Indietro
menu
Otto misure cautelari

Minacce, estorsioni, intestazioni fittizie per gestire alberghi. Operazione GdF

In foto: l'operazione GdF
l'operazione GdF
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 7 ott 2021 12:24 ~ ultimo agg. 8 ott 11:28
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Con l’operazione “Popilia” la Guardia di Finanza di Rimini ha eseguito oggi otto misure cautelari, tra Emilia Romagna, Calabria e Puglia, e sequestrato sei società che gestivano hotel in Riviera e non solo. Le accuse sono in particolare di trasferimento fraudolento di valori, estorsione e detenzione illegale di armi. Le quote societarie e i patrimoni aziendali sotto sequestro ammontano a circa 1,5 milioni di euro. 20 le perquisizioni eseguite. Cinque persone sono agli arresti domiciliari, per tre c’è l’obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

Le strutture, non gestite in contemporanea, erano a Chianciano Terme in Toscana, a Castrocaro Terme, Cesenatico, San Mauro Mare e Viserba. Da queste ultime tre località, il nome Popilia.  I soggetti, di origine calabrese e pugliese e quasi tutti pregiudicati, erano da tempo domiciliati a Rimini. Le età vanno dai 31 ai 63 anni. Tramite dei prestanome, le società gestivano in affitto gli alberghi ma anche un chiringuito, sempre a Rimini nord, e una società di allestimenti fieristici che organizzava eventi in Riviera ma che non risultava lavorare per la fiera riminese. I prestanome, di origine campana e pugliese, erano reclutati tra parenti o persone vicine agli indagati.


Non essendo emersi legami di appartenenza vera e propria a clan malavitosi, non sono stati riscontrati elementi per poter applicare l’articolo 416 sulle associazioni di stampo mafioso. Ma i loro metodi erano violenti e loro stessi per intimidire le loro vittime evocavano legami con la ndrangheta. E’ comunque stato riconosciuto il concorso in molte imputazioni perché le persone erano collegate tra di loro, due erano anche fratelli.

L’indagine è partita tre anni fa dalla denuncia di un dipendente di un albergo che, alla richiesta delle sue spettanze, si è visto rispondere con una pistola 7,65 puntata addosso e un “invito” a non denunciare la cosa a nessuno. Anche con un proprietario dei muri di un albergo che richiedeva la sua quota di affitto non erano andati molto per il sottile con le minacce, così come con soci che non si prestavano al disegno criminoso. Gli indagati, poi, dichiaravano una situazione reddituale decisamente incompatibile con le disponibilità economiche che mostravano.

 


Dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad il ringraziamento alle Fiamme Gialle:

“Un sincero ringraziamento, a nome di tutta la città, alla Guardia di Finanza di Rimini, protagonista di una importante operazione di contrasto alla criminalità che ha portato a svelare una serie di operazioni fuorilegge, legate anche a pezzi del comparto ricettivo locale.

L’ennesima testimonianza tangibile di un rischio che da tempo non è un’invenzione né resta sulla carta, ma impatta sulla realtà economica e sociale regionale, e in particolare di un’area attrattiva come quella della Riviera romagnola. Se le inchieste e le operazioni come questa rappresentano la forma di contrapposizione più evidente e efficace, allo stesso tempo non si deve trascurare il doppio valore dell’educazione a una cultura della legalità diffusa e del sostegno all’economia sana, che deve venire dalle istituzioni e dagli enti locali. La pandemia, e i conseguenti lockdown totali o parziali, hanno messo ancora più in ginocchio interi settori e migliaia di imprese, specialmente sul versante turistico, dello spettacolo, del divertimento. Proprio gli elementi fondamentali della nostra particolare architettura imprenditoriale. Non dobbiamo misurare le parole per cautele di qualsiasi tipo: questa è un’altra guerra da vincere, con le indagini, con la cultura e con istituzioni che non lascino soli le imprese in difficoltà. Ancora grazie alla Guardia di Finanza di Rimini”.

L’intervento di Nadia Rossi, consigliere regionale del PD: “I risvolti dell’indagine Popilia della Guardia di Finanza di Rimini in collaborazione con i comandi di Cosenza e Taranto confermano come la criminalità organizzata sia attiva nel nostro territorio e tenti di insinuarsi nel tessuto economico locale. Di fianco all’ottimo lavoro dei finanzieri, che ha portato all’arresto di cinque persone e a misure cautelari per altre tre, non posso quindi che sottolineare come il lavoro delle forze dell’ordine vada sostenuto con politiche integrate a prevenire infiltrazioni di questo genere.”