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Ballo abusivo

Chiringuiti. Indino a Confesercenti: distinguere quello che si può e non si può fare

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 9 giu 2022 16:04
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Prosegue la discussione a distanza tra Confcommercio e Confesercenti (vedi notizia) sul ballo abusivo nei chiringuiti sulla spiaggia. “Se ci sono casi singoli di illegalità devono essere denunciati senza accuse generiche e indiscriminate” aveva detto il direttore della Confesercenti provinciale Mirco Pari rispondendo all’affermazione del presidente di Silb Fipe Gianni Indino secondo cui “la sera spuntano dalla sabbia console e postazioni per la somministrazione di alcolici, anch’esse abusive”. 

Sono rimasto sorpreso dalla presa di posizione di Confesercenti, legittima solamente per la volontà di tutelare il buon nome di una categoria – ribatte oggi Gianni Indinochiedendomi di fare nomi e cognomi delle attività che non si stanno comportando correttamente. Se non l’ho fatto pubblicamente è perché anch’io voglio tutelare il mondo delle imprese, associate o meno a Confcommercio. Volevo fare capire ad alcune imprese che stiamo tenendo alta l’attenzione su comportamenti totalmente illegali e mi spiace che non sia stato colto il segno della mia protesta rivolta a chi sa di commettere un abuso e non certo alla maggioranza che si comporta regolarmente”. Indino ricorda che Confcommercio fu “tra i primi a benedire la nascita dei chiringuitos, che avrebbero coperto l’importante segmento turistico che abbiamo definito ‘economia del tramonto’: abbiamo ritenuto giusto che postazioni in riva al mare potessero somministrare bevande durante la giornata senza costringere i clienti dei bagnini a peregrinazioni sulla sabbia rovente o ancora che si potesse gustare un aperitivo in riva al mare guardando il tramonto. Servizi che in questi anni hanno permesso di ampliare un’offerta turistica che poi però dovrebbe proseguire in altri luoghi: al ristorante, in gelateria, al pub e nei locali da ballo per concludere la serata. Invece la situazione sta degenerando ed è innegabile“.
Il presidente se la prende con chi definisce il suo sindacato “non al passo con i tempi, perché questo è il nuovo che avanza ed è ciò che vogliono i turisti. Evidentemente non si guardano molto in giro. Basta vedere Ibiza, l’isola del turismo e del divertimento giovanile, dove dalla spiaggia si esce alle 22 dopo aver ascoltato musica rilassante di sottofondo e poi si va nei locali a ballare pagando profumatamente il biglietto. Questo significa guardare avanti e fare un salto di qualità, attirando giovani che hanno possibilità di spesa, mentre continuando ad offrire divertimento gratuito per servizi che nelle altre destinazioni all’avanguardia sono a pagamento, il rischio è di richiamare una infinita platea di ragazzi con risorse minime.
Ci sono poi gli aspetti concreti. Mi è stato detto che i servizi igienici dei bagnini sono aperti durante le serate di ballo in spiaggia. Quindi bastano i 2 servizi per soddisfare centinaia di persone per ore ed ore? I locali da ballo per avere una capienza di 500 persone sono obbligati ad avere 10 servizi igienici, per 1.000 persone 20 e così via. Non mi sembra che ci siano stabilimenti con queste caratteristiche, ma che invece l’igiene in queste occasioni sia lasciata all’improvvisazione e alla buona volontà. Non volendo infierire, lascio stare il discorso sicurezza, che conosco molto bene perché per svolgere la nostra attività occorre essere a norma per tantissimi aspetti, dall’uso di materiali ignifughi agli impianti elettrici, alle disposizioni antincendio, alle modalità di ingresso, solo per fare qualche esempio“.
Il presidente provinciale di Silb – Fipe si sofferma poi sul tema della legalità. “Rimango davvero basito quando mi si dice che questo è ciò che vogliono i turisti e noi glielo dobbiamo dare. Se valesse questo concetto, ora avremmo centinaia di venditori abusivi con merce contraffatta sulle nostre spiagge: i turisti lo apprezzavano acquistando la merce e lo hanno dimostrato più volte, ma non ci siamo posti il problema e abbiamo combattuto l’abusivismo commerciale semplicemente perché è un fenomeno illegale, sconfiggendolo con la collaborazione di tutti, dalle amministrazioni alle forze dell’ordine. Il ballare in spiaggia non fa male a nessuno non è una scusante e non è nemmeno vero, perché crea squilibri tra imprenditori dell’intrattenimento (e basta chiamarci con il dispregiativo discotecari), che meritano tutto il rispetto che si deve a questo ruolo capace di contribuire all’economia del territorio e ad arricchire l’offerta turistica facendo scegliere la nostra Riviera da centinaia di migliaia di ragazzi che vogliono venire qui per ballare nei nostri locali“.
Secondo Indino “occorre tornare a distinguere tra quello che si può fare e che non si può fare. Ben venga chi vuole intraprendere questa professione: basta che si metta in regola, che prenda una licenza, un permesso, un codice Ateco adeguato e che cambi la destinazione d’uso dello stabilimento balneare versando un canone proporzionato per svolgere attività extra-balneare. Nella concessione demaniale dello stabilimento c’è scritto cosa può fare e cosa no e bisogna che il concessionario si attenga a quello per non passare dalla parte dell’illegalità. Non è difficile da capire. Da parte nostra ci sarà massima attenzione su tutte le situazioni di abusivismo, non solamente sulla spiaggia, ma in tutto il territorio. Alcuni stabilimenti, alcune ville, alcuni parchi, alcuni bar non si stanno comportando correttamente e questo è difficile negarlo“.
E’ atteso l’arrivo a Rimini del dottor Giampaolo Scagliola, Coordinatore Nazionale Abusivismo del SILB-Fipe. “Il nostro impegno su questo fronte – conclude Indino – è totale e non ci tiriamo indietro, ma siamo sempre disponibili a sederci al tavolo e a condividere idee con tutti gli attori in scena per il bene del nostro turismo. Questa deregulation totale però non è tollerabile e va messo subito un freno se non vogliamo una estate di illegalità e insicurezza che non fa il bene né al nostro territorio, né al nostro turismo“.