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Alla ricerca delle vongole

Pescatori ravennati nei tratti di mare riminesi? Il no dell'amministrazione

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 lug 2020 14:53 ~ ultimo agg. 15:02
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I pescatori ravennati non estendano la loro attività nei tratti di mare dove operano le barche del consorzio riminese alla ricerca delle vongole. A chiederlo in una nota è l’assessore alla blue economy  del comune di Rimini Anna Montini. 

Il tema è quello della desertificazione del mare, problematica che affligge particolarmente il comparto delle vongole e con particolare difficoltà nello specchio di mare tra Cervia e Goro. I pescatori di quella zona impegnati in questo settore – circa una ventina di imbarcazioni – aderenti al consorzio Cogemo di Ravenna in questo periodo stanno portando avanti una protesta per denunciare la situazione.

Protesta che ha portato alla richiesta alla Regione Emilia Romagna da parte del consorzio ravennate di poter estendere la propria attività, appunto, nelle acque, tra Cesenatico e Cattolica, dove operano le barche del consorzio riminese, il doppio rispetto alle ravennati, con un pescato giudicato adeguato. Migliori condizioni determinate da più fattori, spiega l’assessore. Oltre alle caratteristiche migliori delle acque a sud piuttosto che a nord della costa, questo stato di cose sarebbe “il risultato di una linea di condotta seguita dai lavoratori del consorzio riminese che, proprio alla luce delle oggettive difficoltà di ‘rigenerazione’ delle vongole e della necessità di un’oculata gestione dell’attività di pesca, ha introdotto da tempo un regolamento di pesca molto rigido, che viene fatto osservare in maniera scrupolosa, con multe anche molto salate per gli associati che trasgrediscono”, spiega la Montini, aggiungendo anche l’adesione del consorzio riminese a progetti europei per il ripopolamento dei fondali.

“Ecco perché” conclude l’assessore, “come Amministrazione, pur comprendendo le preoccupazioni degli operatori, non siamo convinti che la soluzione possa essere quella proposta alla Regione dal consorzio ravennate e cioè di poter estendere la propria attività anche ad una porzione di mare dove operano le barche del consorzio riminese. Lavoratori che non senza fatica e sacrifici sono riusciti a trovare un equilibrio tra necessità di pescare e rispetto dei tassi di rigenerazione della specie ittica”.