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"Autogol" del segretario

Dibattito nel centrosinistra. Lisi: da Vanni Lazzari porta chiusa al civismo

In foto: Gloria Lisi
Gloria Lisi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 29 gen 2021 17:25 ~ ultimo agg. 18:06
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Sul dibattito interno del centrosinistra riminese in vista delle prossime amministrative interviene anche il vicesindaco Gloria Lisi che commenta nello specifico l’intervento di oggi del segretario del PD di Rimini Alberto Vanni Lazzari (vedi notizia). Un intervento che la Lisi legge come un “atto politico di guerra al civismo”, e che ricollega a un clima registrato di recente con la nascita del movimento di giovani “Sarà” che alcuni esponenti del PD, racconta la Lisi, hanno sminuito. Un passo indietro, per il vicesindaco, a tempi in cui il civismo veniva visto come un semplice bacino di voti a uso dei partiti.

Il post di Gloria Lisi:
Non sono mai stata iscritta a un partito. Dal 2011 sono al servizio della mia città come vice sindaco. sottolineo la parola servizio: la politica, per me, è sempre stato questo, e cioè mettersi a disposizione per un periodo della propria vita per i luoghi dove abbiamo famiglia, affetti, relazioni, lavoro. Credo nella giustizia sociale e nel valore degli altri e della persona. Ho cercato e cerco di applicarlo ogni giorno nell’operatività dell’assessorato che seguo e durante il confronto pubblico, anche recente, con personalità come Stefano Zamagni, Elly Schlein. Per me le teorie del premio Nobel Amartya Sen, valorizzate nel nostro Piano Strategico dal prof. Zamagni, sono diventate la guida fondante di tutte le mie scelte amministrative. I progetti sono diventati carne viva e dalla teoria si è passati alla pratica. Per questo voglio ringraziare davvero il Sindaco Andrea Gnassi che ha creduto in me e si è fidato, dandomi la possibilità di dare alla luce progetti rivoluzionari come l’Housing First, la valorizzazione delle persone con disabilità, il grande investimento sull’autismo, gli inserimenti lavorativi che mettono al centro le persone…potrei continuare a lungo su tutto quello che nel sociale abbiamo fatto insieme in questi 10 anni di mandato, sono cattolica e tutta la mia attività politica si è sempre ispirata ai valori universali di fratellanza e condivisione con gli ultimi.
So che l’amministrazione occuperà periodo limitato della mia vita. Così deve essere. E ne sono fiera. Civico per me vuol dire questo. E questo è sempre stato il percorso che ho condiviso con la creazione di Rimini Attiva. Civico è un inestimabile patrimonio di competenze e passione a cui dovrebbero attingere, ora più che mai, proprio i partiti che non danno bello spettacolo di loro a nessun livello.
Leggo ad esempio della posizione presa oggi dal segretario del PD Alberto Vanni Lazzari. Senza volere entrare nel dibattito interno di una forza politica a cui non sono iscritta, il messaggio mi pare chiaro: per il Pd di Vanni Lazzari il civismo va respinto, la mano tesa porta dal coordinamento liste civiche e altri partiti del centrosinistra rifiutata con la motivazione ‘non ci siete solo voi…potete anche stare fuori dalla porta’. E’ chiaramente una mossa tattica ‘pro domo sua’, ma forse non è stata calcolata bene la portata culturale di un autogol così.
Mi pare un atto politico di guerra al civismo, in qualunque forma esso si manifesti, che segna una cesura e una rottura per certi versi storica nella storia del centrosinistra regionale e riminese. Un salto all’indietro di 60 anni, con gli ‘indipendenti’ considerati solo in funzione gregaria: buoni, zitti, portate voti e basta, quelle liste ‘civiche’ civetta create a tavolino, fatte in poco tempo, solo per raggranellare qualche crocetta in più al momento delle elezioni.
Sinceramente non ho mai visto una cosa così. O meglio, l’ho vista e registrata in embrione un paio di mesi fa quando all’annuncio di una nuova associazione culturale e di stimolo del dibattito cittadino, composta da tanti giovani, chiamata Sarà, esponenti di correnti del PD si sono pubblicamente spinti a deriderla e schernirla. Sinceramente se questo ha in mente il Partito democratico per le elezioni a qualunque livello, più di una riflessione occorrerà fare prima di stringere qualsiasi tipo di accordo. La pazienza non è infinita e se dovesse finire ognuno farebbe liberamente le proprie scelte, che non necessariamente vedrebbero privilegiare i tormenti interni di un partito e delle sue correnti rispetto al bene della città.