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Ancora polemiche

Pecci (Lega) torna all'attacco: la presidente Donati evita confronto, revoca incarico

In foto: Marzio Pecci
Marzio Pecci
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 22 giu 2019 14:26
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Non si spengono le polemiche dopo il burrascoso consiglio comunale del 13 giugno scorso a Rimini. Il capogruppo della Lega, Marzio Pecci, aveva chiesto la convocazione della Commissione Permanente di controllo e garanzia per mercoledì 26 giugno alle 8,45 con l’obiettivo di valutare il comportamento tenuto nel corso della seduta dalla Presidente del consiglio comunale Sara Donati. La presidente è stata criticata dalla minoranza per essersi allontanata dal consiglio per far mancare, secondo l’opposizione, il numero legale quando la maggioranza era priva di “numeri” per l’approvazione della delibera su Lepida. La presidente però non sarà presente in commissione perché impegnata in una visita al convento San Francesco. “Tenta di sottrarsi al confronto in commissione – attacca Pecci – “sfuggendo” alla richiesta della Lega, prima, minacciando infondate ipotesi di querela e poi organizzando una “finta” visita al convento San Francesco nel giorno e ora in cui si sarebbero dovuti svolgere i lavori della commissione di controllo e garanzia”.
Il capogruppo della Lega ne ha anche per il Segretario comunale che con una mail, ha giustificato l’inammissibilità dell’odg della commissione perché “criptico”. Pecci comunque non molla e chiede che il Presidente Donati (definita la “zarina del Pd) venga immediatamente revocata dall’incarico per violazione dell’art. 5/ter dello Statuto comunale e per violazione dell’art. 8, co. 2 del Regolamento comunale.

La mail del segretario comunale diffusa da Marzio Pecci

Gentilissimi,

vi prego di scusare la mancata tempestiva del riscontro richiestomi,
peraltro con una comunicazione email delle ore 15.13 di ieri, per precisare
alcune cose:

a) in qualità di Segretario generale la mia presenza in sedute consiliari o
commissioni, qualora richiesta espressamente e in termini di congruità
delle tempistiche adottate, non viene mai meno;

b) devo, peraltro far rilevare come l’oggetto della commissione di cui è
richiesta la convocazione si risulti quantomeno “criptico” se si richieda di
“esaminare e discutere il comportamento e l’attività del Presidente del
Consiglio Comunale dopo le note vicende accadute durante lo svolgimento dei
lavori consiliari di giovedì 13 giugno 2019 e nel triennio appena
trascorso”.
Infatti, la commissione di controllo e garanzia prevista dall’art.44 del
TUEL e dal regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale ha
generalmente il compito di analizzare l’attività amministrativa dell’ente
nell’esercizio delle proprie prerogative (che sono di controllo politico sui
risultati dell’amministrazione e di verifica sull’attività di governo,
sulla programmazione e sulla pianificazione delle attività, sui risultati e
sugli obiettivi raggiunti), non già i comportamenti e le azioni di coloro
che appartengono all’amministrazione comunale. D’altronde, il principio di
trasparenza imporrebbe che la trattazione degli oggetti iscritti all’ordine
del giorno di qualunque organo o organismo comunale fosse definita in
maniera chiara e inequivocabile, non in forma generica e decrittabile solo
per pochi, tale modalità infatti è idonea ad eludere il principio di
trasparenza e di accessibilità alle attività dell’amministrazione
comunale;

c) qualora “le note vicende accadute durante lo svolgimento dei lavori
consiliari di giovedì 13 giugno 2019 e nel triennio appena trascorso” siano
riferibili a condotte del presidente del consiglio comunali o dei
consiglieri anziani che lo hanno sostituito nel corso di quella specifica
seduta o di altre del triennio di riferimento, mi corre l’obbligo di
rappresentare che, in proposito, l’art.11 del precitato Regolamento per il
funzionamento del Consiglio Comunale, rubricato come “Sindacato sull’operato
del Presidente e del Vicepresidente del Consiglio”, stabilisca che:
“1. I Consiglieri Comunali possono chiedere chiarimenti al Presidente del
Consiglio sul suo operato, precisando per iscritto i motivi della richiesta.
2. Il Presidente ha l’obbligo di rispondere direttamente o per iscritto,
entro quindici giorni dalla richiesta.
3. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche al
Vicepresidente del Consiglio, limitatamente agli atti e comportamenti posti
in essere durante l’esercizio delle funzioni vicarie.

Occorre, pertanto, prudenza che nell’esercizio dei diritti e delle
prerogative dei consiglieri non si violino le norme del D.Lgs. 18.08.2000,
n.267 (in particolare l’articolo 44) e le disposizioni regolamentari
vigenti.

Cordialmente

IL SEGRETARIO GENERALE