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cosa cambia da lunedì

Zona rossa in Romagna, firmata ordinanza. Donini: situazione ospedali preoccupa

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 6 mar 2021 16:22 ~ ultimo agg. 7 mar 15:17
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Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato l’ordinanza che istituisce la zona rossa per i comuni della Ausl Romagna, e cioè tutti quelli delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, territori già ora in arancione scuro fatta eccezione per il Forlivese che però passerà in rosso. L’ordinanza sarà in vigore da lunedì 8 a domenica 21 marzo e ricalca in tutto e per tutto le norme per le zone rosse contenute nel nuovo Dpcm.

Partiamo da bar e ristoranti, che continuano a rimanere chiusi. Consentita, però, la vendita con asporto di cibi e bevande dalle 5.00 alle 18.00 senza restrizioni, mentre dalle 18.00 alle 22.00 è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande. Attenzione, però, perché il consumo è sempre vietato sia sul posto che nelle vicinanze delle attività. La consegna a domicilio, invece, è autorizzata senza limiti di orario, come la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, ma solo per i clienti che vi alloggiano.

Capitolo scuola: l’attività in nidi e materne è sospesa. Tutte le altre attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza, eccezion fatta per gli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali e per chi necessità dell’uso di laboratori. Stop anche alle università.

In zona rossa barbieri e parrucchieri sono chiusi, aperti invece lavanderie e tintoria, così come servizi di pompe funebri e attività connesse. Restano aperti solo i negozi di generi alimentari e di prima necessità, sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche nei centri commerciali, ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi. Aperte anche le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie. I mercati sono chiusi, “salvo le attività di vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici”.

Spostarsi sarà possibile solo per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità (anche verso un’altra Regione o Provincia autonoma), che andranno elencati nell’apposita autodichiarazione. Nessun divieto previsto per il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Stop invece alle visite a parenti o amici anche all’interno del proprio Comune. Chi vive in zona rossa non può andare nelle seconde case anche se si trovano in fascia bianca, gialla o arancione.

Fare sport, infine, è consentito solo all’aperto e in forma individuale. L’attività motoria va svolta vicino a casa nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo della mascherina.

Il provvedimento – ribadisce la Regione – viene adottato per fermare la diffusione dei contagi, che continua ad aumentare a causa delle nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e per proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante crescita i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. Sulla base dei dati e delle indicazioni della Ausl Romagna e informati i sindaci. Negli ultimi 14 giorni, nel territorio di competenza dell’azienda sanitaria si è avuta una incidenza di 832 casi di positività ogni 100mila abitanti. Quanto ai ricoveri, 486 nei reparti Covid mentre le terapie intensive risultano occupate al 38%, al di sopra della soglia limite del 30%.

“La decisione di andare alla zona rossa e di chiudere le scuole è stata condivisa con i sindaci della Romagna, suffragata dai dati di aggravamento epidemiologico su tutto il territorio romagnolo – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. E non può che essere così, visti i dati che caratterizzano la curva pandemica in Romagna, compreso Forlì. Basti pensare che nelle ultime due settimane Forlì ha avuto una incidenza di 677 casi per centomila residenti, quando la zona rossa è prevista da 500 casi per centomila in su,  più alta rispetto ai distretti di Lugo e di Ravenna ed in crescita costante. Anche la situazione ospedaliera è preoccupante, con 87 ricoverati per Covid ordinari (più 11 rispetto a ieri) e 6 in terapia intensiva al Morgagni Pierantoni, quindi con percentuali di riempimento che rischiano di mettere in grave difficoltà il presidio. Infine, sulla scuola si è registrato un aumento dei casi del 90 per cento in Romagna. Prima ci si rende conto della gravità della situazione – conclude Donini –, prima se ne esce, non c’è altra via”.