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Bellaria la più vicina al 2019

Il 2022 del turismo: bene Rimini, Bellaria, Riccione. Sadegholvaad: ora il ritorno al precovid

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 3 feb 2023 11:43 ~ ultimo agg. 4 feb 10:09
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Si chiude con quasi 3,4 milioni di arrivi e 14,4 milioni di presenze il 2022 turistico della provincia di Rimini. Si tratta di numeri che segnano una crescita rispettivamente del 24,1 e del 17,8% rispetto al 2021 ma che distano ancora oltre il 10% da quelli prepandemia.

Il comune capoluogo chiude l’anno con 6.476.000 pernottamenti, vale a dire il 24% in più del 2021 e il 14,2% in meno del 2019. “In due stagioni – commenta il sindaco Jamil Sadegholvaad, ricordando come il gap con l’epoca prepandemia sia legata anche alla maggiore lentezza del mercato estero nel ritorno alla normalità – Rimini ha riguadagnato 2,561 milioni di presenze e 723.680 arrivi. Sono, a un calcolo sommario, circa 400 milioni di euro che sono tornati nel sistema turistico riminese. Non era né dovuto né scontato, specialmente in relazione alle pesantissime difficoltà (non ancora concluse, peraltro, vedi Paesi dell’Est) che hanno interessato il mercato straniero che, prima della pandemia, vedeva Rimini muoversi in posizione leader per l’intero versante romagnolo e adriatico con numeri che superavano il 31 per cento di presenze sul totale complessivo. Nel 2023 contiamo di avvicinarci ulteriormente o addirittura tornare completamente ai livelli (record) del 2019“.
Riccione nel 2022 totalizza invece 3.389.000 presenze con un aumento del 14,4% sui 12 mesi precedenti e un gap del 6,7% rispetto ai numeri prepandemia.
Da segnalare anche il recupero di Bellaria Igea Marina che nel 2022 arriva a superare i 2 milioni di presenze con un +16,6% annuale che lo porta ad essere il comune rivierasco più vicino ai dati del 2019 (-6,3%).
Crescite più contenute per Cattolica, che con 1.585.000 pernottamenti segna un +8,7% sul 2021 e un -14,2 sul 2019, e Misano che arriva a 719.000 pernottamenti (+5,6% annuale ma -13,2 sul 2019).

Guardando i numeri degli ultimi due mesi dell’anno (che hanno comunque una incidenza limitata sul dato complessivo) emerge come a livello di presenze novembre sia andato meglio di dicembre con aumenti anche consistenti. In vetta a novembre Cattolica e Rimini con +31,2 e +29,1% di presenze mentre a dicembre svettano sempre Rimini (+14,8%) e Riccione (+12,2). L’unico comune a segnare il passo è quello di Misano che, a fronte di una crescita degli arrivi, perde il 16,15 di presenze a novembre e il 26,3 a dicembre.

Arrivi NOVEMBRE 2022 (su 2021)

Presenze NOVEMBRE 2022 (su 2021)

Arrivi DICEMBRE 2022 (SU 2021)

Presenze DICEMBRE 2022 (SU 2021)

RIMINI

+ 51,1

+ 29,1

+ 22,6

+ 14,8

RICCIONE

+ 31,9

+ 17,7

+ 12,9

+ 12,2

CATTOLICA

+ 29,8

+ 31,2

+ 25,8

+ 11

BELLARIA

+ 51,5

+ 18,6

+ 6,7

+ 8,4

MISANO

+ 25,2

– 16,1

+ 14,1

– 26,3

PROVINCIA

+ 44,6

+ 25,6

+ 19,5

+ 13,5

Il commento del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad

Un ottimo mese di dicembre, per Rimini e in generale per la provincia di Rimini, conclude un 2022 turistico che ha visto la città e il nostro territorio risalire velocemente la china dopo la pesantissima deblacle del mercato turistico nazionale e mondiale dovuta alla prima ondata Covid nel 2020 e la stagione ancora condizionata dalla pandemia nel 2021. L’intero autunno e il Capodanno più lungo del mondo fanno registrare per Rimini numeri in costante crescita, figli del ritorno prorompente dell’attività fieristica e congressuale (soprattutto a settembre e novembre) e degli eventi di fine anno, capaci ancora di attrarre flussi importanti, anche nella stagione in cui si è più inciso sul rinnovamento del palinsesto, puntando forte su un’offerta legata decisivamente sul centro storico e sulle infrastrutture culturali. Bene, è la dimostrazione che gli sforzi fatti negli anni passati e quelli attuali indicano la giusta direzione, pur ancora il turismo soprattutto internazionale versi in una stato di convalescenza dopo la botta biennale della pandemia e le difficoltà seguenti dovute alla guerra ai confini dell’Europa che, ad esempio per Rimini, hanno voluto dire azzerare sostanzialmente un mercato come quello russo che, solo per la città capoluogo, nel 2019 valeva 470mila presenze, primo mercato estero, anche superiore a quello tedesco. Che non ci sono più, azzerate prima da Covid e poi dalla guerra.
Dicevo prima del recupero e della risalita. I numeri ISTAT, pur non dicendo tutto, raccontano molto. Nei 12 mesi del 2022, il Comune capoluogo accumula 1.653.940 arrivi e 6.476.286 pernottamenti. Gli stessi, nel 2020, si fermavano rispettivamente a 930.260 e 3.914.530. Nel 2021 il primo balzo in avanti con 1.255955 arrivi e 5.222.151 presenze. In soldoni, in due stagioni Rimini ha riguadagnato 2,561 milioni di presenze e 723.680 arrivi. Sono, a un calcolo sommario, circa 400 milioni di euro che sono tornati nel sistema turistico riminese. Non era né dovuto né scontato, specialmente in relazione alle pesantissime difficoltà (non ancora conclude, peraltro, vedi Paesi dell’Est) che hanno interessato il mercato straniero che, prima della pandemia, vedeva Rimini muoversi in posizione leader per l’intero versante romagnolo e adriatico con numeri che superavano il 31 per cento di presenze sul totale complessivo. Nel 2023 contiamo di avvicinarci ulteriormente o addirittura tornare completamente ai livelli (record) del 2019, colmando quell’ultimo scalino oscillante tra l’11 e il 14 per cento in provincia e nel capoluogo, per Rimini principalmente dovuto alla maggiore lentezza nel ritorno alla normalità del mercato estero. Per gli stranieri il 2022 è stato anch’esso un anno dal fortissimo recupero: 1.940.242 pernottamenti e 421.213 arrivi contro 754.885 e 166.066 del 2020 e 1.092.159 e 229.825 del 2021. In estrema sintesi, un buon milione abbondante di presenze di quei 2,5 milioni di pernottamenti recuperati in 24 mesi, Rimini li guadagna grazie ai turisti stranieri. Prendiamo ad esempio i tedeschi, storico nostro mercato: rispetto al 2021, il 2022 si chiude con 440.425 pernottamenti, che significa un guadagno del 45,9 per cento sul 2021 e addirittura del 10 per cento sul 2019. In sensibile crescita anche il mercato francese (+ 72,5 per cento sul 2021), polacco (+ 149,5 per cento), svizzero (+ 25,1 per cento), mentre quello russo conferma la sua linea piatta dal 2020 in poi, causa Covid e conflitto bellico (- 94,5 per cento).
Detto tutto questo, il 2023 si è aperto con l’ottima performance del Sigep e dei programmi post San Silvestro. Ci prepariamo a riemergere del tutto dopo due anni di quasi buio e di progressiva risalita in superficie.