramma della guerra, a Rimini c’è stata “la dimostrazione, ancora una volta, del dinamismo e della vitalità del mondo dell’associazionismo. Particolarmente significato è stato anche l’impegno concretizzatesi nelle scuole, ad esempio con il progetto comunale ‘Rimini città aperta. Nuove sfide per l’accoglienza educativa in emergenza’ che ha visto una folta cerchia di educatori e insegnanti in prima fila per aiutare i piccoli profughi, dall’integrazione in classe all’insegnamento della lingua italiana”, ricorda Gianfreda. Una prassi nata su base volontaria poi premiata dalla Società italiana di pedagogia speciale.” E poi sempre in tema scuole, le tante attenzioni per far sentire i ragazzi il più possibile a casa: dai libri di testo tradotti in ucraino (acquistati dalla Biblioteca Gambalunga), le mense con menù con piatti tipici della tradizione culinaria del loro Paese, le attività di socializzazione, integrazione e supporto linguistico post scuola, grazie alla disponibilità di molti docenti e volontari”.

Ci sono stati anche i voucher per i centri estivi e i contributi alle associazioni che hanno implementato attività estive, anche informali, di socializzazione per bimbi ucraini. “Non va dimenticata anche l’iniziativa di centinaia di dipendenti di Palazzo Garampi che hanno deciso di donare volontariamente una parte del loro stipendio mensile alle famiglie ucraine più in difficoltà”, dice infine Gianfreda.