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Vertice sindaci, ausl, regione

Incidenza contagi, la provincia di Rimini la peggiore in Regione

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 27 feb 2021 11:03 ~ ultimo agg. 15:07
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In giornata un vertice tra sindaci della Romagna, Regione e Ausl analizzerà attentamente la situazione valutando se è il momento di prevedere un inasprimento delle misure. Quel che è certo però è che le province romagnole negli ultimi giorni hanno registrato una vera e propria impennata di contagi, probabilmente a causa dell’avanzare sul territorio della variante inglese che aumenta la trasmissibilità del virus.

La provincia di Rimini ha superato abbondantemente per tre giorni consecutivi i 200 nuovi positivi (222 mercoledì, 289 giovedì e 258 venerdì) con un trend che preoccupa. Negli ultimi sette giorni (dal 20 al 26 febbraio) nel riminese si registra un’incidenza di 394 nuovi casi ogni 100mila abitanti. A Bologna, che oggi è diventata arancione scuro, l’incidenza nello stesso intervallo di tempo è di 387. Solo Pescara, Brescia e Bolzano registrano incidenze superiori a quella di Rimini.

Con questi dati, il rischio di un inasprimento delle misure è dietro l’angolo. Anche se la pressione sulle strutture sanitarie ancora sembra sotto controllo. Evidente anche il peggioramento della situazione nelle altre province romagnole: Forlì Cesena ha un incidenza di nuovi casi di 314 ogni 100mila abitanti e Ravenna di 281.

Dalla pagina Pillole di Ottimismo

Cosa prevede il passaggio all’arancione scuro

Restano consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

I datori di lavoro pubblici sono tenuti a limitare la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza fisica, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in smart working.

Per quanto riguarda gli spostamenti, sono vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi. L’eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute.

Non si potrà quindi uscire dal proprio comune, anche se di popolazione inferiore a 5.000 abitanti (come ora previsto e disciplinato per le zone rosse dall’articolo 2 del Decreto legge numero 15 del 23 febbraio scorso): resta la possibilità di recarsi in quelli limitrofi, ma solo per particolari necessità, come ad esempio per l’acquisto di prodotti che nel proprio comune sono introvabili.

E’ esclusa anche la possibilità di effettuare visite a parenti e amici una volta al giorno, anche all’interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde case, salvo situazioni di necessità.

Rimane sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza e la possibilità per gli studenti di frequentare le lezioni in presenza, ove previste, se la scuola ha sede in un comune non compreso tra quelli soggetti a restrizione: potranno ovviamente andare e tornare.

Per la scuola, si stabilisce lo svolgimento in presenza delle sole attività dei Servizi educativi 0-3 anni e Scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata – come previsto anche dallo specifico decreto (7 agosto 2020) e successiva ordinanza (9 ottobre 2020) del Ministro dell’Istruzione. Lezioni esclusivamente a distanza, sempre da lunedì, anche per l’Università.

In ambito sportivo, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Infine, sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemica.

Viene rafforzata ulteriormente l’attività di sorveglianza e tracciamento. Sono applicate tutte le misure indicate nella circolare ministeriale del 31 gennaio scorso, tra cui l’impiego del test molecolare nella sorveglianza dei contatti stretti e a basso rischio e la chiusura della quarantena a 14 giorni con test molecolare; inoltre, non potrà essere interrotto l’isolamento del caso confermato dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ma dovrà proseguire fino all’effettuazione di un test molecolare con risultato negativo.