Mercato del lavoro. Profondo rosso nonostante Cig e blocco licenziamenti
Anche se era difficile attendersi performance positive per il mercato del lavoro riminese nel 2020, vedere i numeri messi nero su bianco dalla Camera di Commercio aumenta la preoccupazione. Anche perché si tratta di dati che evidenziano la fragilità dell’occupazione in provincia e che potrebbero essere ancora peggiori se non ci fossero stati il blocco dei licenziamenti e il ricorso alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali. Che prima o poi però termineranno.
Nel 2020 Rimini vede il tasso di disoccupazione schizzare di quasi due punti percentuali, dall’8% del 2019 al 9,8%, con quello giovanile (15-24 anni) arriva al 37,5% con un incremento addirittura di 20,6 punti percentuali. La provincia sconta un gap sia nei confronti della media regionale, dove la disoccupazione è al 5,7%, che di quella nazionale che è al 9,2%.
In termini numerici, a livello tendenziale, si assiste ad un calo degli occupati di 141mila unità e ad un aumento dei disoccupati di 15mila.
Nel 2020 ad esplodere è la Cassa Integrazione grazie alle disposizioni specifiche Covid-19: +1320% di ore autorizzate con un fortissimo aumento di quella Ordinaria (+1717,2). La CIG straordinaria, di esigua entità (2,2%), risulta invece in calo (-36,9%).
Negativi anche i dati “destagionalizzati” relativi ai rapporti di lavoro dipendente, con ultimo aggiornamento al terzo trimestre 2020. Sono 51.549 le attivazioni tra gennaio e settembre con un calo del 28,5% rispetto al 2019. Unica nota lieta, il risultato in termini di saldo (differenza tra attivazioni e cessazioni), che risulta pari a +513.