Indietro
menu
La scuola che verrà

Scuole superiori: nel 2025, 16mila studenti. Come reggere l'aumento

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 11 mag 2021 11:52 ~ ultimo agg. 27 mag 09:13
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Se da un lato le nascite ormai da un decennio continuano a diminuire, dall’altro prima che l’effetto si ripercuota sulle scuole superiori dovranno passare ancora parecchi anni. Diventa fondamentale quindi domandarsi se in provincia le scuole sono e saranno all’altezza dei cambiamenti. A farlo è il presidente Riziero Santi alla luce dell’analisi sulla popolazione scolastica compiuta dall’Ente. Gli effetti negativi della dinamica delle nascite (si è passati dalle 3.211 del 2010 alle 2.156 del 2020) hanno iniziato ad evidenziarsi negli iscritti nella scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2017/18 e nella scuola secondaria di I° grado dal 2020/21. Prosegue invece la crescita costante nelle scuole superiori dove si arriverà, in base ai modelli, a raggiungere il picco nel 2024/2025 con quasi 16mila studenti rispetto ai 15.148 di quest’anno. Attualmente in provincia si contano nove poli scolastici, 25 plessi e 724 aule. Saranno sufficienti, anche alla luce delle attuali misure di distanziamento, visto che già nel 2021/22 ci saranno 600 studenti in più? Secondo il presidente della provincia Santi, che auspica un vero e proprio Piano Scuola 2025, saranno fondamentali la flessibilità e la capacità di adattamento di tutti gli attori in campo: scuole, trasporto, famiglie. I temi sul piatto sono: lo sviluppo del concetto di campus, la realizzazione di nuovi plessi, lo sviluppo e la qualificazione dei servizi interni e degli spazi esterni alle strutture (laboratori, biblioteche e luoghi di studio, palestre, mense), l’ampliamento delle fasce orarie giornaliere di fruizione delle scuole e il loro uso durante tutto l’arco dell’anno (per attività ludiche, campi estivi o sostegno allo studio), la previsione di luoghi più ampi e modulari per tenere lezione e la probabile mobilità fra licei, istituti tecnici e scuole professionali. “Tra le sfide che dobbiamo fronteggiare per progettare il futuro senza subire gli eventi – dice Santi – c’è sicuramente quella della scuola“.