Rimini-Cesena, il pregara di Marco Gaburro

L’attesa è quasi finita. -1 giorno al derby tra Rimini e Cesena, che si giocherà (calcio d’inizio alle ore 14:30) in un “Romeo Neri” vestito a festa. Il modo migliore per l’esordio ufficiale del nuovo manto in sintetico dello stadio riminese. I biancorossi ci arrivano dopo aver pareggiato nella prima giornata in casa del San Donato Tavarnelle, i bianconeri sono reduci dalla sconfitta interna (1-2) per mano della Carrarese.
Mister Gaburro ritrova Laverone e Santini, che hanno scontato il turno di squalifica. Indisponibili Rosso e Lo Duca.
Prima casalinga per il Rimini, ed è subito la partita più sentita. “Se si fosse potuto programmare forse sarebbe stato difficile pensare a un inizio più suggestivo – attacca l’allenatore del Rimini, Marco Gaburro -. Se avessimo potuto fare una programmazione a scelta l’estate scorsa e ci avessero chiesto come avremmo preferito partire questa stagione penso che chiunque avrebbe detto con questa partita e in questo tipo di contesto. È chiaro che poi il contesto è frutto non soltanto del momento, ma di un percorso, perché chi era qui l’anno scorso alla prima giornata sa il tipo di pubblico che c’era e il numero di persone: pochi affezionati. Poi, con il passare delle settimane e dei mesi, la squadra ha conquistato piano piano quella che era una tifoseria che magari veniva da troppi anni di scottature e di momenti difficili. E alla fine dell’anno scorso abbiamo visto già un “Romeo Neri” bello pieno. Domani sarà esaurito. E questa è una cosa che chi è qui da un po’ più di tempo può capire il significato che può avere”.
Il Cesena parte con i favori del pronostico? “Favoriti nei derby non esistono. Non sono mai esistiti in nessun derby: se anche andiamo a vedere la storia dei derby più importanti d’Italia si chiamano così probabilmente anche per quello. Sicuramente la parte ambientale è una parte che potrà incidere molto, ma io penso solo ed esclusivamente in positivo. Non ho mai visto gente far bene in stadi vuoti e con l’eco della propria voce che riecheggia. Penso che chi fa questo lavoro e fa questo sport, e chi gioca questo sport lo faccia per vivere delle emozioni, e penso che quando tu scendi in campo in uno stadio pieno le emozioni già prima del fischio iniziale siano completamente diverse. Poi il fatto di portare all’estremo quello che può essere un aspetto di concentrazione o di attenzione o di agonismo secondo me esalta quelle che sono le situazioni individuali e non penso assolutamente che qualcuno possa andare in difficoltà. Penso che qualcuno sia andato più in difficoltà domenica scorsa per il motivo opposto”.
Di questi tempi, nel 2006, c’era grande attesa per Rimini-Juventus, gara d’esordio in serie B dei bianconeri. Quella che si vive in questi giorni è in un certo senso la stessa attesa. Il derby arriva un po’ troppo presto? “In anticipo no perché non c’è un momento, cioè il derby è sempre il derby, per me si può giocare in qualunque momento perché è una partita a sé che si stacca completamente dal campionato e dai valori. Per me la prima, l’ultima di campionato, a metà stagione, cambia poco perché è una partita a sé. Il fatto che ci sia questo entusiasmo in questo momento è una cosa assolutamente positiva, è un cosa che la squadra percepisce. Come stamattina, con i tifosi che sono venuti a farsi sentire in allenamento, a supportarci. Sono tutte cose positive. Non ho mai visto negli occhi di un mio giocatore preoccupazione in questo senso, vedo voglia di fare. Io vorrei tutte le partite con 7mila spettatori, non soltanto il derby: non è una cosa che mi disturba, è una cosa che mi stimola. Questo vale per me, per i giocatori, così come sarà per il Cesena penso. Poi venendo da due anni in cui purtroppo si è giocato spesso a porte chiuse penso sia l’ideale poter giocare in un contesto del genere, dove ognuno darà il proprio massimo, e questa è la cosa che io posso garantire, in maniera visibile e tangibile, perché dev’essere così”.
Sui bianconeri. “Il Cesena dal punto di vista tecnico non serve neanche che lo descriva perché sapete che è una squadra che è stata costruita con un certo obiettivo, quindi di giocatori ne ha tanti, doppioni ne ha tanti, situazioni anche di affollamento nella rosa in certi punti li ha. Quindi non è da scoprire dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista tattico invece è una squadra molto diversa dal San Donato: nel senso che è una squadra che gioca molto più sui riferimenti e meno di reparto, è una squadra che cerca di aggredire tantissimo. Resta questo uno dei momenti della stagione, valeva anche a San Donato e lo è valso anche per noi, in senso negativo purtroppo e non positivo come speravo: è una fase nella quale le partite hanno momenti diversi ed è difficile andare a tremila per tutta la partita, perché comunque un po’ perché si gioca alle due e mezza, un po’ la temperatura, un po’ perché si è all’inizio, io mi aspetto un derby che partirà sparato, forte per tutte e due, poi mi aspetto una partita che nel secondo tempo possa presentare, o perché qualcuno segna o perché la temperatura comunque stanca prima, spazi e situazioni completamente diverse”.
Chi mancherà? “Rosso e Lo Duca sono fuori. Gli altri sono tutti a disposizione e devo dire che stanno tutti anche molto bene. Ho fatto momenti in passato dove arrivavo al sabato con qualche dubbio in meno, quando arrivi al sabato con tanti dubbi vuol dire che la squadra ha lavorato bene. Siamo alla vigilia di un trittico di partite in sette giorni che richiederà da parte di tutto il gruppo grande partecipazione, perché giocare a questi ritmi con le temperature che si sono state sia domenica scorsa sia che ci saranno probabilmente domani richiede anche ricambi di energie. Quindi io sono convinto che chi partirà domani, chi entrerà domani e chi non entrerà domani ma giocherà mercoledì sarà comunque sul pezzo perché in questo momento la volontà di tutti è quella di dare continuità coi risultati a quello che è un momento positivo che si sta vivendo in settimana”.
Ci saranno cambiamenti nell’undici iniziale rispetto a domenica scorsa, anche per adattarsi all’avversario? “Sull’avversario relativamente, nel senso che Saber è uno dei giocatori forti del Cesena come tanti altri in altri punti, però non farò la scelta sull’avversario. Su di noi sicuramente sì perché ci sta cambiare qualcosa, però in linea con quello che abbiamo fatto finora. Penso che 4-5 cambi ci saranno rispetto a domenica. Secondo me è la logica del concetto di titolarità che va un po’ rivista nel calcio di oggi. Il gruppo sta lavorando bene, a volte servono caratteristiche diverse, a volte servono giocatori che stanno più o meno bene rispetto ai compagni, anche in base a come escono dalle gare, però secondo me i gruppi forti sono formati da 18-20 titolari, non da 10-11”.
Chiederà qualcosa di diverso ai suoi ragazzi in fase offensiva rispetto a quanto visto a Montevarchi? “Secondo me domenica non è mancato solo l’upgrade negli ultimi trenta metri, domenica è mancata un po’ di forza nell’andare ad impedire all’avversario di fare il proprio gioco, forza un po’ fisica, ma secondo me quando il fisico non ce la fa a fare delle cose è mentale quella forza lì. Domenica secondo me l’abbiamo fatto, ma non l’abbiamo fatto al cento percento, come noi dobbiamo fare sempre. O forse noi lo abbiamo fatto al cento percento e il San Donato lo ha fatto al 120%. Chi era lì, ha visto la partita, ha visto delle cose che dal di fuori o anche solo in TV era difficile percepire. Sapevamo che andavamo là nel giorno peggiore, quello sì. Il derby si sarebbe potuto giocare in qualsiasi giorno, è comunque una partita, a sé, a San Donato il giorno peggiore era la prima giornata perché nel giorno del debutto una squadra del genere si supera, soprattutto se la partita non gli scappa di mano. Secondo me domenica c’è stata una situazione psicologia particolare, chiara, ma che noi non possiamo permetterci. Poi, se volete, possiamo ribaltare i valori, così domani dobbiamo fare noi il San Donato”.
Visto che i due gol dell’esordio (sia quello realizzato che quello subito) sono arrivati sugli sviluppi di corner, quanto avete lavorato sui calci da fermo in questa settimana? “Sui calci piazzati abbiamo lavorato tantissimo in questo inizio di stagione. Quando si prende gol su palla inattiva è sempre per un qualcosa di diverso rispetto a tutto quello che avevi previsto oppure per un grande colpo dell’avversario, perché sappiamo che è anche così. Ed in questo caso era una delle situazioni che usciva dal bagaglio delle situazioni che avevamo preventivato, e l’abbiamo pagata anche tanto, perché tante volte si sbaglia qualcosa ma non si prende gol e non se ne accorge nessuno. Però abbiamo lavorato anche questa settimana: noi abbiamo due momenti fissi in cui lavoriamo sulle palle inattive. E le portiamo avanti perché sono molto importanti, i numeri dicono che sono molto importanti nel calcio di oggi, e poi soprattutto quando non si è ancora “avantissimo” con i livelli del gioco e si fanno meno gol su azione, le palle inattive rimangono e pensi che possano fare la differenza in maniera pensante. Anche in positivo, su quelli a favore, può spostare tanto gli equilibri di una partita il fatto di poterli sfruttare a proprio vantaggio. Soprattutto nel primo tempo indirizzare una partita su una palla inattiva vuol dire tante cose: vuol dire spostare magari un equilibrio che c’è in campo, magari anche premiare il lavoro della squadra durante la settimana, che si applica parecchio su queste cose. Di solito i gol su palla inattiva, soprattutto quando vengono da una palla mossa e un po’ lavorata, aumentano tanto la fiducia nel lavoro che si sta facendo perché sono frutto di un qualcosa di preparato”.
Ha tre attaccanti diversi tra loro. Cosa serve in questa partita contro il Cesena? “Penso che serviranno tutti e tre. Bisogna sempre capire in che momento e se da soli o se insieme, il problema è questo. Io credo che non si possa fare un confronto tra la scorsa settimana e questa perché la scorsa le possibilità di scelta erano molto più basse sia perché mancava Santini sia perché Vano era arrivato da qualche giorno sia perché Mencagli veniva da una settimana molto sofferta. Quindi domenica avevamo l’imbarazzo della scelta nel senso che non sapevamo se sceglierne uno. Domani abbiamo l’imbarazzo della scelta nel senso che gli sceglieremmo anche tutti e tre. Quindi in una settimana cambiano tanto le cose da questo punto di vista. Sicuramente serviranno tutti e tre perché bisogna capire il tipo di partita che può essere all’inizio e il tipo di partita che può diventare e secondo me per fortuna li abbiamo”.
Potremmo vederne in campo anche più di uno contemporaneamente? “È una variante che noi abbiamo già provato, abbiamo provato anche a Vicenza nel secondo tempo: 3-4-3 o 3-4-2-1 o 3-4-1-2 che sia, è comunque una soluzione sempre molto compatibile con il nostro modo di fare. Il fatto che i due attaccanti di centimetri possano giocare insieme oppure uno dei due di centimetri più una seconda punta, come può essere Sereni, possano giocare vicini non la escludo sicuramente. È una cosa che stiamo portando avanti in parallelo, sarà poi il campo a chiamare, poi con il passare dei mesi diventerà sempre più nostra”.
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