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truffa e frode sportiva

Scommesse sospette nel Riminese, chiesto il processo per quattro indagati

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 21 gen 2023 16:01 ~ ultimo agg. 22 gen 12:10
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Un flusso anomalo di scommesse su una partita del campionato di calcio della Serie B greca, tra Apollon Larissa e Aiginiakos – sfida che risale al 17 febbraio 2019, vinta in rimonta dai padroni di casa per 3-2 – aveva indotto quattro agenzie del Riminese (due a Riccione e due a Rimini) a bloccare i pagamenti e a segnalare il match alla Guardia di finanza, ai monopoli di Stato e alla federazione calcistica ellenica.

Al termine delle indagini delle Fiamme gialle, il sostituto procuratore Paola Bonetti ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone, tre delle quali con precedenti specifici. Si tratta di due albanesi di 67 e 41 anni e due riminesi di 36 e 55 anni, accusati di truffa aggravata e frode in competizioni sportive. L’udienza preliminare si svolgerà davanti al gup del tribunale di Rimini il prossimo 14 febbraio.

Il risultato esatto di Apollon Larissa e Aiginiakos (quindi il 3-2 verificatosi) era quotato 27 a 1. In pratica, giocando un euro se ne vincevano 27. La partita incriminata, però, sarebbe stata giocata all’interno di un sistema, assieme ad altre gare dall’esito più scontato e quindi con quotazione più bassa.

Sarebbero state addirittura 191 le giocate registrate in un solo centro scommesse del Riminese su quella partita. Le quattro sale raggirate avrebbero dovuto pagare ai vincitori qualcosa come 313mila euro di montepremi complessivo. Soldi che non sono stati mai incassati dal momento che le società di scommesse coinvolte bloccarono i pagamenti.

La procura di Rimini accusa gli indagati di aver gonfiato la percentuale di pagamento delle giocate, che sarebbero state effettuate nelle varie sale utilizzando una serie di accorgimenti per non essere bloccati dal sistema di alert automatico. Secondo i finanzieri del Comando provinciale di Rimini, infatti, le giocate venivano piazzate in orari notturni e anche su altre partite con bassa percentuale di pagamento in caso di vincita. Il teorema accusatorio ipotizza anche che i quattro, con l’aiuto di personaggi non identificati, abbiano avvicinato o contattato alcuni giocatori delle due squadre per offrire o promettere loro denaro o altre utilità.

Un’accusa respinta con forza dai difensori degli indagati, gli avvocati Stefano Caroli, Cesare Brancaleoni, Francesco Pisciotti e Massimiliano Giacumbo, secondo i quali non vi sono elementi in grado di confermare la presunta connivenza con gli atleti di Larissa e Aiginiakos e i loro assistiti. Tra le persone offese, oltre alle agenzie di scommesse (rappresentate dall’avvocato Enrico Graziosi) anche la Figc.