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Intervista a Sauro Pari

Fondazione Cetacea: Riccione non ci vuole, dette tante menzogne

In foto: Sauro Pari
Sauro Pari
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 20 gen 2021 12:19 ~ ultimo agg. 21 gen 11:42
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Quattro mesi senza riscaldamento e ora anche qualche problema con l’acqua. La Fondazione Cetacea ha deciso di contattare l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, per segnalare il comportamento dell’amministrazione di Riccione. “Si potrebbe configurare il maltrattamento animali” anticipa Sauro Pari ai microfoni di Tempo Reale spiegando che ci sono varie tartarughe ricoverate in questi giorni. “C’è una volontà precisa di fiaccarci e metterci in ginocchio per farci andare via” attacca. E’ di ieri infatti la nota con cui il comune di Riccione ha annunciato l’arrivo dell’ordine di sgombero per la Fondazione dalla Colonia Bertazzoni giudicata inagibile e pericolosa. Una lettera accompagnata da un’altra missiva di Geat in cui l’amministrazione fa il conto di quello che definisce l‘ingente esborso di denaro pubblico (stimato in 100mila euro) per il mantenimento della sede alla Bertazzoni. Il comune evidenzia anche come la convenzione stipulata con la Fondazione sia scaduta nel 2011 senza essere più rinnovata.

Pari però non ci sta, e risponde punto su punto a quelle che definiscemenzogne. “La convenzione, unico patto sottoscritto col comune, prevedeva un esborso annuale di 5mila euro da parte nostra – spiega – Nel 2012 con l’allora giunta Pironi ci riunimmo per fare i conti e concordammo, ma purtroppo senza nulla di scritto, che a fronte di 15mila euro che avremmo dovuto dare al comune ne avevamo spesi 70mila per rendere utilizzabile la sede.” Il presidente di Cetacea evidenzia poi come, in assenza di una nuova convenzione stipulata viene a mancare qualsiasi parametro economico sul quale calcolare le spese. Anzi potrebbe essere la Fondazione a presentare il conto.Oggi faremo un calcolo dettagliato di quanto ha speso la Fondazione  in questi anni – dice Pari – per fornire un servizio che ha dato lustro e riconoscimento a Riccione con almeno una ventina di ore di uscite su emittenti locali e nazionali. Pagarsi una pubblicità di questo tipo sarebbe costato ben più di 100mila euro.” L’altro aspetto contestato è quello della inagibilità della colonia Bertazzoni. “E’ una posizione non supportata da alcun documento asseverato di perizia da parte di un tecnico abilitato – attacca Pari – ma c’è solo la dichiarazione di un tecnico del comune. Non c’è nessun atto“. Pari, che lamenta anche il fatto di aver appreso tutto dai media, spiega di aver chiamato a sue spese un perito privato (quando emersero le prime notizie dell’inagibilità): “Mi disse che la dichiarazione di inagibilità doveva essere preceduta da opportune verifiche previste dalla legge, reiterate nel tempo e svolte da personale qualificato. A me risulta che le dichiarazioni arrivino invece da un ingegnere, dipendente del comune. Il perito ha anche individuato il punto “incriminato” e ha dichiarato che la struttura in realtà è portante di se, e non solo per le colonne in cemento armato, perché è fatta in mattoni pieni” spiega Pari. L’altro aspetto da prendere in esame è quello della eventuale nuova sede. Il comune ha annunciato di aver scritto ieri alla Regione per chiedere di poter utilizzare la sede dello Ial sempre su viale Torino come la colonia Bertazzoni. “Premesso che non è stato fatto alcun sopralluogo, spostare vasche, filtri, tubature, infermeria non si può fare da un giorno all’altro” – dice Pari spiegando che il trasferimento al Delfinario di Rimini, dopo la vittoria del bando, potrà avvenire tra circa un anno. E sarà un addio definitivo a Riccione dopo 15 anni.Pensavamo di mantenere una sede ma a questo punto ce ne andiamo definitivamente – annuncia Pari – Non si è alzata una voce dal mondo economico e sociale (ambientalisti a parte) per sostenere le nostre ragioni. E’ evidente che la città non ci vuole.” C’è però un problema di tempi. “La Fondazione Cetacea, come tutte le altre associazioni che si battono e lavorano per la salvaguardia del mare e delle sue creature – ha detto ieri l’assessore all’Ambiente, Lea Ermetidanno un fondamentale apporto alle politiche di tutela della biodiversità in Adriatico. E’ quindi ovvio e importante dare a queste associazioni una casa adeguata, in stabili efficienti che garantiscano lo svolgimento delle attività dei volontari in massima sicurezza.” Commentando queste parole Sauro Pari conclude con una domanda: “cosa intende fare allora il comune per aiutarci, a parte chiederci dei soldi non dovuti e fare terrorismo con le dichiarazioni?