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La polemica in pista

Discoteche. Il Codacons: pronti a denunce. La replica del Silb

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 13 ago 2020 19:20
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Il tema discoteche tiene banco non solo a livello riminese. Il Codacons chiede ai prefetti emiliano-romagnoli di chiudere le discoteche nel fine settimana paventando denunce per epidemia colposa in caso di contagi. “Non è possibile garantire nei locali al chiuso e in quelli in spiaggia il distanziamento e l’uso delle mascherine da parte del pubblico – spiega l’associazione di consumatori – chiediamo oggi ai Prefetti della regione di avvalersi dei poteri loro riconosciuti dalla legge e disporre la chiusura coatta delle discoteche al chiuso, all’aperto, e in spiaggia, nelle giornate del 14 e 15 agosto, per motivi di ordine pubblico e per tutelare la salute collettiva”.

A stretto giro la replica di Gianni Indino (presidente SILB Emilia Romagna): “Il Condacons minaccia i gestori di chiusure e denunce per epidemia colposa? Vedono le discoteche come luoghi del male, mentre treni e autobus stracolmi vanno bene e la responsabilità personale dei “consumatori” non esiste. Lavoriamo da mesi per mettere insieme tutela delle persone e del lavoro: non è chiudendo i luoghi che si controllano i giovani, anzi si dà il via all’abusivismo incontrollabile. Lo spiega anche il Capo della Polizia, Gabrielli: le sue parole mi hanno aperto il cuore” (Gabrielli ha dichiarato: “il controllo massivo nelle discoteche porterebbe degli effetti devastanti. Non ha senso militarizzare la movida. Le modalità con le quali le forze di polizia dovrebbero gestire il controllo sono molto importanti. In questo caso credo che il rimedio sarebbe peggiore del male”).

“E’ più facile lamentarsi o minacciare denunce che provare a fare qualcosa – rincara Indino – Noi insieme agli operatori lavoriamo da mesi da mesi, dalla stesura dei protocolli per la riapertura in sicurezza all’adeguamento dei locali alle disposizioni di legge, dagli ingressi contingentati alle campagne di sensibilizzazione. Tutti si sono attrezzati fin dal primo giorno per adeguarsi alle norme aumentando il personale di sicurezza, dotandosi di tutti i dispositivi e sensibilizzando all’utilizzo della mascherina, al distanziamento, alle altre prescrizioni. Gli staff ne parlano dall’entrata fino alla pista da ballo, i vocalist richiamano continuamente al rispetto delle normative. Possiamo fare di più e meglio? Ci impegniamo per farlo, ma non possiamo permettere di essere minacciati proprio da chi anziché proporre soluzioni sembra non aspettare altro che chiudere le nostre imprese senza voler nemmeno vedere in tutto questo la responsabilità del singolo “consumatore””.