Quando l'8 marzo diventò gaudente. Anche troppo
Gruppi e gruppetti di emuli dei California Dream Men o, per chi aveva un po’ più di senso dell’ironia, dei Full Monthy per serate dedicate alle donne. Esclusivamente alle donne: tanto che c’era anche chi specificava “non è consentito l’ingresso all’uomo”. In un tripudio di bicipiti e addominali, venti anni fa per la festa della donna sui giornali locali comparivano in serie pubblicità di show di strip maschile – o “streep”, come ruspantemente storpiava un locale riminese – con i migliori spogliarellisti italiani. Pronti “a dare ‘anima e corpo’ nella notte dedicata a voi donne”, annunciava pomposamente un altro locale romagnolo.
Oggi di quegli annunci se ne vedono molti di meno. Un po’ perché chi ancora organizza serate di quel tipo magari si promuove su altri canali. Un po’ perché, passati gli anni “ruggenti”, quel tipo di proposta per l’8 marzo oggi è in declino dopo che lo stesso mondo femminile ha preso le distanze dall’8 marzo gaudente. Che, anzi, creò forse un effetto controproducente: molte donne erano restie a uscire la sera dell’8 marzo, anche per una semplice cena tra amiche, perché l’immagine che si aveva all’epoca delle uscite dell’8 marzo era proprio legata agli show di cui sopra. I tempi sono cambiati, la consapevolezza dell’autentico significato della ricorrenza oggi è cresciuta e se una donna annuncia che la sera dell’8 marzo esce, magari non si sente più rispondere automaticamente “ah, vai a vedere gli strip?”.
E le istituzioni come celebravano l’8 marzo 1999 a Rimini? In un mondo che si affacciava alla grande rete, sbarcava su internet l’iniziativa “Impresa donna” a sostegno dell’imprenditoria femminile, iniziativa voluta dall’allora assessore alle pari opportunità Maria Teresa Casadei (la compianta “Lella” alla quale è stata poi intitolata la Casa delle Donne). L’agenzia riminese di trasporti Tram omaggiava invece le donne che quel giorno usufruivano degli autobus o dei parcheggi con un omaggio floreale. Un pensiero semplice ma senz’altro più riuscito di quello del gestore dei servizi ferroviari che per l’8 marzo 2019 ha pensato di fare dono alle signore passeggere nientemeno che di una caramella al limone.