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Il dibattito in aula

Violenza di genere, approvata in Regione risoluzione Petitti

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 24 nov 2020 18:10
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Continuare a promuovere iniziative mirate al contrasto della violenza sulle donne, coinvolgendo gli enti locali, anche sul fronte della sensibilizzazione, e sostenere, sul piano nazionale, l’istituzione di un Osservatorio e di un sistema di monitoraggio sulla violenza di genere, concertato coi Centri antiviolenza. È l’obiettivo della risoluzione presentata questa mattina, a firma della Presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti, condivisa da tutti i Gruppi assembleari politici, e votata all’unanimità.

Il documento invita, inoltre, a definire al più presto il nuovo Piano triennale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, tenendo conto delle difficoltà vissute in primis dalle donne nel particolare contesto dovuto all’emergenza sanitaria.

“Sul fronte del contrasto alla violenza sulle donne – ha sottolineato la Presidente Petitti la nostra Regione si è distinta in questi anni per l’efficace sinergia tra enti pubblici e privati, col mondo dell’associazionismo e del volontariato, con gli Organi di Garanzia e con la collaborazione della Consigliera di parità. Un lavoro di rete che ha permesso di strutturare percorsi di accompagnamento delle donne per uscire dal tunnel dei maltrattamenti. In continuità con il buon lavoro fatto vogliamo aggiungere nuove azioni per contrastare la violenza di genere, perché il fenomeno, soprattutto nel periodo del lockdown legato alla pandemia, ha evidenziato una recrudescenza. È quindi un valore aggiunto e un ottimo risultato che questa risoluzione sia stata votata all’unanimità dall’Assemblea legislativa”.

Nella risoluzione si chiede infine di evidenziare, in sede di Conferenza delle Regioni e della Conferenza Stato­ Regioni, la necessità di un impegno finanziario e di pianificazione adeguato alla sfida strategica di superare la violenza contro le donne, avvalendosi anche di risorse europee destinate alla ripresa, da utilizzare sui territori grazie all’impegno della Regione su questo tema.

“Non ci sarà progresso fino a quando questa piaga non sarà superata noi abbiamo l’obbligo e il dovere di lavorare insieme per questo obiettivo”, ha commentato Roberta Mori (Pd), che ha sottolineato la necessità di istituire un osservatorio nazionale sulle violenze. “Servono dati certi per mettere in campo misure efficaci e in italia non abbiamo un sistema di monitoraggio organico. In Emilia-Romagna siamo avanti su questo, ma non basta. Dobbiamo riuscire a dare una lettura complessiva e organica dei dati nazionali in collaborazione con i centri antiviolenza”.

Anche per Valentina Stragliati (Lega) l’impegno nel contrastare questo fenomeno deve essere corale, di tutti. “Purtroppo il trend dei femminicidi è in crescita, sono dati che restituiscono uno scenario allarmante, soprattutto durante l’emergenza sanitaria”. Per la consigliera di opposizione è necessario agire con concretezza, determinazione e velocità: “Lavoriamo su più fronti, a partire dalla presa in carico delle donne, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, dei sindaci, dei centri antiviolenza e delle associazioni. E sul Codice Rosso: “È una grande conquista, voluta fortemente dalla Lega, ma c’è ancora tanto da fare.”

La diminuzione del numero di donne che si sono rivolte per la prima volta ai centri antiviolenza durante il lockdown è al centro dell’intervento del presidente della Commissione Parità Federico Amico (Coraggiosa): “Molte donne a causa della convivenza forzata non hanno potuto chiedere aiuto, il problema purtroppo è lontano dall’essere risolto”. Il consigliere di sinistra si è concentrato poi sul racconto delle violenze da parte della stampa: “Spesso la narrazione è distorta e questo è grave. Serve attenzione anche alle nuove forme di violenza ‘digitale’ come il revenge porn, si veda anche solo l’ultimo caso che vede coinvolta la maestra torinese. E l’educazione svolge un ruolo fondamentale.”

Un fenomeno “drammatico”, ha invece rimarcato Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle): “I dati parlano chiaro: è un dramma che si consuma dentro le mura domestiche e da cui spesso è difficile uscire. Questo per via della dipendenza economica e della sensazione di non potercela fare da sole. Sempre più donne però chiedono aiuto ai centri antiviolenza”. E poi ha aggiunto: “La legge rinominata ‘codice rosso’, che va a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, è stata una conquista e la nascita del reato di revenge porn è fondamentale. Questa legge dice: denunciate, lo Stato è dalla vostra parte. Ma non ci possiamo fermare: serve educazione nelle scuole per sradicare i modelli culturali sbagliati”.

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha voluto mettere l’accento sulle vittime ribadendo che “chi subisce una violenza non ha mai colpa e non deve giustificarsi per come è vestita o per come stava ballando. Nulla di tutto questo è più tollerabile- ha continuato- ed è necessario ribadirlo con forza anche nelle istituzioni. Tutto passa dalla cultura, dall’educazione e dal linguaggio. Le battutine e le illazioni sono il vero terreno della diseguaglianza e del sopruso. Continuiamo a investire nei centri antiviolenza e nei progetti di educazione nelle scuole”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha invece ribadito la necessità di aprire nuove “case rifugio”, nuovi “percorsi di supporto psicologico, di autonomia economica per le donne e per i loro figli”. La consigliera ha espresso la propria condivisione dello “spirito concreto di questa risoluzione, che chiede di mettere in campo ulteriori risorse. È giusto che l’Italia si doti di un osservatorio nazionale ed è giusto portare queste tematiche anche nel patto per il lavoro per il clima per tutelare le donne anche dal punto di vista lavorativo, sfruttando anche le risorse europee”.

Infine Valentina Castaldini (Forza Italia) ha messo in evidenza il “lavoro fondamentale dell’osservatorio regionale. Non dobbiamo lasciare mai solo nessuno e a livello politico questa battaglia deve andare oltre ogni schieramento per questo di ascoltare anche le nostre proposte e di ascoltare storie nuove”.