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Una riflessione sul "dopo"

Santi: "il dopo covid? Diverso, dovremo imparare a conviverci"

In foto: Riziero Santi
Riziero Santi
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 2 apr 2020 17:23
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Un post emergenza che cambierà tante cose. Perché ora sappiamo che c’è un rischio, quello infettivo, che finora non era stato calcolato. Passata questa fase servirà allora un cambio di cultura, serviranno più attenzioni, ci dovranno essere correttivi nella gestione dei servizi pubblici a partire da quelli socio-sanitari. Sono alcune delle riflessioni che il presidente della provincia Riziero Santi affida ad un post su facebook. “Prepariamoci ad affrontare, con serenità, una nuova fase della nostra vita – scrive –, non necessariamente peggiore ma sicuramente diversa, più attenta e scrupolosa.”

La riflessione di Riziero Santi

Il “dopo” lo dobbiamo pensare non come fosse “prima”. Il dopo sarà fatto di una convivenza con il covid-19 e con ogni altra insidia infettiva che non conosciamo. Questo è un rischio che non avevamo messo nei nostri calcoli, un rischio che finora non si trovava in nessun piano di emergenza di Protezione Civile, dove invece troviamo dal rischio idrogeologico, al rischio sismico a quello chimico industriale, che oggi scopriamo addirittura meno devastanti ed estesi. Questa che stiamo attraversando è un’emergenza che impariamo a conoscere solo oggi. Ciò che possiamo dire è che non ci potranno essere provvedimenti limitativi come quelli attuali portati avanti a lungo e comunque efficaci e duraturi. Ciò che sarà necessario ed inevitabile sarà un cambio di cultura dell’autodifesa personale e collettiva. Fare provvedimenti restrittivi è abbastanza semplice, cambiare le nostre teste sarà ben più difficile, ma tocca farlo. Guanti, mascherine gel e saponi detergenti dovranno diventare di uso comune e continuativo, così come certi accorgimenti nell’igiene personale e nei contatti con le persone, oltre che con gli oggetti e le superfici. Certe attenzioni che fino ad oggi non abbiamo avuto le dovremo avere. Non dovranno comunque essere vissute come limitazioni nelle relazioni sociali, altrimenti non potrà funzionare. Sarà un nuovo e diverso modo di vivere da insegnare e praticare nelle scuole e in famiglia, che dovrà indurre a maggiore consapevolezza nelle modalità delle relazioni sociali e delle attività lavorative. Così come dovranno essere portati correttivi nella gestione dei servizi pubblici, a partire dai servizi socio-sanitari ed una attenzione particolare alle fasce più deboli ed esposte, come gli anziani. Insomma prepariamoci ad affrontare, con serenità, una nuova fase della nostra vita, non necessariamente peggiore ma sicuramente diversa, più attenta e scrupolosa“.