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Nuovi commenti

Accoltellamento. Nuovi commenti dal centrodestra

In foto: © Manuel Migliorini - Adriapress.
© Manuel Migliorini - Adriapress.
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 14 set 2021 12:45 ~ ultimo agg. 13:18
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Mentre le indagini proseguono e oggi è previsto l’interrogatorio del 26enne somalo accusato di tentato omicidio dopo l’accoltellamento dello scorso sabato, continuano ad arrivare i commenti da parte della politica.

Il fatto è grave, le conseguenze drammatiche perché vite umane sono state messe in pericolo da un delinquente e solo per un miracolo non siamo qui a parlare di una tragedia”. E’ l’analisi di Nicola Marcello (candidato consigliere di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni amministrative). “Non mi piace partecipare alla caccia alle responsabilità né trasformare un caso così tragico in polemica politica – dice Marcello – ma io credo che in primis vadano individuate le misure governative per evitare che personaggi di questa pericolosità possano andare in giro come se nulla fosse. A livello locale, lo ricordo ancora, sono stato il primo ad ipotizzare un sistema di Polizia Partecipativa e lo ribadisco: solo attraverso una task force che possa mettere insieme Forze di Polizia, Polizia Locale e Gruppi di Vicinato sarà possibile arginare il problema in una realtà così particolare come quella della nostra città”. Marcello esprime “solidarietà e vicinanza nei confronti dei feriti, delle loro famiglie e soprattutto del bambino del Bangladesh che ha rischiato la vita” . E conclude: “L’ingresso in Italia di cittadini stranieri che chiedono lo status di rifugiato va verificato subito. Non si possono affidare a centri di assistenza senza prima le verifiche del caso. Il somalo in questione, se è vero come è vero che era segnalato come persona pericolosa, doveva essere respinto e l’iter per lo status di rifugiato non doveva nemmeno iniziare. Questo va spiegato al ministro Lamorgese, ai governanti romani e a tutti coloro che, in nome di una assistenza sociale tutta da verificare, permettono a troppi l’ingresso in Italia. Mi auguro e ne sono certo che nei confronti di questo individuo la pena per i reati che ha commesso sia quella adeguata. Esemplari, infine, le Forze di Polizia intervenute”.

Ora – commenta la candidata di Fratelli d’Italia, Ada Di Campicon la mente distaccata grazie ai giorni che si sono frapposti tra noi e le azioni tragiche sulla linea Rimini-Riccione, vorrei radunare i miei pensieri di donna, madre, ex-poliziotta. E di politica. Il gesto cui abbiamo assistito da parte di uno sradicato somalo, un senza patria di quelli violenti per non aver potuto fare altro nella vita che guardarsi intorno col coltello tra i denti – non lascia certo ben sperare. Era l’11 settembre. Chi avrebbe detto anche solo pochi anni fa che saremmo arrivati al punto di temere un breve viaggio su gomma e trasporto pubblico tra Rimini, tra casa nostra, e un centro vicino come Riccione? La storia è fatta anche per smentirci. Per farci sentire veramente umani, di nuovo, superando le barriere che ci dividono: etnie, religioni, pose davanti al mondo. Tutto bello per connotarci, e tutto tristemente deleterio quando si tratta di costruire barriere, di prendere in mano le armi da taglio e aggredire alla gola – perché badate di questo si è trattato lo scorso sabato – un bambino che due giorni dopo avrebbe iniziato le scuole elementari. Come donna e politica mi sento in diritto di chiedere un maggior sicurezza: non quella fatta di controlli ma di senso comune diffuso e rispetto per le istituzioni. Sempre lo scorso sabato ho assistito a una scena che è un po’ la cartina di tornasole del nostro particolare momento storico, anche per come lo stiamo vivendo in campagna elettorale: 8 agenti di polizia hanno letteralmente dedicato 2 ore del loro pomeriggio lavorativo a far effettuare un alcol test a un giovane che avevano fermato con la macchina il quale faceva resistenza e li oltraggiava. Certamente come FdI non potremo cambiare del tutto le idee e il senso comune dei Riminesi, e insegnare cosa sia il rispetto e la tolleranza reciproche. Ma intanto volevo dirlo in questo comunicato” conclude.

Sull’episodio interviene anche Alessandro Lualdi Candidato al Consiglio Comunale per la Lista “La casa dei Moderati”. “Ho voluto – dice – fare passare qualche giorno prima di esprimere il mio pensiero sul drammatico episodio commesso da un immigrato somalo che ha visto il ferimento di due operatori della Start, due cittadini e un bambino di 5 anni, per evitare commenti a caldo che molto spesso sono poco razionali e solo guidati da rabbia e risentimento“. “Innanzitutto esprimo la mia piena solidarietà alle vittime. Con decisione e fermezza questo episodio va condannato. Non mi piacciono però strumentalizzazioni politiche da una parte e difese di ufficio dall’altra. Il problema sicurezza a Rimini è, purtroppo, una realtà alla quale non ci si può nascondere dietro un dito“. Prosegue Lualdi: “l’immigrazione incontrollata, il falso buonismo, il ricovero di questi disperati in centri di accoglienza spesso non adeguati e collocati in località ad alta concentrazione turistica sono certamente una parte della causa di questi eventi. L’accoglienza che si deve dare non è certamente questa“.
Sentendo le parole della responsabile della Croce Rossa – conclude – si evidenzia che l’autore del gesto criminale era stato segnalato alle autorità competenti come soggetto pericoloso e quindi non si capisce come abbia potuto girovagare per la città liberamente e perfino armato. Qui si apre quello che io credo sia il problema: la mancanza di coordinamento tra le istituzioni. Comune, Prefettura, Questura e altri enti coinvolti devono stipulare un protocollo di intesa nel quale vengano chiariti competenze e funzioni, come regolamentare le modalità di accoglienza presso le strutture che non solo devono essere adeguate ma pure non localizzate in zone a forte valenza turistica, dove si valuti attentamente l’impatto presso la cittadinanza e si eviti il gironzolare di questi disperati senza meta“.