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Interrogazione in consiglio

Alberghi chiusi e Tari. Zilli: assurdo, aiuti subito e non tra un anno

In foto: Filippo Zilli in una puntata di Fuori dall'Aula
Filippo Zilli in una  puntata di Fuori dall'Aula
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 23 set 2020 12:43 ~ ultimo agg. 12:44
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68 strutture ricettive (pensioni, alberghi, b&b) su un totale di 1400 nel comune di Rimini hanno sospeso la propria attività in questo 2020 a causa del Covid, ma dovranno comunque pagare la Tari. L’amministrazione, per voce dell’assessore al bilancio Gian Luca Brasini, ha annunciato la costituzione di un fondo che rimborserà in quota parte, il prossimo anno, chi ha sospeso la propria attività ma tenendo in considerazione anche gli investimenti sul futuro (vedi notizia). “Una presa di posizione assurda” commenta il consigliere comunale Filippo Zilli (Vincere per Rimini) ai microfoni di Tempo Reale: “parliamo di aziende che dovranno versare 7/8 mila euro di tassa rifiuti, senza averne prodotti e senza aver incassato un solo euro“.

Brasini aveva poi spiegato che numerose disposizioni da parte di Ministero, Cassazione e Commissioni tributarie nazionali sanciscono l’assoggettabilità alla tassa rifiuti dei locali predisposti all’uso, a prescindere dall’effettivo utilizzo. “Il regolamento comunale ha però più forza – dice Zilli – si potrebbe aggiungere una postilla nella quale si spiega che, vista la contingenza legata al covid e solo per il 2020, si prevede una esenzione per quelle attività che hanno comunicato la chiusura alla Camera di Commercio e allo  Sportello Unico e hanno fatto domanda di sospensione. Visto che si tratta solo di 68 strutture ricettive, perlopiù piccole, si tratterebbe di una variazione di bilancio da 300mila euro circa. Non di milioni.

Filippo Zilli presenterà domani una interrogazione in consiglio comunale. Eccola:

Nel nostro territorio, in questa a dir poco paradossale estate 2020, purtroppo molte ditte stagionali (alberghi, bar, ristoranti in primis) non sono riuscite ad aprire la propria attività. Le cause possono essere state molteplici: canoni di locazione troppo alti, imprevedibilità del mercato turistico, eccessivi protocolli e normative che hanno reso complicato il lavoro, oppure semplice paura e timore verso il futuro. Nessuno mai però si sarebbe aspettato che, nonostante l’attività fosse rimasta chiusa, si sarebbe visto recapitare il bollettino per il pagamento della tassa rifiuti anno 2020 – anno in cui effettivamente non è stato prodotto, a causa lo RIPETO della mancata apertura dell’attività, nemmeno 1 (un) misero rifiuto.

A tal proposito voglio ricordare cosa prevede, in sostanza, il regolamento TARI del comune di Rimini: “sono soggetti alla TARI tutti i locali…a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani o assimilati; sono tali i locali predisposti all’uso, anche se di fatto non utilizzati. La presenza di arredo, attrezzature e l’attivazione anche di uno solo dei pubblici servizi di rete (acqua, luce, gas) costituiscono presunzione semplice dell’occupazione…del locale e dalla conseguente potenzialità di produrre rifiuti.

In sostanza si sta dicendo: “nel caso in cui quest’estate l’attività non abbia aperto (ad esempio un albergo stagionale), però la struttura sia rimasta arredata, oppure non siano state staccate tutte le utenze (acqua, luce, gas), pur non avendo prodotto alcun rifiuto, pur non avendo aperto la tua attività, comunque si è obbligati a pagare la Tassa Rifiuti. E sappiamo tutti molto bene a quanto ammonti la TARI per un’attività: parliamo di 7/8 mila euro di media a ditta.

Capirà bene sig. Sindaco che l’epidemia COVID19 ha creato una situazione straordinaria, non prevista dall’ordinamento, che da una parte ha causato la chiusura temporanea di attività per disposizioni ministeriali (a cui però abbiamo concesso come comune degli sconti sulla tariffa fino al 40%); e dall’altra ha però prodotto anche la mancata apertura di tante ditte che invece non se la sono sentita o non sono riuscite, per le più vaste ragioni.

Di fronte a questa problematica sig. Sindaco Lei non può rimanere indifferente.

Alla mia attenzione sono arrivate diverse ditte stagionali, in particolare alberghi, per i quali è stata comunicata sin da maggio/giugno o al più i primi di luglio, ma comunque senza mai aver aperto:
• allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) la sospensione della licenza;
• alla Camera di Commercio (CCIAA) la inattività della società o della ditta individuale;
• allo Ufficio Tari, è stata formulata domanda di sospensione del tributo;
• ed in alcuni casi per qualche ditta sono state piombate, purtroppo per loro non tutte, alcune delle utenze – in particolare l’acqua;

Leggendo l’attuale regolamento, di cui sopra ho riportato una breve sintesi, le attività quest’anno saranno costrette a pagare la Tassa Rifiuti solo perché possiedono un locale arredato o dove ancora risulti attaccata la luce corrente.

Chiedo a Lei quindi cosa avrebbero dovuto fare queste ditte oltre ad aver comunicato a tutti gli enti preposti la MANCATA APERTURA! Chiamare una ditta di facchini e sgomberare l’albergo? cosi avrebbero fatto cadere il presupposto dell’arredo? Disattivare tutte quante le utenze? E magari lasciarlo abbandonato con le spranghe di legno davanti alla porta?

CONSIDERATO
• che con delibere n. 16 del 30/04/2020 e n. 34 del 30/07/2020 abbiamo approvato qui in questo Consiglio Comunale il nuovo Regolamento TARI anno 2020;

CHIEDO
• a questa stessa Amministrazione se non ritenga opportuno modificare il Regolamento Comunale sulla TARI, introducendo un articolo volto all’esenzione del tributo per l’anno 2020, per quelle ditte Stagionali che, fatte tutte le comunicazioni preventive del caso (C.C.I.A.A., S.U.A.P., Ufficio TARI), non abbiano aperto la propria attività.
• Ritengo assurdo che in questa paradossale stagione si imputi un tributo di tale portata ad una ditta che non ha mai aperto alzato la serranda, e soprattutto ad una ditta che l’ha anche comunicato ai vari uffici.

Il Governo ha esentato dall’IMU tutte quelle attività turistiche gestite direttamente dai proprietari (1° rata Decreto Rilancio, 2° rata a saldo Decreto Agosto), senza appurare se gli stessi fossero aperti o chiusi, noi invece qui stiamo chiedendo il tributo completa in entrambe le ipotesi.