Indietro
menu
La Lega contesta

Automediche. Carradori (Ausl): nessun passo indietro, manca personale

In foto: Tiziano Carradori
Tiziano Carradori
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 4 gen 2023 17:53 ~ ultimo agg. 17:54
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Nessun passo indietro sul progetto di rimodulazione delle automediche da parte dell’Ausl Romagna. Lo chiarisce la risposta del direttore generale Tiziano Carradori alla lettera dei sindaci forlivesi che chiedevano di sospendere il progetto. A rendere nota la missiva l’onorevole della Lega Jacopo Morrone e il consigliere regionale Pompignoli. Carradori ricorda che la rimodulazione “non interessa solo il distretto di Forlì, con la soppressione della codificata Mike 42 con partenza dal Comune di Meldola e attiva 12 ore/die, ma interessa anche i distretti di Rimini e Riccione (con soppressione di una delle tre MSA attualmente dislocate nei territori e operante 24h/die) e i distretti di Faenza e Lugo (con soppressione di una delle due MSA). La rimodulazione – ricorda poi – è accompagnata da un riposizionamento dei mezzi rimanenti nei distretti Sud e Nord dell’Azienda, sulla base dell’analisi dell’attività storicamente effettuata e sulla base dei migliori tempi di intervento“. Carradori evidenzia come si tratti di “una misura urgente ed indifferibile finalizzata a mantenere la migliore performance operativa (in termini di copertura e tempi di intervento) del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso dell’Azienda della Romagna in una congiuntura di
gravissima carenza di personale“. Il direttore sottolinea però come si tratti di una scelta dettata non da ragioni finanziarie ma dalle criticità legate alla scarsità del personale in particolare nel settore dell’emergenza. I numeri riportati da Carradori sono esplicativi: per mantenere l’assetto attuale, con 11 automediche h24 e 1h12 in tutta la Romagna, servirebbero da 51 a 69 unità mediche a tempo pieno equivalenti mentre a dicembre quelle disponibili erano 37 (11 incaricati e 26 titolari). “In altri termini – semplifica Carradori – la copertura dell’assetto preesistente avrebbe
potuto essere garantita esclusivamente ricorrendo alla richiesta di attività eccedente il normale orario contrattuale oltre i limiti massimi consentiti dalla normativa“. Ormai impossibile poi l’integrazione dei medici ospedalieri, vista la grave carenza di personale di pronto soccorso e medicina d’urgenza dove la dotazione storica di 190 medici è carente di 35 unità. Carradori precisa poi che i mezzi di soccorso avanzato non sono solo quelli a leadership medica ma anche le ambulanze con il personale infermieristico adeguatamente formato quindi il territorio romagnolo rispetta pienamente le previsioni nazionali: il decreto ministeriale del 2015 prevede un mezzo ogni 60.000 abitanti, in Regione la dotazione è di uno ogni 30.000 mentre in Romagna, anche a rimodulazione avvenuta, ce ne sarà uno ogni 21.192 abitanti. Tabelle alla mano, proprio il distretto riminese sembra il più penalizzato: dopo i tagli, potrà contare su 11 ambulanze e 3 automediche vale a dire una ogni 24.390 abitanti.

Il Direttore Generale dell’Ausl unica romagnola, Tiziano Carradori, blocca sul nascere qualsiasi protesta, mette a tacere le giuste preoccupazioni degli amministratori locali, quelle dei sindacati e delle istituzioni, e conferma l’intervento adottato” commentano Jacopo Morrone e Massimiliano Pompignoli della Lega. “In un lungo ragionamento in cui emerge una sanità pubblica fatta solo di numeri e mai di persone – proseguono -, Carradori ribadisce la fragilità del sistema di Pronto Soccorso e l’insufficienza di personale medico e mai, in nessun passaggio, si dimostra disponibile al dialogo con i territori o a un confronto diretto e costruttivo con le parti. Invece di convocare in presenza i sindaci per affrontare il problema, discutere e cercare insieme un’alternativa sostenibile che possa coniugare le esigenze di una sanità in sofferenza e le giuste rivendicazioni dei Comuni e di chi si fa portavoce del diritto alla pubblica assistenza delle proprie comunità, Carradori si affida alla carta intestata dell’Ausl Romagna e soffoca ogni apertura al dialogo. Quello che avremmo auspicato non è tanto un confronto con la politica, che pur ha dimostrato una grande e virtuosa compattezza di intenti a tutti i livelli, ma una mano tesa verso le istituzioni e chi amministra ogni giorno i nostri Comuni, mettendoci la faccia e grande senso di responsabilità. Nel leggere il ragionamento di Carradori riscontriamo invece troppa chiusura, la tendenza ad agire in maniera unilaterale, ragionando a compartimenti stagni e senza alcun coinvolgimento dei territori. Soprattutto, con grande dispiacere, prendiamo atto che in Romagna, per cercare di risolvere un problema di personale e gestione del sistema di pronto soccorso, si ruotano medici ed infermieri come fossero pedine di un gioco di società, senza risolvere in maniera strutturale le vere problematiche della sanità pubblica ma spostando solo l’attenzione dalle situazioni più fragili a quelle ancora più fragili” concludono.

Meteo Rimini
booked.net