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Nuovo anno accademico

Didattica mista per il polo riminese. Boom di richieste dall'estero

In foto: repertorio
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di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 26 ago 2020 13:07 ~ ultimo agg. 27 ago 09:07
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Sono state definite dal Comitato Tecnico Scientifico le linee guida da seguire per la didattica nelle Università italiane, che gli atenei possono poi declinare in base alla loro specifica situazione. La sede riminese dell’Università di Bologna partirà con la modalità mista: lezioni in presenza e a distanza, in base alle esigenze degli studenti. Al momento non ci sono segnali che fanno temere un calo delle immatricolazioni,  anzi si registra un boom di richieste da parte degli studenti stranieri, per corsi on line.

L’Università di Bologna e con lei il polo riminese sceglie quindi la via della didattica mista per la ripartenza dell’anno accademico. Una modalità che potrebbe cambiare, in base al corso della pandemia. Una scelta diversa da altri atenei, che hanno deciso di proseguire con la modalità unicamente a distanza, adottata col lockdown. In presenza o da remoto: la scelta per ora viene lasciata agli studenti ove possibile. Le aule comunque conterranno un po’ meno del 50% della capienza nominale. Lezioni spalmante dal lunedì al sabato e dalle 8 del mattino alle 20. Mascherine sempre indossate a lezione, anche con il metro di distanza.

A farci un quadro della situazione è il professor Claudio Stefanelli, Direttore del Dipartimento di Scienze per la qualità della vita. “Per alcuni corsi sarà inevitabile la turnazione. E’ possibile che le postazioni in presenza non siano sufficienti. Dipenderà dalla grandezza delle aule e dalla volontà degli studenti. Il parametro che ci serve per sapere per quanti e quali corsi, dipende da quanti studenti effettivamente si iscriveranno. Specialmente dobbiamo capire per quelli che devono iscriversi al primo anno”. 

Le aule sono state preparate per essere adeguate dal punto di vista tecnologico. E l’Alma Mater è stata una delle prime a predisporre un’app per la prenotazione della lezione in presenza, in modo che i ragazzi possano programmare le attività di due settimane in due settimane. Ci potranno essere ad esempio studenti che per problemi economici o organizzativi sceglieranno di non seguire in presenza: il principio che sarà applicato è quello di non lasciare nessuno indietro.

E la sede riminese sarà quella dell’ateneo che più di tutte dovrà affrontare l’aspetto della didattica per gli studenti internazionali: qui sono molto numerosi e provenienti da tante parti diverse del mondo. Occorrerà allora in alcuni casi ricorrere alle lezioni registrate, per questioni di fuso orario. Proprio parlando di questi studenti arriva la notizia sorprendente in un clima generale di timore degli atenei italiani per il possibile calo delle immatricolazioni di fronte alle incertezza della pandemia. Un timore che al momento non riguarda la sede riminese. Spiega Stefanelli: In questo momento non abbiamo dati che ci parlano di un calo delle iscrizioni. Anzi, per i corsi internazionali registriamo un forte aumento delle richieste. Che queste poi si traducano in una vera iscrizione non è detto, perchè mi aspetto che molti studenti se ne stiano un po’ alla finestra per vedere l’evolversi della situazione della pandemia”.  

La spinta decisiva alle iscrizioni potrebbe venire da alcune misure aggiuntive messe in campo in questo anno particolare. Se la politica della esenzione delle tasse era già tra le più favorevoli a livello nazionale per l’Unibo, si agirà su affitti e aiuti tecnologi: per il primo aspetto a Rimini si sta per ora solo parlando della possibilità di prevedere tariffe agevolate per gli affitti, come fatto a Bologna con un’iniziativa di comune e associazioni. Mentre per gli studenti di tutte le sedi si sta partendo con la distribuzione di 12mila schede sim per agevolare i collegamenti da remoto.

Un estratto dell’intervista al professor  Stefanelli da Aspettando Mattinata InBlu Estate.