Indietro
menu
l'intervista

Battaglia legale alla Cina, l'avvocato riminese: "Leso il diritto alla vita"

In foto: da sinistra gli avvocati Pantano, Righi, Contini
da sinistra gli avvocati Pantano, Righi, Contini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 18 giu 2020 15:32 ~ ultimo agg. 19 giu 15:22
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Una conferenza stampa per spiegare le ragioni di una battaglia legale contro un “impero”, quello cinese, responsabile, secondo l’avvocato riminese Paolo Righi e il collega milanese Davide Contini, di non aver “saputo contenere un’epidemia che almeno inizialmente era ben descritta territorialmente” e che “ha causato oltre 30mila morti in Italia e più di 400mila in tutto il mondo”.

Avvocato Righi, cosa sperate di ottenere con questa denuncia?

“Rispetto per le innumerevoli vittime italiane. A nostro avviso ci sono state delle evidenti responsabilità da parte di rappresentanti di vari enti ed organi della Repubblica Popolare Cinese, nonché di persone allo stato non identificabili. Con la denuncia depositata questa mattina in procura, a Rimini, abbiamo individuato delle responsabilità penali inerenti all’origine, alla diffusione e alla gestione della prima fase dell’epidemia Covid-19”. 

Secondo lei, il Governo cinese avrebbe cercato di tenere nascosta l’epidemia?

“Il virus era in circolazione ben prima di Natale, ma le prime ammissioni da parte delle autorità cinesi sono circolate solo a metà gennaio. A tal proposito, nella nostra corposa denuncia abbiamo prodotto un’analisi incrociata tra la versione offerta dal Governo cinese e quanto ricavato da altre fonti, principalmente di carattere scientifico, e riscontri in relazione ai medesimi fatti”. 

Cosa avete evidenziato nello specifico?

Delle condotte omissive che sono consistite, in sintesi, nella mancata adozione di protocolli aziendali di sicurezza finalizzati ad evitare la ‘fuoriuscita’ del virus dai laboratori in cui veniva studiato, o in ogni caso alla sua diffusione endemica. Inoltre abbiamo sottolineato il grave e colpevole ritardo con cui le autorità cinesi hanno gestito il sistema sanitario e di prevenzione con la comunità internazionale circa la notizia del nuovo virus e la sua letalità. Un comportamento che ha indotto la comunità internazionale, in primis l’Italia, a sottovalutare la gravità dell’epidemia, anche attraverso la trasmissione di dati epidemiologici e statistici carenti, se non fuorvianti”.

In pratica, sarebbero stati poco trasparenti.

“Esatto. Perché, adesso che nel mercato di Pechino si è verificato un focolaio, la notizia è stata immediatamente resa pubblica e sono state adottate tutte le misure, sanitarie e non, necessarie a circoscrivere il virus? Io e il mio collega restiamo fermamente convinti che se anche allora si fosse agito in questo modo, si sarebbero potute salvare migliaia di vite”.

Cosa può fare la procura di Rimini? 

“Può aprire un fascicolo e chiedere al Governo cinese di avviare delle indagini interne, così come all’Oms di effettuare controlli capillari. Esiste, infatti, un Regolamento sanitario internazionale che ha come obiettivo quello di garantire la massima sicurezza contro la diffusione internazionale delle malattie”. 

Le accuse mosse contro la Cina sono pesanti.

“Per noi si sono configurati i reati di epidemia colposa, omicidio e lesioni colpose”.

La vostra è anche una battaglia di diritto.

“Siamo consapevoli dell’esistenza di una norma consuetudinaria che consente agli Stati esteri di godere di un’immunità che impedisce allo Stato italiano di esercitare la sua giurisprudenza e, quindi, di procedere penalmente nei confronti di un altro Stato e dei suoi rappresentanti. Ma riteniamo che tale immunità non possa e non debba essere applicata a casi come questo. Questa epidemia, che poteva essere evitata, ha leso un diritto inviolabile come quello alla vita, nonché quello alla salute. Ci sembra assurdo che questi diritti fondamentali, riconosciuti e garantiti dalla nostra Costituzione, possano soccombere o essere sopraffatti da una norma consuetudinaria, che comporterebbe l’immunità e quindi l’impunità per Stati esteri che hanno colposamente provocato migliaia di morti in Italia e causato gravissimi danni economici. Ecco, speriamo, grazie all’aiuto del legale che ci rappresenta, l’avvocato Pasquale Pantano del foro di Milano, di poter creare un precedente a suo modo storico”. 

Contestualmente alla denuncia, avete lanciato anche una petizione online.

“Su Change.org abbiamo avviato una raccolta firme, indirizzata al presidente della Corte Costituzionale, a tutela dei diritti contro l’immunità dei governanti. Insieme, speriamo, a milioni di persone vogliamo dire no ai privilegi dei governanti a discapito della salute pubblica”.