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Dati Istat. Nel 2022 a Rimini inflazione in crescita dell'8,1%

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di Redazione   
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dom 22 gen 2023 07:33 ~ ultimo agg. 20 gen 10:41
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Decisa crescita dell’inflazione nel 2022 nelle due province di Forlì-Cesena e Rimini; l’aumento riguarda tutti i capitoli di spesa – escluso solo quello delle comunicazioni – e, in particolare, quelli riferiti all’energia elettrica, gas e altri combustibili. Il mese di ottobre rappresenta quello con il maggior incremento tendenziale mentre a gennaio si rileva l’aumento più basso; in tale contesto, pur rimanendo sempre molto alta, negli ultimi due mesi dell’anno si assiste ad un calo dell’inflazione, riscontrabile soprattutto a dicembre.

Diversità nei due territori di riferimento, con Forlì-Cesena che fa segnare un aumento superiore a quello regionale e nazionale e Rimini con una variazione inferiore all’incremento registrato in Emilia-Romagna e in linea con quello dell’Italia. Queste, in sintesi, le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per i capoluoghi di Forlì e Rimini ed estendibili alle relative province, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di commercio della Romagna.

Per quanto riguarda il riminese, nel 2022 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia), rispetto al 2021, è stata pari a +8,1%, inferiore a quella regionale (+8,4%) e uguale al dato nazionale (+8,1%). Ottobre è stato il mese con l’inflazione maggiore (+12,2% su ottobre 2021) mentre a gennaio si riscontra la variazione più bassa (+5,0%); pur restando su valori decisamente alti, a novembre si assiste ad un lieve calo (+12,0% annuo) che si fa, poi, più marcato nel mese di dicembre (+11,3%).

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Rimini si colloca al settimo posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2022 (primo posto Forlì-Cesena: +9,2%); stessa posizione per ciò che concerne la variazione annua nel mese di dicembre (primo posto Ravenna: +12,8%).

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (periodo gennaio-dicembre 2022) riguarda il gruppo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+37,4%), all’interno del quale spicca in modo evidente la voce “elettricità, gas e altri combustibili” (+87,6%); quest’ultima ha inciso in modo preponderante sulla crescita inflattiva, seguendone lo stesso trend, con un “picco” a ottobre (+145,9% annuo) e una relativa discesa nel mese di novembre (+139,8%) e, soprattutto, dicembre (+125,9%).

A seguire, in termini di variazione media gennaio-dicembre 2022-2021, troviamo le seguenti divisioni: “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+8,7%), “trasporti” (+8,3%), “ricettività e ristorazione” (+5,1%), “mobili e articoli per la casa” (+4,6%), “istruzione” (+2,4%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+1,9%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,7%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,2%) e “abbigliamento e calzature” (+1,0%). Risultano in flessione, invece, le “comunicazioni” (-3,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023, cioè la variazione media dell’indice, ipotizzando che l’indice stesso rimanga, per tutti i mesi dell’anno in corso, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile di dicembre 2022, risulta essere del +4,7%.

In ultimo, la variazione media dell’anno 2022, rispetto al 2021, dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo riminese, e quindi per la provincia in generale, è pari a +7,5% (dicembre: +10,5%).


– il NIC è un indice dei prezzi al consumo che misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche;

– il FOI è un indice dei prezzi al consumo basato su un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi di una famiglia, la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente (extragricolo).
È, quindi, un indice più specifico del NIC, utilizzato come base per adeguare periodicamente i valori monetari, come ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.