Indietro
menu
incidente mortale in a14

Madre e figlio travolti in autostrada, chiesto il rinvio a giudizio per l'investitore

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 6 ott 2020 17:22 ~ ultimo agg. 7 ott 10:03
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Il figlio e l’anziana madre, residenti a San Clemente, morirono in un drammatico incidente stradale in A14 il 6 aprile 2019. A distanza di un anno e mezzo, il pubblico ministero ha chiesto per l’investitore, un 44enne di Corato (comune in provincia di Bari), il rinvio a giudizio per omicidio stradale plurimo.

Il terribile schianto è avvenuto alle 23.30 in corrispondenza del km 660+170, sulla corsia di marcia da Foggia verso Bari, nel tratto compreso tra i caselli di Bari e Molfetta, nel territorio comunale di Giovinazzo. Milto Koci, 56enne di origini albanesi ma residente da tempo a San Clemente, come la madre Sanda di 82 anni che viaggiava con lui sul sedile del passeggero, per cause mai accertate, complice forse l’asfalto bagnato per la pioggia caduta in precedenza, ha sbandato sulla sua destra con la Renault Clio che stava guidando, andando a sbattere contro il guardrail che delimitava la carreggiata.

Gli occupanti si sarebbero salvati (sono rimasti pressoché illesi da questo primo urto), ma la vettura dopo l’impatto è rimbalzata sulla strada finendo la sua carambola di traverso sulla corsia di sorpasso, con il muso rivolto nella direzione opposta rispetto al senso di marcia. Koci, intuendo il pericolo, appena un minuto dopo è sceso dall’abitacolo disponendosi all’altezza del parafango anteriore sinistro e sbracciandosi per segnalare la presenza del mezzo incidentato, con la madre ancora all’interno, ai veicoli in transito: le immagini acquisite dagli inquirenti comprovano che i conducenti di sei veicoli, cinque auto e un autoarticolato, hanno notato l’ostacolo, evitandolo. Del resto, che fosse accaduto qualcosa si sarebbe potuto e dovuto intuire anche dai pezzi di cemento di grosse dimensioni finiti sulla sede viaria perché la Clio, impattando contro il guardrail, aveva anche distrutto il basamento di un canale di scolo delle acque.

Non ha purtroppo rallentato, invece, la settima vettura che è sopraggiunta, due minuti dopo, la Ford Kuga condotta dall’indagato, che anzi, alla vista dei massi, per non urtarli si sarebbe spostato proprio in corsia di sorpasso, travolgendo sia la Clio sia Koci, che si trovava in piedi accanto alla sua auto. Un impatto tremendo, i due mezzi sono finiti 40 metri più avanti, che non la lasciato scampo ai Koci deceduti praticamente sul colpo. Il 56enne è stato proiettato verso la corsia di emergenza, dov’è stato rinvenuto il suo corpo senza vita. L’anziana madre è stata estratta, anche lei ormai priva di vita, dalle lamiere contorte di ciò che restava della Clio.

La Procura di Bari ha aperto un fascicolo iscrivendo nel registro degli indagati il 44enne di Corato, mentre i familiari delle due vittime si sono rivolti allo Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito messo a disposizione i propri esperti per l’accertamento dei fatti. Il pm della Procura di Bari, Francesco Bretone, ha conferito all’ingegner Giuseppe Brizzi l’incarico di redigere una perizia cinematica per ricostruire le cause e le responsabilità del sinistro, e alla fine il Ctu della Procura ha riscontrato pesanti responsabilità nella condotta guida del conducente della Kuga, avvalendosi peraltro dell’inconfutabile prova rappresentata dai video estrapolati dalle telecamere di sorveglianza situate ad appena cento metri di distanza dal luogo del sinistro, che lo Studio3A aveva subito chiesto di acquisire e che hanno restituito tutte le fasi del dramma.

L’indagato, conclude il consulente della procura, pur avendo avvistato i massi sulla strada ha continuato a mantenere l’andatura con la stessa velocità, stimata in non meno di 120 km orari e per di più in corsia di sorpasso, sino all’impatto con la Clio ferma (…). Per scarsa attenzione alla guida e a quella velocità non è riuscito a evitare l’impatto. Alla vista dei massi su strada, avrebbe dovuto allertarsi e prudentemente rallentare e adeguare la marcia in modo tale da conservare il controllo del proprio veicolo dinanzi a qualsiasi circostanza, così come avevano evitato l’impatto tutti e sei i veicoli che lo hanno preceduto, alcuni dei quali, peraltro, marciavano a forte velocità”.

Di qui la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm perché l’indagato, si legge nell’atto del sostituto procuratore Bretone, cagionava per colpa la morte delle due vittime, con violazione dell’articolo 141 c. 2 del Codice della Strada (non conservava il controllo del proprio veicolo e non operava le manovre necessarie in condizioni di sicurezza) e dell’art. 141 comma 3 in quanto non regolava la velocità nelle ore notturne e in tratti di strada di visibilità limitata perché priva di illuminazione artificiale”. Milto Koci, sottolinea il pm, era subito uscito dal suo veicolo sbracciandosi per farsi notare, e infatti sei veicoli (compreso un mezzo pesante) riuscivano ad evitare la turbativa, salvo l’indagato il quale, dopo aver evitato i massi sulla carreggiata, si spostava sulla corsia di sorpasso e investiva la Clio ferma con a bordo la passeggera Sanda Koci e il conducente che era fuori dell’autovettura. L’udienza davanti al gip è fissata per il 27 aprile